L’osteopatia ieri e oggi
Una medicina manuale per il trattamento di molte patologie
È ormai noto che non solo la Medicina ufficiale è un work progress, ma anche le cosiddette Medicine non convenzionali (MNC), quelle non “ufficiali”, o comunque meno diffuse. Un considerevole esempio ci viene dalla Osteopatia, termine che deriva dal greco, e più precisamente dall’associazione dei termini osteon (osso) e pathos (sofferenza). È una Disciplina fondata nel 1874 (mentre il termine è stato definito nel 1889) dal suo inventore, lo statunitense Andrew Taylor Still (1828-1917), che si basava sull’assunto teorico che le affezioni patologiche si potevano guarire ristabilendo, attraverso manipolazioni particolari del rachide, l’equilibrio compromesso fra le parti articolari mediante il ripristino di un normale trofismo locale. Infatti, l’osteopata in lingua inglese (osteo-path) indica colui che agisce terapeuticamente sul corpo umano attraverso il “sentiero delle ossa”. L’osteopatia rappresenta un contributo ormai radicato in molti Paesi europei e oltre continente, la cui utilità è integrativa all’attività sanitaria. Altro esempio, per fare un po’ di storia, è la Chiropratica (terapia manipolativa) derivata dall’Osteopatia, fondata da un allievo di Still, il giornalista David Palmer (1842-1913), la quale si basava sul presupposto che salute e malattia fossero processi vitali correlati alle funzioni del sistema nervoso centrale.
Ma torniamo all’Osteopatia, il cui percorso ha avuto una continua evoluzione se si considera che l’applicazione trova atavici riscontri nella pratica in Antico Egitto, e in Grecia da Ippocrate di Kos (460-377 a.C.), nell’Impero Romano da Claudio Galeno (129-216 d.C.) e in Iran nell’anno Mille. I principali fondamenti di Still si riassumono in cinque concetti: la struttura governa la funzione, il corpo è l’unità, il corpo umano ha insiti i meccanismi di autoguarigione, la regola dell’arteria è assoluta, l’espressione della vita è il movimento ed il movimento è vitalità. Tale pratica segue la legge dello spirito, della materia e del movimento. Quest’ultimo è inteso come espressione fondamentale della vita. Il corpo umano è una unità in quanto non è costituito da elementi, organi, apparati che funzionano in modo distinto e separato; ed è tutt’uno poiché equilibro di spirito, corpo e movimento sono in armonia. Il sintomo è da considerarsi un effetto, quindi bisogna ricercare la causa («Se pesti la coda al gatto vedrai che dall’altra parte miagola»; Still). A questo proposito la dottoressa Anne Wales ama dire: «Noi osteopati siamo ad una linea di confine, oltre il quale vi è l’inesplorato».
Nel ribadire che l’unità della funzione del corpo umano è un principio fondamentale, Still rammenta che la malattia ha come causa delle anomalie anatomofunzionali che comportano una risposta correttiva che segue le leggi della fisiologia. Da ciò si deduce che struttura e funzioni sono interdipendenti. Inoltre il corpo possiede un potere di autoregolazione e di auto guarigione e l’intervento dell’osteopata si propone di indurre un equilibrio agendo dall’esterno con un intervento mirato a modificare la causa della disfunzione. Perciò l’organismo è in grado di riconoscere lo stimolo esterno ed attivare i meccanismi di autocorrezione. Per questo procedimento Still suggerisce l’osservazione di due regole filosofiche essenziali: le arterie devono fornire in ogni momento e in quantità sufficiente le potenzialità fisiologiche necessarie al corpo; il sistema venoso e linfatico ed i suoi nervi devono espletare la loro funzione e impedirne ogni accumulo. Infatti, tale disciplina rappresenta il primo metodo codificato di manipolazione, avvalorato da una Scuola di pensiero medico basata su una vera e propria filosofia terapeutica anche se totalmente in contrasto (come si evince dalla documentazione della Accademia Superiore di Medicina Osteopatica) con il pensiero scientifico dell’epoca nella quale l’Osteopatia stessa ha preso origine. Naturalmente il “linguaggio” utilizzato da Still risponde all’esigenza del tempo (ad esempio non esistevano ancora le basi della Biochimica). Era il 22 giugno del 1874 quando Still fonda a kirksville, nello Stato del Missouri, la prima Scuola di Osteopatia; oggi denominata Andrew Taylor Still University, Kirksville College of Osteopathic Medicine.
La storia dell’Osteopatia italiana, pur essendo molto più giovane di quella americana, ha comunque trent’anni di vita e un bagaglio di esperienza tale da garantire un buon livello formativo sia degli osteopati sia delle Scuole di Osteopatia. L’osteopata collabora sempre più frequentemente con altre figure mediche quali ad esempio il pediatra, il logopedista, l’ortodontista. L’osteopatia pediatrica si affianca alla medicina classica per risolvere in modo dolce e naturale e senza l’uso di farmaci tutti quei disturbi funzionali e muscolo-scheletrici legati al trauma del parto. Si occupa anche della salute dei bambini i quali non sono essenzialmente dei “piccoli adulti” ma il loro corpo, costantemente impegnato nel processo di crescita, ha differenti proporzioni anatomiche, fisiologiche, biochimiche, per cui l’approccio osteopatico in età pediatrica è completamente proporzionato e il modo di “trattarli” è appositamente studiato per loro. È noto che nei bambini molto piccoli gli stress biomeccanici e posturali possono influenzare lo sviluppo delle abilità motorie e persino i processi cognitivi.
Un controllo del neonato può rivelarsi molto utile per prevenire problemi nel futuro. La possibilità di curare fin dalla prima infanzia eventuali malformazioni o scompensi della struttura ossea può evitare dolorosi percorsi di cura una volta adulti. La prevenzione, che consiste nell’intervenire su di un organismo in formazione, presenta vantaggi terapeutici. Tra questi sono da evidenziare: la struttura agile e malleabile dei bambini assimila a fondo ma soprattutto in modo definitivo l’intervento terapeutico; reagisce alle cure in tempi molto rapidi; visto in prospettiva, migliora la qualità di vita e riduce dolore, costi e incertezze che la cura di un corpo ormai sviluppato comporta. Dal punto di vista dell’informazione in quest’ultimo decennio, o poco più, la medicina osteopatica ha conosciuto una notevole divulgazione ed evoluzione. La letteratura a riguardo è sempre più copiosa ed è fruibile non solo su internet ma anche dalle numerose pubblicazioni editoriali e dalla stampa in genere; oltre naturalmente a corsi di formazione, giornate di studio e convegni sia a livello nazionale che internazionale.
Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)