“Freemont” e “Nuova Panda”, due scommesse Fiat
Al bravissimo Luca Telese de Il Fatto Quotidiano la nuova Fiat Freemont proprio non è piaciuta: “È lunga più di cinque metri e consuma più di una vecchia Multipla”, scrive “Eppure con questo modello l’azienda punta a vendere 30 mila auto in Europa. Il suo motore parte da Avellino, viene montato in Messico e, dentro il cofano arriva a Genova”.
L’allusione alla follia industriale cui si sarebbe prestata Fiat viene esplicitata qualche riga più sotto, dove Telese ricorda che Marchionne aveva sotratto la commessa della Lancia Ypsilon a Termini Imerese perché i costi di trasporto dalla Sicilia alla Liguria generavano un insostenibile surplus sul prezzo di 800 euro a vettura.
Siamo d’accordo con Telese nel chiedere spiegazioni a Marchionne su Termini Imerese, meno con la decisione del giornalista di confrontare i consumi della Freemont con quelli della Multipla e non, ad esempio, con quelli del monovolume (più confrontabile per stazza) Ulysse. Ancora meno d’accordo quando Telese tace lo sviluppo degli interni rispetto al Dodge Journey, clone d’oltreoceano del Freemont. Augurare, poi, in bocca al lupo a Fiat per l’immatricolazione di 30.000 Freemont in Europa entro l’anno è gufare contro un’azienda italiana attualmente un po’ controversa, che a mio avviso sta sbagliando più a livello di comunicazione che a livello strategico.
È vero che la restituzione del debito al “tesoro” Usa Fiat l’ha compiuta rifinanziando il debito con le banche. È vero che le continue minacce di Marchionne sulla fuoriuscita da Confindustria sono fastidiose e incendiano il mondo sindacale. Ma è anche vero che spesso ci si è lamentati di Marchionne perché parlava troppo di finanza e poco di prodotto. Ebbene, qualche prodotto adesso c’è, e sicuramente la parola passerà al mercato.
Parla chiaro il successo della Giulietta, che sta rilanciando in Europa il marchio Alfa Romeo. Parleranno, tra qualche mese, anche i dati di vendita della Nuova Lancia Ypsilon a 5 porte, e potremmo giudicarne l’eventuale successo o flop. Suonano bene anche i 6.000 ordini già raccolti in poche settimane per il Freemont, una vettura che non è solo un esperimento logistico transoceanico, ma un ritorno di Torino nei segmenti alti e più competitivi del mercato.
Freemont avrà pure un percorso industriale contorno e forse poco redditizio, ma non è l’unico progetto del Lingotto. La buona volontà e la voglia di sfidare il mercato con auto davvero made in Italy Fiat la sta dimostrando con il progetto della Nuova Panda, che dovrebbe vedere la luce entro il 2012. La Nuova Panda raccoglierà, all’opposto della Freemont, la scommessa di abbandonare uno stabilimento straniero per impiantare nuove linee di produzione a Pomigliano d’Arco. Sfiderà un distretto industriale abituato a produrre 40.000 vetture l’anno, a salire con la produzione a 260.000 unità. Chiederà agli operai campani standard qualitativi paragonabili a quelli della “500” prodotta in Polonia, l’auto più affidabile della sua categoria secondo i consumatori tedeschi.
Nuova Panda e Freemont sono due diversi tentativi di rispondere alla concorrenza, due formule specifiche di fare automobili in segmenti anch’essi specifici. Due scommesse il cui esito determinerà l’identità definitiva e gli assetti internazionale del nuovo gruppo Fiat-Chrysler.
Andrea Anastasi