“L’ombra del vento” e i “libri dell’anima”
I libri possono essere classificati in tanti generi e molti di essi– per così dire – occupano più di una casella. Ma c’è una categoria che è sempre trasversale e che, per questo, fa proseliti fra tutti i tipi di lettori: si tratta dei “libri dell’anima”.
Certo, non tutti li chiamiamo così: i più sentimentali li chiamano “libri del cuore”, i più razionali “libri preferiti in assoluto” e così via. Però, tutti i lettori che si rispettino s’imbattono, almeno una volta nella loro vita, in una di queste specialissime opere.
Il “libro dell’anima” è quello che già dal titolo, dalla trama o, meglio ancora, dalle prime righe ti fa capire che ti prenderà un sacco. È quello per cui è amore a prima vista. Quello per cui hai da subito l’impressione che fosse lì ad aspettarti. Quello che – una volta terminato o magari anche già a metà lettura – ti fa sentire orfano. Quello che, a lettura conclusa, continua a tenerti prigioniero, impedendoti di lanciarti subito all’assalto di un nuovo volume. È quello a cui penseresti subito se ti facessero la fatidica domanda: “Se dovessi partire per un’isola deserta, che libro porteresti?”. È quello in cui con le parole giuste si dice la cosa giusta per arrivare a toccare le corde della tua anima.
Se dovessi contribuire a stilare la lista di questa speciale categoria di libri, sicuramente nominerei Piccole donne di Louisa May Alcott, La ragazza delle arance di Jostein Gaarder, Accabadora di Michela Murgia e L’ombra del vento di Carlo Ruiz Zafón. Per quest’ultimo titolo mi azzardo anche a dire che sarebbe indicato anche da molti altri lettori. È una certezza che non deriva tanto dal fatto che questo romanzo ha una trama avvincente narrata con uno stile affascinante, quanto piuttosto dal fatto che l’autore sia riuscito a descrivere con estrema delicatezza e saggezza quel patrimonio di sentimenti ed esperienze che tutti gli esseri umani condividono. Un patrimonio fatto di nascita, morte, dolore, paura, senso di colpa, vergogna, avidità, vigliaccheria, coraggio, guerra, amore, passione, solitudine, lontananza, malattia, amicizia, generosità …
C’è, però, un altro “valore aggiunto” che fa sì che quest’opera possa essere ritenuta oggettivamente un “libro dell’anima”: L’ombra del vento è la più bella dichiarazione d’amore per la letteratura che sia mai stata scritta. Lo è per numerosi particolari della storia, ma ci sono alcuni passi particolarmente significativi:
«[…] poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccargli davvero il cuore.»
«[…] mentre avanzavo nella penombra, fui assalito dallo sconforto. Se, infatti, per puro caso, io avevo scoperto tutto un mondo in un unico libro […], altre decine di migliaia sarebbero finiti nel dimenticatoio. Ebbi la sensazione di essere circondato da milioni di pagine abbandonate, da anime e da mondi senza padrone che si inabissavano in un oceano tenebroso mentre fuori di lì il genere umano, tanto più smemorato quanto più convinto di essere saggio, scivolava verso un inconsapevole oblio.»
«Un racconto […] è la lettera che un autore scrive a se stesso per metter a nudo la propria anima.»
«[…] i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi […].»
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E voi, che titoli includete nella categoria dei “libri dell’anima”?
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Marcella Onnis – redattrice