“Vodafone Vergogna!”: le urla dei lavoratori che rivendicano il loro futuro
A Palermo il sit-in sindacale permanente è stato allestito dinanzi le vetrine di un centro Vodafone dell’elegante e borghese Via Libertà, con tanto di striscioni e locandine che ospitano lo slogan “Vodafone Vergogna!!!!!”, ma i lavoratori che stanno protestando per la cessione del ramo d’azienda “Field Operations” Vodafone a Ericsson Telecomunicazioni S.p.a., colosso svedese delle infrastrutture per le telecomunicazioni, risiedono in tutte le principali città d’Italia.
I 335 lavoratori che dal primo luglio 2011 dovrebbero passare in Ericsson, infatti, sono di Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia, Firenze, Bari, Catania, Cagliari, Trieste e di tanti altri centri medio-grandi. Dopo 16 anni di onorata carriera in Vodafone, che nel 2010 è divenuto il primo operatore mobile in Italia (fatturato sopra gli 8.800 milioni di euro), i lavoratori delle attività di Field maintenance di HQ e Regione, Safety coordination, Radio support, Trasmission support e altre, saranno ceduti ad Ericsson, avendo dalla loro solo un accordo che li tutela per 5 anni, con condizioni contrattuali tutte da verificare.
La Segreteria Nazionale e le RSU UGL, nel mobilitare i lavoratori allo stato di agitazione e a diverse giornate di sciopero, precisano che dal tavolo con l’Azienda dello scorso 8 aprile sono emerse, peraltro, incongruenze circa il numero di lavoratori coinvolti dal provvedimento (risultano totalmente assenti garanzie sul perimetro aziendale e le attività definite di core business), chiedendo una tempestiva presentazione del Piano Industriale.
Insomma, pochissime garanzie per i lavoratori Vodafone: e pensare che parte del successo dell’azienda, dipende proprio dalla qualità del segnale garantita dalla competenza del personale tecnico.
C’è comunque un precedente, in Italia, che siamo riusciti a ricostruire tramite fonti sindacali e aziendali: pare che nel 2005 anche H3G cedette l’analogo ramo aziendale di “Field Operations” a Ericsson, tramite un accordo che volgarmente potremmo definire di outsourcing, che prospettava ai lavoratori la garanzia del posto di lavoro per 5 anni più 2. Accordi che in seguito sono stati rinnovati per altri 14 anni.
Ovviamente, c’è poco da stare tranquilli per i lavoratori Vodafone: anche se i 14 anni dei lavoratori ex H3G fanno ben sperare rispetto ai 5 anni prospettati a loro, le garanzie di un contratto a tempo indeterminato rimangono un miraggio; finché non ci saranno comunicazioni certe che dipanino ogni dubbio, gli unici a stare certi delle proprie condizioni contrattuali saranno i manager e gli azionisti del gruppo britannico.
Andrea Anastasi