10 domande a Federica Bosco, autrice dell’amore scanzonato ma non troppo
di Marcella Onnis
1) Il tuo nuovo libro s’intitola “101 modi per dimenticare il tuo ex (e trovarne subito un altro)”: intendevi un altro che poi diventerà il tuo ex?
Speriamo di no! In realtà non è necessario trovarne subito un altro, ma intanto dimenticare colui che ci ha massacrato il cuore è già un bel risultato. Quando siamo nel mazzo della tempesta non riusciamo a fare altro che annaspare e cercare di respirare.
Perdiamo di vista noi stesse, i nostri obbiettivi, la nostra vita e tutto comincia a ruotare intorno al pensiero fisso di lui e della fine della relazione. Il libro è un percorso verso una guarigione più rapida limitando i danni al fegato e all’autostima!
2)Dacci 101 motivi per comprare il tuo nuovo libro. Anzi, vista la crisi economica, ti facciamo uno sconto del 50 per cento e ci accontentiamo di 50,5 ragioni.
E’ un manuale che avrei voluto avere in periodi in cui mi sono davvero fatta del male per recuperare storie che sapevo essere drammaticamente sbagliate, ma per mancanza di amore verso me stessa mettevo al centro della mia vita.
Ho fatto molti sbagli di cui mi pento, ma poi ho lavorato molto su me stessa e ho tagliato una gran quantità di rami secchi rendendo la mia vita più leggera ed equilibrata e quando scopro qualcosa che funziona per me ho voglia di dirlo al mondo intero!
Non ci amiamo mai abbastanza e questo manuale serve a ricordaci puntualmente di amare noi stesse sopra ogni cosa prima di buttarci in relazioni sbilanciate che danno ad altri il potere di fare la nostra felicità.
Nessuno può farci soffrire se non glielo permettiamo, e un cuore spezzato non ci uccide anche se in certi momenti sembra di sì.
3) Nella biografia riportata sul tuo sito (www.federicabosco.com) si dice che “Mi piaci da morire” è nato con il titolo “Il giardino degli ex”, che è pure il nome del romanzo che la protagonista, Monica, sogna di terminare e pubblicare, ma che, ovviamente, ha tutt’altra trama. A nome di tutti i tuoi lettori ti domando: questo romanzo nel romanzo vedrà mai la luce come entità autonoma?
Ci ho pensato in effetti, sarebbe bello adattarlo al teatro, ma non ci ho mai veramente lavorato su.
4)Qualcuno ha accostato la tua Monica a Bridget Jones e da quanto hai scritto nella pagina dei ringraziamenti che conclude “L’amore mi perseguita” si comprende che il paragone non ti sembra appropriato. A quale scrittore/scrittrice, invece, non vorresti mai essere paragonata? Ed eventualmente a chi ti lusingherebbe essere accostata?
Ho una passione smodata per le autrici americane se un giorno mi dicessero che, anche lontanamente,ricordo Nora Ephron (Harry ti presento Sally, Affari di cuore, C’è posta per te, e il libro “il collo mi fa impazzire) potrei scoppiare a piangere!
Mi sono strarotta di essere definita “la Bridget Jones italiana” è un’etichetta che mi hanno affibbiato anni fa, ma che non mi rispecchia minimamente e basta leggere qualunque mio romanzo per capirlo.
5)Non ti chiedo se ci sia molto di autobiografico nei tuoi personaggi femminili e nelle loro vicende perché basta leggere la tua biografia per avere la risposta. Ti chiedo, invece, se ad essere predominante sia la componente di realtà o di fantasia.
Moltissima fantasia nei fatti, nei luoghi e nei personaggi: di quello che ho scritto non ho fisicamente vissuto quasi nulla, ma tutta la parte emotiva e introspettiva è genuina al 100%.
6)Negli ultimi tempi in Italia, riscuotono notevole successo i libri-inchiesta come “Gomorra”, “La casta” e “Se li conosci li eviti”; tu, invece, hai scelto di scrivere libri (apparentemente) leggeri: perché?
A ognuno il suo!
Se fossi un magistrato o un giornalista di cronaca nera scriverei altre cose.
Non “scegli” fra scrivere un libro come “Gomorra” o uno come “I love shopping” è una missione, rappresenta la persona che sei, è la tua ragione di esistere.
Io scrivo di sentimenti e i sentimenti non sono mai leggeri.
7)E’ stato difficile trovare un editore disposto a pubblicarti? E quali consigli ti senti di dare a chi ha questo sogno?
Sinceramente no, ho mandato il manoscritto e mi hanno contattato dopo poco (Newton Compton n.d.a) e da allora scrivo per loro.
In ogni caso mai arrendersi al primo no, ascoltare i consigli senza essere permalosi e troppo attaccati a quello che si scrive.
Quando ci innamoriamo troppo del nostro lavoro perdiamo obbiettività e l’occhio esterno indispensabile per ricordare a noi stessi che stiamo scrivendo per altri e mai accettare di pubblicare a pagamento.
8)Ora una domanda che ti avranno fatto mille volte, ma che è d’obbligo farti: qual è, secondo te, il segreto del tuo successo?
Scrivo in maniera onesta e parlo di problematiche serie con ironia.
9)Hai paura che un giorno tutto questo successo possa svanire? (Sì, prego, fai pure tutti gli scongiuri del caso.)
Scrivere è una cosa che faccio, ma non è ciò che sono, starei fresca se per me esistesse solo questo. Metti che naufrago su un’isola che faccio? Scrivo messaggi ironici e li metto in una bottiglia??
Sono appassionatissima di yoga e mi sto diplomando per diventare insegnante, la vita è lunga chissà quante altre cose farò.
Ho cominciato a lavorare a 19 anni e ho fatto di tutto non mi spaventa niente!
10) Progetti futuri? … E l’amore?
Il prossimo libro a Natale. L’amore va bene grazie!