Novanta scosse in Mugello. E lo sciame sismico potrebbe continuare
Alle 20.38 di ieri sera arriva la prima scossa in Mugello. Ero davanti al pc, nella mia casa in Ronta, quando la sedia ha cominciato a muoversi con forza, credevo fosse la mia cagnolina, invece era il terremoto. Da lì, da quel momento è cominciata la notte più lunga per me e per i Mugellani. Le scosse hanno cominciato a susseguirsi a poca distanza l’una dall’altra e crescevano d’intensità. Sono state 36 quelle avvertite dalla popolazione e tra queste la più forte, quella delle 4 e 37, che ha svegliato chi era riuscito ad appisolarsi come me. Un boato, un dondolio forte del letto, l’abbaiare dei cani, le voci concitate nelle strade, il rumore dei motori delle auto con dentro intere famiglie atterrite che vi hanno trovato rifugio. Gente nei giardini, giovani per strada, ovunque paura, concitazione, incertezza. E’ la scossa più forte che creerà danni alla pieve di San Silvestro a Barberino e al municipio e che farà cadere il controsoffitto a quella ortodossa di Petrona. La scossa sarà avvertita anche a Firenze e Prato. Ma la terra non dà tregua e continua a tremare. Concitati i messaggi, le telefonate si alternano anche tra i docenti che a breve dovranno prendere servizio a scuola e che si interrogano sul da farsi quando, alle prime luci dell’alba, arriva dal sindaco del comune di Borgo san Lorenzo, l’ordine di chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado compresi gli asili nido comunali. Poco dopo, con il passaparola e la solidarietà che si materializza con l’ansia di queste ore arrivano, tra i messaggi vari, anche altri comunicati nei quali si avvisa la popolazione che molte scuole del territorio resteranno chiuse. La terra continua a tremare fino a stamattina dopo le 10 con scosse di 3.3./3.5 della scala Richter. I treni sono fermi, bloccata anche l’alta velocità, i tecnici devono controllare la situazione nelle gallerie. Il sindaco di Barberino invita i cittadini a non percorrere i viadotti che collegano il centro abitato all’autostrada. La macchina dei soccorsi si mette in moto, la Protezione Civile si adopera per allestire un campo presso l’autodromo di Scarperia ed ospitare un centinaio di sfollati. Al momento si parla di una settantina di persone fuori casa per danni alle abitazioni. Intanto i ponti e i viadotti risultano percorribili e in buono stato dopo i controlli dei tecnici ed anche i treni riprendono a viaggiare. Tutto sembra rientrare, ma mentre scrivo arrivano altre due scosse ravvicinate di lieve entità, una 2.2. l’altra 2.3. Non è finita.
La paura non è finita la terra tremerà ancora
Come spiega all’AGI Antonio Piersanti, sismologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) “L’area del Mugello è nota per dare sequenze sismiche ricche di eventi, come abbiamo già avuto modo di registrare questa mattina: nelle ore successive al terremoto di intensità 4.5 si sono verificate più di 50 altre scosse. Ci attendiamo che continueranno nei prossimi giorni, e non possiamo escludere nulla, neppure scosse di magnitudo più significativa”.
“Si è trattato di un terremoto di profondità inferiore ai 10 km – spiega l’esperto – e a carattere distensivo, parliamo cioè di una sismicità che è peculiare a tutto l’Appennino centrale e meridionale. Scosse di questa entità non dovrebbero comportare danni di alcun tipo, ma data la peculiarità del nostro patrimonio artistico, così ricco e delicato, non possiamo escludere questa possibilità”.
L’evento di questa mattina non è giunto inaspettato. “Nel nostro Paese i terremoti non arrivano mai inaspettati – osserva Piersanti – quella del Mugello è una zona sismogenetica nota alle cronache, sia dal punto di vista storico, sia dal punto di vista dell’epoca più recente. Due gli eventi più tragici: nel 1919 un terremoto di magnitudo 6.4, uno dei più grandi di tutto l’Appennino settentrionale, provocò più di 100 vittime e vasti danni alla provincia di Firenze; più indietro nella storia, nel 1542, da citare un terremoto di magnitudo 6.0, esattamente nell’area colpita questa mattina”.
“Il fenomeno è continuato anche nel recente passato – sottolinea il sismologo – dal 1985 ad oggi si sono susseguite tante sequenze sismiche e nel 2008, sempre in quel territorio, si sono verificati due terremoti di magnitudo 4,5 e 4”.
Nella foto la chiesa ortodossa di Petrona
Francesca Lippi