Inno alla Vittoria Post Elezioni, ma ne Siamo Proprio Sicuri?
Ora si tratta di “rinverdire” per l’ennesima volta la classe politica auspicando un maggior interesse per le impellenti esigenze della collettività, proponendo concrete soluzioni, molte delle quali promesse dalla neo Premier al femminile. Staremo a vedere, anche se si può presagire un “repetita iuvant”… in negativo.
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
Chissà come si sentono coloro che hanno raggiunto il traguardo del “Potere” irto di enormi responsabilità, e di futuri impegni che dovranno mantenere per i prossimi cinque anni… salvo incidenti di percorso dovendo fare i conti con le opposizioni! Ma soprattutto a quali dare la priorità considerando che non si deve perdere d’occhio il debito pubblico di 2.270 miliardi di euro che, è assodato, non si riuscirà mai a sanare nemmeno nelle prossime tre-quattro Legislature. Durante la campagna elettorale (che vorrei sapere quanto è costata ai vari protagonisti e come se la sono sovvenzionata) dibattiti con invettive, accuse, polemiche, proposte, contro proposte e promesse varie, non si è fatta menzione alla Sanità pubblica se non in modo marginale, settore che ha urgente bisogno di rivisitazione per una serie di esigenze… ancorché urgenti e vitali; come pure non si è fatto cenno (ma quando mai?) al vero “cancro” dell’Italia che è la burocrazia. A questo specifico riguardo pare che nessuno, e dico nessuno, abbia interesse a trattare l’argomento sia dal punto di vista storico-culturale che da quello strutturale e di azione; evidentemente sarebbero da richiamare all’ordine tutti i componenti (poche eccezioni a parte) della Pubblica Amministrazione. Un vezzo duro a morire che è sempre più lesivo alla collettività e, paradossalmente, di “comodo” agli amministratori sia all’apice che ai ranghi più bassi. Ma tale problema è aggravato dal fatto che sono soprattutto i cittadini a non affrontarla, continuando a subire ingiustizie e vessazioni, una sorta di masochismo con l’espressione-attenuante: «Tanto hanno sempre ragione loro (i burocrati) e non c’è nienete da fare. Bisogna quindi rassegnarsi perché questa è l’Italia». Ma costoro non si rendono conto che in realtà la burocrazia il più delle volte è affrontabile, superabile e forse anche alienabile, basta volerlo! Chi scrive da anni è un “fautore” dell’antiburocrazia, dimostrando in più occasioni di aver superato intoppi burocratici sia pur a livello locale; mentre a livello apicale dovrei risiedere nel “covo” della burocrazia, ossia in centro Italia. Detto ciò non intendo fare scuola a nessuno ma informare chi legge e potenzialmente tutti, che dalle ingiustizie e dai soprusi perpetrati dai burocrati ci si può difendere, ma sono necessarie alcune condizioni: essere dalla parte della ragione esibendo all’occorrenza i requisiti richiesti per un determinato diritto, dimostrare di attendere ai propri doveri, sapersi porre in modo civile di fronte ai propri interlocutori, avere un minimo di cultura del diritto ed essere determinati nel perseguire il fine ultimo, ossia la soluzione del proprio problema. A questo punto mi chiedo: quanti italiani (istruiti e non) sono in grado di osservare le suddette condizioni? Non mi è certo possibile fare un indagine a tappeto, ma per il solo fatto che il comportamento burocratico si perpetua un po’ ovunque, non posso dedurre che pochissimi saprebbero farvi fronte, in caso contrario la burocrazia sarebbe ridotta ai minimi termini.
La saggezza come virtù
Or dunque, riferendomi alla neo classe politica che sta salendo sul podio del potere, personalmente non prevedo alcuna inversione di rotta, se non minima, e di conseguenza ogni singolo cittadino dovrà continuare a subire l’azione di tale fenomeno che, detto per inciso, è in netto contrasto con i tanto decantati principi costituzionali. E a questo proposito dalla bocca del presidente della Repubblica di oggi e di ieri, non mi pare abbiano mai speso due parole sul concetto di burocrazia, né dal punto di vista storico-culturale e tanto meno su come fronteggiarla da parte dei cittadini. (Unico concreto provvedimento è che alcuni anni fa per iniziativa di un ministro sono state mandate al macero diverse centinaia di Leggi in quanto ritenute obsolete, e nulla più). Anche in questo caso ci sarebbe da fare qualche deduzione, ma per ovvie ragioni mi limito ad un invito rivolto a tutti i Parlamentari affinché mettano in pratica quanto segue. «La saggezza rappresenta la capacità di scegliere e volere in maniera razionale, riconoscendo la differenza tra bene e male, tra il razionale e l’irrazionale: ecco perché frasi sulla saggezza (se messe in pratica) rappresentano un valido aiuto per le nostre decisioni future, uno spunto per agire e pensare correttamente. Se è vero che secondo l’opinione popolare si diventa più saggi con il passare degli anni, leggere frasi ed esempi di vita sulla saggezza di filosofi, pensatori e scrittori ci permetterà di accelerare il processo, acquisendo esperienza di vita e prudenza». E, per concludere, mi si conceda questa constatazione, ossia ciò che dovrebbe consolare i candidati sconfitti nelle elezioni, è di non dover mantenere tutte le promesse che hanno fatto in campagna elettorale!
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