L’INSOLVENZA NEI CONFRONTI DEI DRAMMI UMANI
Sino a quando dovremo subire l’insulto alla dignità umana, ivi compreso l’impoverimento del patrimonio pubblico?
di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)
Tanti sono i drammi umani dei quali sono responsabili non solo la Natura per i suoi versi, ma anche l’essere umano, uomo o donna, e purtroppo senza limiti di età… Per quanto riguarda ogni atto lesivo alla persona od azione contro il patrimonio pubblico, ad esempio, in caso di confermata responsabilità la Legge interviene con i suoi strumenti (detenzione, multe, restrizioni varie, etc.), ma ciò non basta perché si tratta di fare prevenzione che nel nostro Paese è sempre stata una Cenerentola un po’ in tutti gli ambiti, in quanto ben “anticipata” (ma sarebbe più giusto di dire posticipata) dalla repressione. E quando si parla di prevenzione si intende ogni azione tesa ad evitare che un tale fatto non accada, ma poiché questa non viene quasi mai attuata nei molteplici contesti, inevitabili sono le conseguenze. In buona sostanza, come da sempre si sostiene, prima ci deve scappare il morto, o chiudere le stalle dopo che sono scappati i buoi. E chi invoca da più parti la prevenzione suggerisce che bisogna intervenire con il concetto di educazione, sia da parte delle famiglie che della scuola o di vari altri Organi preposti. A mio avviso è una proposta-invocazione che lascia il tempo che trova, anzitutto perché in ambito scolastico bisognerebbe ripristinare la materia di Educazione Civica nelle Scuola dell’obbligo e, anche se alcuni l’hanno ribattezzata “Cittadinanza e Costituzione”, il problema pare non essersi smosso più di tanto se non per un provvedimento legislativo. Questa “sostituzione” non si tratterebbe di un ritorno alla “vecchia” Educazione Civica (personalmente posseggo ancora una copia del piccolo manuale), né di una variante della “Educazione alla convivenza civile” introdotta dalla riforma Moratti con carattere interdisciplinare, ma di una vera e propria nuova disciplina, con valutazione autonoma e specifica… che vorrei capire con quali risultati. Da sempre sono un tradizionalista (anche un po’ nostalgico) pur essendo aperto a possibili innovazioni, purché contenute, ma in questo caso tale cambiamento pare non abbia sortito alcun effetto; non solo, poiché abbiamo subito l’influsso della potente globalizzazione e un notevole incremento di residenti stranieri delle più diverse etnie, peraltro dalle profonde differenze culturali (inclusi usi e costumi), il concetto di educazione continua a vanificarsi sempre di più, oltre al fatto che per impartire una educazione bisogna che i destinatari siano disposti ad accettare tale insegnamento. Con questo non intendo che non si debba insegnare ma nel contempo bisogna agire in modo che i destinatari, ossia tutti quelli privi delle più elementari nozioni dei doveri civici e del rispetto delle persone e delle cose, siano messi in condizione di farsi educare. Ma il problema è come. Non sono un esperto e tanto meno dotato di ruoli e poteri in tal senso; tuttavia, a mio modesto avviso bisognerebbe fare ricorso a quella pletora di esperti in materia comportamentale: psicologia, sociologia, antropologia, oltre al fatto di penalizzare nei modi dovuti chi non si attiene alle regole della civile convivenza. Insomma, anche se impopolare, oggi, per taluni casi si tratterebbe di “rispolverare” il vecchio detto: il bastone e la carota, non certo inteso come violenza fisica ma far nascere quella via di mezzo che è la virtù: avvicinarsi agli interessati con il buon esempio che, va da sé, deve prima venire dall’alto, ossia da chi pontifica. Questo mio modesto suggerimento, come ripeto, non proviene da persona dotta, ma semplicemente da persona che osserva ed analizza con scrupolo ed immedesimazione gli eventi sociali quotidiani, e poiché non appartengo ad una casta e non rientro in nessun entourage, sicuramente il mio “contributo” cadrà nel vuoto. In attesa di situazioni migliori dovremo subire ancora ogni sorta di avversità da parte di tutti coloro che sono privi delle più elementari nozioni di civile convivenza, e finché ci si limiterà a comminare sanzioni, arrestare e subito scagionare, indulgere, amnistiare ed altre carenze simili, la nostra incolumità sarà sempre meno garantita, così come le conseguenze a discapito del patrimonio pubblico. Vorrei ancora aggiungere che questi problemi sono quotidianamente oggetto di numeri che la cronaca ci trasmette, e chi sta al potere li ripete ogni volta, e ogni volta non è in grado di provvedere: ne sono esempio i quotidiani femminicidi e le morti sul posto di lavoro (costante carenza di prevenzione). Inoltre bisogna fare i conti con la politica economico-finanziaria, e anche la politica internazionale (a cominciare dal continuo ed incontenibile flusso della immigrazione), aspetti questi che rendono di fatto più difficile essere razionali ed obiettivi: ma chi ha scelto di ambire al potere deve prendersi tutte le relative responsabilità (rispondendo alla propria coscienza e alla collettività), e questo significa “rivedere” le proprie competenze, pena assistere a quanto di peggio ci potremo aspettare… e forse in tempi non troppo lontani.