IN MEMORIA DI SERGIO CAMELLINI
Intensa commozione nel mondo della cultura per la scomparsa del grande poeta modenese
di Goffredo Palmerini
Mi sono messo/ a riempire pagine bianche/con penna d’amore,/ perché cammino sulle lettere del cuore/ e porto dentro un sogno./ Quando sarò a un passo dal cielo,/ prima di varcare il settimo,/ consegnerò la mia busta di sentimenti/ a te, Angelo in volo,/ che mi senti. (Sergio Camellini, A un passo dal cielo)
È arrivata, purtroppo. È arrivata un’ora fa, con il suo carico di dolore, la notizia della scomparsa di Sergio Camellini, deceduto dopo un breve ricovero all’ospedale di Sassuolo per l’aggravarsi del male che da alcuni mesi lo affliggeva. È giunta con un messaggio della figlia Marcella, medico e cardiologo, e come un fulmine si è diffusa nel mondo letterario italiano dove il grande poeta modenese era amato e stimato per il suo valore d’autore come per la sua straordinaria umanità, densa di sensibilità ed empatia. Un poeta dal verso trasparente come acqua cristallina, ricco di sentimento, immediato nella comprensibilità. Un poeta costruttore di ponti d’amicizia e condivisione di valori universali. Sergio Camellini era largamente conosciuto e apprezzato nel mondo letterario italiano, soprattutto amato per le sue singolari doti umane, di rispettosa attenzione all’altro, un autentico operatore di pace.
Eccellente nella professione di psicologo clinico, biopsicosessuologo e psicogeriatra, Sergio Camellini aveva nella poesia la sua seconda ragione di vita e nella civiltà contadina il suo rifugio dai rumori e dal parossismo della moderna società. Come poeta ha cantato le piccole gioie, le fatiche del quotidiano, la natura, l’amore, i ricordi, che portano a riflessioni sull’esistenza umana contemporanea. Poesia, la sua, che si sviluppa guardando l’Oltre, con forza e coraggio. Il suo poetare esprime dolcezza, scivola ad inseguire versi ricchi di accelerazioni emotive. La sua penna intinge al rispetto reciproco, vergando sul quaderno della vita i valori di sempre sulle ali della libertà, dell’amicizia e della pace. Appassionato e cultore di arte povera, studioso della civiltà contadina, nella sua casa a Borgo Serrazzone, il suo buen retiro sull’Appennino emiliano, aveva fondato un vero e proprio Museo agreste con attrezzi ed utensili agricoli e dei diversi mestieri artigiani. Migliaia di pezzi esposti nel giardino, sulle pareti e nei locali pianterreno dell’ampia casa di montagna, raccolti e collocati con cura negli anni, costituiscono la straordinaria collezione etnoantropologica di civiltà contadina che Camellini ha creato e che lascia alla libera fruizione culturale.
Sergio Camellini, nella foto, era nato a Sassuolo (Modena) il 14 dicembre 1940. Affermato psicologo, era membro della Società Italiana di Sessuologia Clinica e Psicopatologia Sessuale presso la sede di Torino. Poeta assai fecondo, i suoi versi cantano le piccole gioie, le fatiche del quotidiano, la natura, l’amore, i ricordi, che portano a riflessioni sull’esistenza umana contemporanea. Numerosi i volumi di sillogi poetiche pubblicati, tra cui si ricordano: So di essere (Edizioni Progetto Cultura, 2003), Rivoli di pensiero sulla carta (Pagine, 2013), Poesia sei tu (SD Collezioni Editoriali, 2014), Bagliori (Ed.Ursini, 2015), Sogno di un mattino di primavera (SD Collezioni Editoriali, 2015), So di essere (Edizioni progetto cultura, 2016), Tenero è l’amore (Guido Miano, 2017), L’azzurro del tuo cielo (Il Convivio, 2017), Tra le righe del pensiero (Edizioni Progetto Cultura, 2018), Opera Omnia Sergio Camellini (Guido Miano, 2018), Il canto delle Muse (Guido Viano, 2019), Madre natura è vita (Aletti, 2019), S’accende una luce (Il Convivio, 2020), Viandante dei sogni (Dantebus Edizioni, 2020), I colori della fantasia (Guido Miano, 2021), Ascolto i silenzi (Consulta, 2021). Presente in numerose antologie, sillogi e poesie di Sergio Camellini sono state tradotte e pubblicate in serbo e in inglese. Ha partecipato ad eventi culturali e letterari in India e in Serbia. Innumerevoli i premi e i riconoscimenti alla sua poesia, alla cultura e alla carriera che gli sono stati tributati nei più prestigiosi concorsi in Italia e che ne fanno uno degli autori più noti e apprezzati.
Poeta finissimo, delicato e intenso, elegiaco e penetrante, Sergio Camellini. “La poesia elegiaca di Camellini – scrive tra l’altro Guido Miano in prefazione alla silloge Il canto delle muse – ha avuto il sopravvento fin dal secolo scorso sugli orientamenti e sulle motivazioni estetiche del linguaggio poetico, adottati in precedenza dallo sperimentalismo, dal neorealismo, dagli echi memoriali e recuperi del classico, ad eccezione dei linguaggi originali di taluni maestri, quali ad esempio la limpidità di Francesco Petrarca e lo stile decisamente personale di Ugo Foscolo […] Dal canto suo Vittorio Sereni, altro singolare poeta rinomato, è del parere che, sulla scia dell’esperienza linguistica di Ungaretti, i dati della quotidiana realtà vengono omologati in taluni aspetti del paesaggio dell’anima […].”
Così ha scritto Regina Resta in un’annotazione critica: “Quella di Camellini è una poesia che tende a rievocare l’atmosfera della memoria del poeta, fanciullo ed uomo, amore, ricordi, dolore appena accennato, speranza e consolazione. È inoltre, la sua, una scrittura che sa tenere insieme tutti i tasselli di una vita fatta di scelte audaci di risolutezza¸ soprattutto, è una scrittura che canta le piccole gioie e le fatiche del quotidiano, che indaga e porta a riflessioni intrinseche di respiro universale che toccano l’esistenza umana in tutti i suoi aspetti. Possiamo definire la poetica di Camellini una poesia che cura, come medicina preventiva per guarire gli affanni, domande a cui risponde, perché il mondo ha bisogno di poesia per guarire da se stesso e dall’individualismo. ”
“Gli armoniosi versi del poeta – annota sulla poetica di Camellini il critico letterario Vincenzo Granavi – al lettore cantano un messaggio universale, il telos dell’opera. Sergio ha tessuto con le trame auree delle arti e con la leggerezza sublime un abito dorato di luce e colori. È la veste dei sogni, di cui invita a rivestirsi l’umanità, in questo mondo così opaco, spento, materialista e grigio, per vivere per sempre nel chiarore della bellezza e delle emozioni”. E ancora Fulvio Castellani sottolinea: “Se, come diceva Diderot, ‘la saggezza non è altro che la scienza della felicità’, nella poesia di Sergio Camellini troviamo un concerto di momenti che vivono di saggezza e di felicità nello scrivere, nel cercare in sé uno spazio in cui tuffarsi per captare echi di un ieri vissuto a viso aperto e voci di un presente che si racconta con bagliori di luce e di sogno. La parola scivola così con gioia, quasi un inseguirsi di versi liberi, brevi o brevissimi, dialoganti, ricchi d’amore e di accelerazioni emotive […].”
Inoltre, Francesca Liuzzo commenta “Non è un caso che la letteratura propone tantissimi poeti e scrittori che in ogni tempo hanno fatto dell’amore il tema fondamentale della loro produzione artistica. Pur limitandosi solo alla poesia, si potrebbe fare una lunga elencazione a partire dal mondo greco-romano (Saffo, Catullo, etc.), sino ad arrivare ai nostri tempi (Merini, Caproni, Prévert, etc.). Sergio Camellini si può inserire in questa elencazione”. Infine Tommy Anton Ily, nella nota di presentazione della silloge Tra le righe del pensiero, tra l’altro asserisce: “[…] A ben vedere, l’intero corpus di questa silloge vive nel segno di una libertà raggiunta o da raggiungere, un invito che si fa pressante soprattutto di fronte alla cruda realtà di chi voglia innalzare bandiere devastanti. Messaggi che inesorabilmente segnalano una società non in linea col benessere dell’uomo e che la poesia ha il compito di non sottacere creando, con le immagini e il canto intimo delle parole, quella parte mancante di umanità e d’amore per guardare oltre, stringendo le mani a quanti si trovino in difficoltà. Quindi libertà, vita, pensiero, amore, dignità, diventano piccoli grandi bagliori ai quali affidarsi. ”
Oltre agli innumerevoli prestigiosi riconoscimenti che gli sono stati conferiti in Italia, a Sergio Camellini è stato tributato il Golden Ace International Award 2021 dal World Pictorial Poetry and Art Forum, istituzione artistica e letteraria con sede centrale in India, fondata dal poeta artista Krishan Chand Sethi. Questa la motivazione del conferimento: «Sergio Camellini, insigne poeta italiano e persona di grande sensibilità umana, viene dichiarato vincitore dei Golden Ace International Awards 2021 su 132 nomination. Gli è conferita una bandiera che rappresenta Amore, Pace e Umanità a livello globale, un artistico trofeo, un diploma a certificazione del premio. Sarà inoltre pubblicato un libro sulla sua vita e sui suoi successi in campo letterario, redatto a cura di Williamsji Maveli». La prestigiosa istituzione culturale World Pictorial Poetry and Art Forum vanta 33 sedi in tutto il mondo ed opera a livello internazionale nella diffusione dei valori di Pace, Amore e Umanità, attraverso la poesia pittorica. Da quel momento, grazie anche alla sensibilità culturale che lo ha contraddistinto, al dialogo tra culture che lo animava e alla spiccata capacità d’intessere relazioni, Sergio Camellini era diventato davvero un punto di riferimento tra la cultura d’occidente e la cultura d’oriente.
Forte commozione ha dunque destato la scomparsa di Sergio Camellini, nella sua città e in Italia, in seno al mondo letterario e culturale. Una grave perdita, in particolare, per l’Associazione internazionale Verbumlandiart, fondata e presieduta da Regina Resta, fine poetessa ed infaticabile operatrice culturale. Dell’associazione salentina Sergio Camellini era uno dei soci fondatori e membro del Consiglio direttivo, autorevole presidente degli eventi internazionali e premi letterari organizzati dall’istituzione in Italia e all’estero. L’ultimo appuntamento che lo ha visto partecipe, prima che il male ne fermasse l’attività, era stata la celebrazione a Roma, nell’ottobre 2023, della X edizione del Premio d’Eccellenza Città del Galateo, come assidua e determinante era stata la sua presenza operativa nelle edizioni precedenti quale presidente di Giuria del Premio.
Persona d’impareggiabile giovialità e garbo, di rara finezza d’animo, di grande cultura quanto grande la sua modestia, Sergio Camellini entrava immediatamente in relazione con tutti. Con il sorriso solare e la facondia della parola entrava subito nel cuore. I suoi rapporti di amicizia sono stati sempre improntati alla gentilezza, alla franchezza e alla disponibilità d’affetto sincera. Dell’associazione Verbumlandiart, insieme alla presidente Regina Resta con la quale ha condiviso una vera affinità elettiva, egli ha fatto per davvero un cenacolo culturale ma anche un crogiuolo di valori condivisi e di sentimenti profondi, dove armonia e rispetto dell’altrui pensiero sono stati presidio di crescita e forza nell’affrontare le impegnative prove dell’istituzione e nell’assicurargli traguardi di assoluto prestigio. Con taluni componenti del direttivo dell’associazione, peraltro, Sergio ha coltivato una speciale fraternità di rapporto, tanto da usare confidenzialmente l’appellativo di “fratello”, come con Hafez Haidar, poeta insigne e candidato al Nobel per la Pace e la Letteratura. Anche chi scrive ha il privilegio d’aver avuto con lui un rapporto così fraterno.
La presidente Regina Resta, a nome del Consiglio direttivo, dell’Assemblea dei soci e suo personale, così ha dichiarato in un commosso messaggio di partecipazione al lutto della famiglia: “L’Associazione culturale Verbumlandiart APS esprime il suo profondo cordoglio per la scomparsa del caro socio e amico Sergio Camellini. In questo momento di grande dolore, ci stringiamo con affetto e vicinanza alla famiglia, agli amici e a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e apprezzarlo. La sua presenza, la sua passione per l’arte e la cultura, e il suo inestimabile contributo alla nostra Associazione lasceranno un vuoto incolmabile nei nostri cuori. Sergio Camellini sarà ricordato per il suo entusiasmo, la sua dedizione e la sua generosità, valori che continueranno a ispirarci nel nostro impegno quotidiano. Con affetto e gratitudine, il Consiglio Direttivo di Verbumlandiart APS e i soci tutti.” Di Sergio Camellini l’associazione Verbumlandiart, come l’intero panorama culturale e letterario italiano, conserverà memoria duratura come la più preziosa eredità morale.