OLTRAGGIO AD UNA PROFESSIONE A CAUSA DELL’OTTUSITÀ E DELLA BUROCRAZIA

Sia di esempio l’opera del dott. Vito Procacci che, con nobiltà d’animo e professionalità, ha dimostrato che curare senza limiti non è mai un eccesso

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Vito Procacci

Se è vero che il mondo delle assurdità deve esistere, non è detto che non le si debbano considerare e mettere sotto la lente. Occupandomi da anni di anti-burocrazia, di tanto in tanto vado raccogliendo esempi di queste assurdità: alcune sono “modeste” altre sono invece eclatanti sino all’inverosimile. Ma prendiamo ad esempio una tra le più recenti come ci ricorda la cronaca. È morto recentemente a 65 anni il dott. Vito Procacci di Bitonto, il medico che durante la pandemia da Covid-19 fu multato (di 27 mila euro) per eccesso di straordinari, multa in seguito annullata dal presidente della Repubblica. Un’onta per quel medico, per i suoi famigliari, i suoi colleghi e per l’Ordine nazionale dei Medici, ma anche per l’intera nazione, a conferma che la tanto democratica Italia non si smentisce mai nemmeno di fronte alla massima disponibilità di chi fa il proprio dovere che, se con eccesso, sembra diventare un reato amministrativo. E non mi si dica di essere un “ossessionato” dalla burocrazia, perché a ben rievocare nel tempo, gli episodi della vergona rappresentata dalle assurdità sono dovuti proprio alla burocrazia e, considerando inoltre la recente depenalizzazione dell’art. 323 del C.P., ossia quello relativo all’abuso d’ufficio, c’è da mettersi le mani ai capelli (per chi li ha) e votarsi al proprio santo protettore, anche se non esiste un patrono contro la burocrazia! Il dott. Procacci (direttore dei P.S. prima a Foggia e poi a Bari). che si era profuso oltre il limite in emergenza di pandemia, non solo ha dato il massimo esempio di etica professionale ma anche di grande solidarietà umana; ma ciò nonostante non è bastato a dispetto della razionalità. A sua “difesa” mi verrebbe da osservare che se ad esempio anziché chiamarsi dott. Procacci si fosse chiamato dott. Schweitzer o prof. Sabin, l’effetto vergogna made in Italy sarebbe stata da inserire in uno dei Gironi danteschi, con l’aggravante che in carenza di medici ed altri operatori sanitari, anche durante la pandemia, nessuna giustificazione sarebbe tollerata nemmeno dal buon Dio. L’episodio in questione, per la cronaca è uno degli ultimi esempi prodotti che inducono a pensare che per il burocrate ogni modo può essere “lecito” per fare cassa; ma come ben si sa, la vil pecunia da sempre domina il mondo e produce ulteriore sofferenza ai pazienti e spesso anche a chi li cura. Purtroppo la burocrazia nostrana si manifesta quasi quotidianamente in ogni ambito della vita sociale, ad opera della ottusità di questo o quel burocrate, produttore di quel malessere che nessuno riesce a sconfiggere. E a questo proposito l’eccesso delle assurdità, a mio dire, è dato dal fatto che nessun paladino intende ergersi per contrastare questo sistema perverso: la parola burocrazia è tanto pronunciata e ripudiata (da tutti) quanto al tempo stesso elusa…, manco fosse paragonabile alla peste. O forse lo è. Tornando all’esempio del caso in apertura dell’articolo, se il dott. Procacci non avesse ecceduto oltre il suo orario di lavoro in epoca pandemia, quanti pazienti non sarebbe riuscito a curare? I politici continuano a sprofondare nell’abisso delle assurdità perché, l’eccesso di zelo da parte dei medici (di cui si lamenta la costante carenza) per lenire le sofferenze umane, denota un ulteriore difetto del Sistema sanitario, quale conseguenza aggravante delle già moltissime esistenti patologie. E questo, forse, non sarebbe superabile nemmeno se si volesse “rimodernizzare” la Costituzione… basterebbe mettere in pratica l’attuale esistente!

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