Rapporto Draghi: l’Italia è già attiva da un anno sul carbon neutral

Draghi

Secondo  il Prof. Marco Mele, amministratore della SFBM, l’Italia è gialla attiva da oltre un anno sui carburanti carbon neutral, proposti da Draghi nel suo report

Nel Rapporto Draghi, relativo al settore automotive, si trovano alcuni passaggi che la SFBM, società di Stato del gruppo GSE, ha già messo in atto da oltre un anno, sostenendo la standardizzazione e la ricerca nel settore dei carburanti carbon neutral.

Nel rapporto di Draghi si legge:

Gli standard comuni sono essenziali per trarre vantaggio dalle economie di scala e dalla connettività nel Mercato Unico e per creare standard esemplari con portata globale. La definizione degli standard dovrebbe coinvolgere diversi attori, tra cui industria, scienziati e ONG pertinenti nel processo normativo per stabilire standard completi e inclusivi. Il settore automobilistico dell’UE trarrebbe notevoli benefici da standard avanzati nelle seguenti aree: Nuove tecnologie’.

Secondo il Prof. Marco Mele, Amministratore Unico della SFBM SpA in riferimento a tale punto la stessa SFBM ha iniziato, già lo scorso anno, a supporto della standardizzazione condotta dal Comitato Tecnico ISO /TC 22/SC 41, un progetto per l’utilizzazione di un blended fuel (idrogeno + biometano) in grado di assicurare la sostenibilità ambientale, tecnica, economica e strategica nel settore automotive con un time to market immediato.

Per quanto riguarda poi il riferimento alla standardizzazione cogente per la quale il Rapporto sottolinea che “è importante garantire che le normative della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) e la legislazione dell’UE siano coerenti, soprattutto nelle aree dell’armonizzazione tecnica e della valutazione del ciclo di vita’ , la SFBM, afferma il prof. Mele, “si è già posta l’obiettivo di utilizzare i risultati del lavoro di ricerca (disponibili entro i prossimi 10 mesi) per modificare il regolamento UNECE R. 110 onde consentire una rapida omologazione ai veicoli alimentati con un blended fuel (idrogeno +metano) con percentuali di idrogeno significative (almeno maggiori del 10%)”.

Questo comporterà la possibilità di sfruttare appieno ed immediatamente i benefici del biometano, di cui l’Italia è uno dei maggiori produttori al mondo, e dell’idrogeno (compatibilmente con le quantità disponibili), nei motori alimentati a gas naturale già esistenti, senza bisogno di interventi tecnici o infrastrutturali e senza bisogno di ingenti investimenti.

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