ENNESIME CONSIDERAZIONI SUL COMPORTAMENTO UMANO

Da secoli la storia si ripete, ma l’assurdo è che quando imperava l’ignoranza e la superstizione o non si avevano mezzi si periva, e oggi che si ha di più si pretende l’impossibile e si distrugge tutto ciò che è naturale. Compresa la vita.

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Da come stanno evolvendo gli eventi della vita quotidiana, sia in Italia che all’estero, c’é da preoccuparsi e non poco. Non passa giorno che la cronaca ci porti a conoscenza di molti reati di varia natura, in particolare contro la persona e contro il patrimonio; per non parlare poi delle quasi costanti calamità naturali, sia esse proprie che causate dall’uomo. In quest’ultimo caso si consideri, ad esempio, la siccità che sta martoriando le popolazioni della Sicilia e della Campania, oltre alle inondazioni in varie Regioni che paiono non finire con notevoli conseguenze, oltre ai gravissimi disagi per le stesse popolazioni, e a ciò si mettano in conto gli ingenti stanziamenti che servono per farvi fronte. Nel contempo, assistiamo alle infinite diatribe tra i politici e tutti, nessuno escluso, puntano il dito contro i rispettivi oppositori. A tutto questo si aggiungano gli effetti “inurbani” causati dai tafferugli e dal vandalismo in alcune città dove manifestanti, per questa o quella causa, non conoscono il modo più civile e umano per sostenere le ragioni di un popolo in difficoltà: da sempre ogni forma di schieramento viene espressa con la violenza che, detto per inciso, si riesce a contenere con non poche difficoltà e qualche inefficienza, e men che meno si riesce a prevenire. Se riavvolgiamo la pellicola della storia di qualche decennio o magari anche di qualche secolo, episodi del genere non mancavano, ma si consideri che in quelle epoche e in determinate popolazioni l’ignoranza, la superstizione e le notevolissime differenze sociali la facevano da padrone; per non parlare delle cause che hanno prodotto i due conflitti mondiali (oltre a quelli attuali che attualmente sono cinquantadue). Ora, personalmente non ho idea di quanto siano realmente preoccupate le varie popolazioni, anche solo quella italiana sulla quale mi soffermerei giacché ne faccio parte; ed è pur vero che l’informazione viene data e molti eventi si “toccano con mano”, ma dal pulpito si emettono voci spesso retoriche e, come da ogni retorica, non si produce nulla e non si va da nessuna parte. Anche il Pontefice condanna fatti e misfatti e invoca la pace, ma mio avviso sono solo gemiti che pochi recepiscono, a riprova del fatto che sono in calo le vocazioni come pure i fedeli. Nel mentre gli inventori, gli uomini di scienza e gli ambiziosi senza contegno procedono con i loro prodotti finalizzati al commercio e quindi al consumo, ma tutto ciò alla resa dei conti pesa moltissimo sulle tasche, sulla mente e sul comportamento del consumatore. Ecco, dunque, che la società dei consumi, compreso il contributo della televisione alla quale bisognerebbe togliere una parte del potere-invadenza e ridurre le proposte più becere e deleterie come alcuni programmi di intrattenimento che producono emulazioni, illusioni e delusioni… (e gli effetti si vedono, comprese certe pubblicità: Karl Popper docet!). L’analfabetismo di ritorno persiste, e quindi un determinato tasso di ignoranza: si legge sempre meno, e i neo laureati per non restare disoccupati sono costretti (chi può) ad emigrare all’estero, come pure rinunciare (o ritardare) a crearsi una famiglia. Nonostante tutti questi problemi il mondo dello sport, dello spettacolo e della moda ha sempre più multi milionari (spesso anche molto giovani), una vetrina della quale taluni ceti modesti vorrebbero farne parte, ma poiché l’accesso a loro non è consentito le conseguenze sono in parte inevitabili. Del resto, torna utile citare in sintesi la presentazione del libro di Vittorino Andreoli “La società del pressappoco. La malattia dell’uomo moderno” Ed. Solferino, 2024), «… stiamo passando dal mondo della precisione a quello del “pressappoco”: siamo dominati dall’incertezza e da un dibattit0 che fa emergere solo quello che ci divide, il mondo digitale sta cancellando quello concreto e genera comportamenti preoccupanti (specie tra gli adolescenti), persino la scienza ammette di poter giungere solo a conclusioni parziali…».

Si consideri, inoltre, che anche in questi tempi cosiddetti moderni ed emancipati, in molti soggetti la mente umana si è evoluta, ma in peggio, tanto che a mio avviso non c’è esperto che tenga per comprendere realmente al meglio e soprattutto più completamente gli effetti deleteri che produce; ben considerando con un occhio particolare e di “rispettoso” riguardo tutte quelle persone che sono affette da vere e proprie patologie mentali. In questi casi la Medicina ha fatto qualche progresso, ivi compresa la farmacologia e in qualche caso la mirata psicoterapia, ma ciò che manca per queste “vittime del dolore gratuito” è il sostegno concreto ed esteso alla Persona e, con una popolazione che invecchia sempre di più, l’assistenza sarà sempre meno. Purtroppo, come ben si sa o come si dovrebbe sapere, gestire (mi si passi il termine) la psiche umana non solo è compito della Medicina ma anche della società, in parte sempre più inadeguata e distante da tutto ciò. Con queste mie constatazioni non intendo ergermi per pontificare, ma semplicemente contribuire a far prendere tutti coscienza di quanto ci sta accadendo nella consapevolezza che potenzialmente siamo tutti “a rischio” di diventare vittime di questo o quell’evento… sino anche a perdere la vita per l’altrui mano violenta (con il costante aumento quasi quotidiano degli omicidi che non si riescono a prevenire e, in taluni casi, per una scarsa efficienza di tutela da parte di chi è deputato a governare. Vorrei concludere rammentando, anche se sembra superfluo, che Dio ha creato ogni essenza di vita, e l’uomo non apprezzando la distrugge pur di appagare le sue ambizioni… spesso camuffate dall’esigenza del progresso che deve continuare.

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