MASSIMILIANO SECHI… UN ESEMPIO PER TUTTI, DISABILI E NON
Una forza contro il destino sino a diventare padrone della propria vita
di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)
È doveroso prendere coscienza di tutto ciò che ci circonda, in special modo gli eventi che riguardano i disagi sociali e umani dei nostri simili. Del resto siamo tutti “figli dello stesso Dio” e viviamo in comunità, all’interno della quale vi sono persone meno fortunate in quanto, ad esempio, affette da una disabilità più o meno grave. Ma talvolta, per non dire sovente, tendiamo a girarci dall’altra parte…, e questo non è certo un bel gesto aggravato dal fatto che non si pensa di poter incorrere in una analoga esperienza, ovvero, contrarre una malattia o subire un infortunio che ne determinano una invalidità più o meno grave; senza contare poi i casi che hanno contratto un handicap dalla nascita. E qui è bene fare una riflessione in più proprio perché sono eventi che non si possono prevenire. È il caso, ad esempio, di Massimiliano Sechi (classe 1986), nato con una grave malformazione denominata Focomelia, assenza parziale degli arti superiori e inferiori. Ho avuto modo di conoscere la sua storia raccontata in più occasioni in programmi televisivi come “Tu si que vales” (Canale 5), ma soprattutto per l’iniziativa Evolution Forum Day (ormai visibile su qualunque piattaforma). Gli autori di quest’ultima precisano: «In questo momento storico è più importante che mai diffondere un messaggio di forza, di energia positiva e di vicinanza con persone che ci fanno stare bene. Ne abbiamo tutti bisogno, perché ci fa sentire meglio, ci aiuta a tenere gli occhi aperti sulla realtà ed essere coscienti di ciò che ci gravita attorno». Sul palco in una di queste edizioni di fronte a un numeroso pubblico, Massimiliano è stato intervistato da Gianluca Spadoni, ideatore di percorsi formativi, al quale a più riprese ha rievocato la sua “odissea”, una testimonianza ricca elargendo messaggi di ottimismo e sottolineando di essere una persona come tutte, avendo superato la fase del “credere di non valere abbastanza e di non essere apprezzato, e persino di non sentirsi amato”. Una fase inziale della sua vita che di primo acchito ha forse manifestato sconforto, ma di li a poco si è ripreso acquisendo la consapevolezza che assumendosi la responsabilità della propria vita, si capisce che tutto accade e che si è protagonisti, e non vittime. Ma i problemi psicologici sono continuati anche quando Massimiliano ha raggiunto una maggiore autonomia (anche con l’ausilio della carrozzina elettrica) affermando: «C’erano due parti in me: quella razionale che faceva di tutto per superare la disabilità, essere indipendente e vivere la scuola, gli amici e i videogiochi come un ragazzo qualunque. Poi c’era la parte inconscia che ancora non aveva accettato la disabilità. Accettare significa acquisire consapevolezza del fatto che ognuno di noi nasce con il suo corpo perché ognuno di noi ha una missione ben predefinita in questa terra, e che il mondo non potrebbe essere quello che è se ognuno di noi in questo momento non fosse qui e non esistesse esattamente com’é». E come dargli torto? Convinzioni e determinazioni che gli hanno cambiato la vita, sia pur dopo anni di difficoltà ma vissuti con passione e talento in particolare per quanto riguarda i videogiochi, lo sport e la musica. Infatti, Massimiliano nell’affrontare le sfide fisiche e il cyberbullismo, ha raggiunto notevoli traguardi diventando campione del mondo in questo ed altri sport. Oltre ad inseguire la carriera in questo ambito, ha iniziato anche quella di youtuber pubblicando video in inglese dove raccontava le proprie performance dimostrando la propria abilità, e ironizzando su quelli che erano i suoi bulli.
È quindi diventato un personaggio popolare, ma dotato di saggezza e lungimiranza tanto che è inevitabile sottolineare il suo intendimento di Persona, in merito al quale ha precisato: «Per tutta la vita ho dovuto fare i conti con gli sguardi, con le parole e i giudizi di molti. Tutto quello che avrei voluto e che sto cercando di dimostrare a chiunque, è che sono normale anche io. In fin dei conti, non esiste una definizione di normale, siamo tutti diversi e tutti uguali… siamo allo stesso tempo umani tutti, eppure ognuno di noi ha la sua diversità che è inevitabilmente la propria ricchezza». Nel corso degli anni, con questo esempio di “stimolo alla normalità”, ha imparato esserci differenza tra convivere e accettare la disabilità e, non riuscendo inizialmente ad accettarla, ha iniziato un percorso sapendo dove voleva arrivare seguendo un tracciato sino a giungere al traguardo, diventando il padrone della sua vita dipendendo tutto da sé stesso. Di Massimiliano, che oggi ha 38 anni e vive a Sassari, e che non solo è campione dei Gec (Giochi Elettronici Competitivi), si potrebbe dire ancora molto, ma io credo che dal suo esempio di vita, come di altri, dobbiamo (o dovremmo) sentirci tutti coinvolti non per mera solidarietà, ma per quel senso di uguaglianza e quindi parità che determinano e giustificano la nostra esistenza. In sostanza, Massimiliano ci insegna che non bisogna essere vittime della vita ma protagonisti.