COME SI STANNO EVOLVENDO SIA L’INFORMAZIONE  CHE I VARI MEZZI DI COMUNICAZIONE

Rispetto alle infinite notizie di ogni genere, quelle relative alla buona e corretta informazione come anche alla cultura sono assai penalizzate…

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico e divulgatore di tematiche sociali)

Sono diversi anni che l’informazione in Italia (e non solo) subisce “ristrettezze” soprattutto in merito alla diffusione dei vari mezzi di comunicazione, in particolare in versione cartacea anche se i quotidiani, ad esempio, cercano di invogliare offrendo sempre più inserti e addirittura anche libri a prezzi popolari, sia pur in versione tascabile o in ri-edizioni. Evidentemente i vari social media, quindi internet e tutti i vari mezzi di comunicazione online, hanno preso il sopravvento; ma bastasse solo questo (si fa per dire), perché a mio avviso bisogna rilevare le infinite proposte di pubblicità a tutta pagina che tolgono spazio ad argomenti più dotti e di maggiore utilità, sia nei quotidiani che nei settimanali e, ovviamente, più imponenti sono quelle prodotte dai mezzi televisivi. Oltre al larghissimo spazio dedicato alla politica interna e internazionale, la fa da padrone (è proprio il caso di dirlo) la cronaca nera e giudiziaria, sia perché gli eventi sono pluri quotidiani e sia perché il lettore comune è sempre più assetato di queste notizie. Poi, qualche spazio è riservato alla cronaca (rosa) mondana, incrementato copiosamente da quello sportivo dando spesso eccessivo censo alle performance dei protagonisti… sottolineando anche i loro compensi da capogiro. Ma quello che mi fa specie è che in proporzione più scarso è lo spazio dedicato alla cultura, quanto meno da parte di alcune testate, e ancor meno a notizie di vita sociale in cui primeggino esempi di solidarietà con fini filantropici, la cui storia è assai ricca di protagonisti che si sono spesi in tal senso. Per contro sono molte le associazioni non profit che assumono notevoli spazi pubblicitari chiedendo di versare una quota solitamente “imposta”, come anche l’invito della durata per tale offerta. In tal senso trovo decisamente poco etico da parte loro entrare nell’intimo delle persone (sia pur senza obbligo) con tale modalità, che di fatto condiziona psicologicamente ed emotivamente il fruitore, sempre più indeciso se dare il proprio contributo ad una associazione piuttosto che ad un’altra. Tutto ciò, checché se ne dica, a dispetto delle diverse crisi esistenziali che stiamo vivendo (5-6 milioni di poveri in assoluto, ad esempio), e poi ci si lamenta del calo delle nascite, della disoccupazione, delle varie insicurezze sociali, come pure della instabilità politica peraltro sempre più disorientante… e ossessiva. Ma tornando al concetto base del ruolo della informazione, la decadenza è ancorché dimostrata dal calo dei lettori proprio perché in realtà si legge sempre meno, non solo giornali e riviste ma anche libri.

Ora, se anche nella scuola è implicito il ruolo dell’informazione, la stessa sta subendo una sorta di deterioramento a causa dei vari malesseri al suo interno, a cominciare dalla sempre più assente disciplina e, per certi versi, dalla disomogeneità di impostazione didattico-gestionale, tant’è che anche il lessico dei giovani studenti lascia molto a desiderare, per non parlare poi del potere degli insegnanti sempre più in declino. Ma in questo ambito va pure evidenziata la cronica carenza degli insegnanti di sostegno (in parte in assenza di formazione) per alunni con disabilità, aspetto questo che penalizza non solo gli stessi ma anche la crescita civile delle Istituzioni e del Paese. Altro aspetto deleterio, a mio avviso, sono le straboccanti proposte di talk show televisivi dedicate ad argomenti di politica (rimescolata ora dopo ora) e di problemi sociali in genere. Questi programmi (che non a caso sono sempre condizionati dalla politica) sono generalmente condotti da giornalisti e opinionisti (anche improvvisati), taluni di modesta cultura ma soprattutto dal lessico spesso anche volgare, in quanto il turpiloquio sembra voler assumere un ruolo di ulteriore e particolare convincimento dei presenti in studio e dei telespettatori. E sulla abolizione della censura cinematografica (5/4/2021) è bene stendere un velo pietoso. E questa dunque la buona informazione? Niente affatto: informare, seppure è diritto e dovere, sarebbe più lecito se con meno condizionamenti… Ma c’è una ma: hanno più voce in capitolo coloro che si sono affermati e appartengono a questa o quella corrente, mentre i cosiddetti freelance sono meno condizionati, ma più liberi… anche se più poveri! Ultima osservazione. Per onor del vero bisogna rendere merito alle proposte di informazione aventi temi storico-culturali e scientifici, anche se alcuni di questi (specie documentari televisivi), hanno spesso la voce narrante o dello speaker che è sovente sovrastata dal sottofondo sonoro, tanto che talvolta risulta incomprensibile.

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