Il mondo parallelo dei Teletubbies
“é l’ora dei Teletubbies, è l’ora dei Teletubbies……..”, questo il richiamo che viene proclamato durante il telefilm per bambini “Teletubbies”.
Torniamo così al nostro appuntamento settimanale con la rubrica dei bambini che oggi si occupa di analizzare proprio questa serie televisiva per bimbi in età prescolare.
Un nostro lettore era curioso di saperne un po’ di più sui Teletubbies e noi lo abbiamo accontentato.
Prima di diventare mamma avevo guardato qualche episodio di questo sceneggiato e mi era sembrato proprio stupido, ma quando invece ho visto che il mio bambino di un anno rimaneva imbambolato davanti a quelle immagini allora mi sono interrogata un po’ ed ho cominciato a fare la mia analisi personale.
I protagonisti della serie sono 4: Tinky Winky, Dipsy, Laa-Laa, e Po, che vivono a TeletubbyLandia, in un’abitazione futuristica, a forma di bassa cupola. La loro casa si trova al centro di un ambiente collinare dove ci sono tanti fiorellini, dei conigli che scorazzano per i prati, dove si sente il cinguettio degli uccellini e dove il clima è quasi esclusivamente primaverile.
L’obiettivo di questo telefilm è probabilmente quello rendere partecipi i bambini, farli sentire in un mondo che è vicino al loro modo di percepire e giocare. I teletubbies, infatti, hanno proporzioni, comportamento e linguaggio simili a quelli di un bimbo in età prescolare. Il design e il ritmo delle trasmissioni furono, infatti, definiti da uno psicologo cognitivo, Andrew Davenport, che strutturò le puntate in modo adeguato alla breve capacità di concentrazione tipica dei bambini di quell’età. Il linguaggio dei teletubbies è estremamente semplificato, lento e ripetitivo. Tra le frasi ricorrenti ci sono “Tante Coccole” e “Ciao Ciao“, che sono tipicamente ricercate e ripetute dai bambini di quell’età. Una presenza costante di ogni episodio è rappresentata dal sole, che compare all’inizio e alla fine della puntata e che contiene al suo interno il viso di un neonato. Apparentemente potrebbe sembrare una figura meno importante, ma quel sorriso che illumina le giornate di quei 4 protagonisti, a mio parere, rappresenta quasi l’ego del bambino che sembra riconoscersi in quel visino. E che dire degli altoparlanti che narrano gli episodi o semplicemente anticipano le azioni dei Teletubbies? Si tratta di una sorta di guida, di cui i protagonisti hanno bisogno, proprio come la guida genitoriale di cui bambini di 1, 2 o 3 anni hanno ancora bisogno.
Un mondo parallelo quello dei Teletubbies, dove forse anche la mente dei bambini così piccoli viaggia e vede un mondo perfetto, sereno e felice.
Arrivederci alla prossima con la rubrica “Bambini” e come direbbero proprio Tinky Winky, Dipsy, Laa-Laa, e Po: “Ciao Ciao”.
Giusy Chiello