La forza di una “X”. La riflessione di una lettrice
Ci ha scritto una nostra lettrice, Elisabetta Lo Medico, commentando ciò che sta accadendo nella sua città alla vigilia delle elezioni amministrative. Abbiamo voluto pubblicare la sua riflessione perchè è emblematica per tutti i cittadini italiani, visto che gli atteggiamenti di cui si parla sono uguali in tutta Italia, anche per le elezioni nazionali.
“È strano vedere certe facce in giro, facce mai viste prima; ancora più strano è poi vederle ovunque: ponteggi, mura, cestini, cassonetti, alberi, pali della luce, vetrine. A questo “strano” fenomeno ne corrisponde un altro, l’apparizione di sedi di partito mai viste prima; anche loro spuntano miracolosamente solo ora– e non è la primavera!
A volte queste facce camminano. Gente che qualche mese fa non si accorgeva nemmeno della nostra esistenza improvvisamente diventa affettuosa, invocando aneddoti di chissà quanti anni prima; chiede dello stato di salute della tua famiglia (occupandosi di almeno tre generazioni, se va bene), ma soprattutto s’interessa alla tua (non)carriera. Quando vieni simpaticamente congedato -perché nel frattempo un’altra persona a loro familiare si trova dall’altra parte della strada- ti salutano chiedendo di andarli a trovare, così “vediamo che si può fare”, lasciandoti in mano una serie di fac-simili.
I nostri politici, dunque, in questa campagna elettorale ci stanno mettendo “la faccia”. O almeno così dicono. Metterci la faccia per chi fa politica in questo modo vuol dire solo appenderla da qualche parte o portarla in giro a mo’ di “santino” – alcuni, di cui sopra, hanno tolto San Pietro e hanno messo il politico di turno, osservare auto e altri mezzi per credere – e se dicono qualcosa, promettono… qualunque cosa! Le promesse variano dal posto di lavoro, all’accettazione di un mutuo, all’aiuto finanziario per scendere al sacchetto della spesa, ai 10 euro. L’offerta varia a secondo dell’interlocutore.
Poi c’è un’altra categoria, quella degli “uscenti”, ovvero: gente che per Bagheria non ha fatto nulla in 5 anni passati promette di riuscire a far qualcosa nei prossimi 5 anni, dicono loro “per raccogliere i frutti del loro operato”. Per convincerci della loro buona fede invocano tutto quello che anche vagamente è riconducibile a loro, sospiri e sbadigli compresi.
Insomma, quanti sforzi e quante energie per convincervi a mettere quella “X”.
Vogliamo veramente che tutto questo modo assurdo di fare politica vada avanti e cresca indisturbato, alimentato dalle difficoltà che abbiamo tutti di “campare”? Perché se tutto questo può continuare è perché siamo noi a volerlo.
Quando vengono a chiedervi il voto, vi dicono cosa vogliono fare per Bagheria? E se ve lo dicono, vi indicano anche dove prendere i soldi per realizzarle? Vi siete chiesti dove sono stati tutti “questi” prima della campagna elettorale?
Provate a cercare i comunicati stampa, che se mandati vengono sempre pubblicati dai nostri giornali locali, o a leggere su internet i commenti lasciati agli articoli riguardanti gli argomenti più scottanti per questa città .
Difficilmente ne troverete traccia.
Peccato però che la politica non sia un gioco. Peccato che la politica sia una cosa seria e di certo quella a cui stiamo assistendo è tutto tranne che seria.
La politica è seria quando è fatta di gente pulita, è seria quando lavora 365 giorni l’anno perché ritiene di avere una grossa responsabilità, cioè mantenere le proprie promesse. È la politica del fare, è la politica che non si arrende , è la politica che non ha paura di perdere e che quindi non scende a patti e non fa compromessi con nessuno. È la politica che fa della legalità la sua forza.
Chiedo ai miei concittadini di dire basta allo scempio che si sta consumando sotto i nostri occhi, chiedo di votare secondo coscienza. Informatevi, controllate se state dando il voto a un “riempi lista” – spesso nascosto bene tra parenti e amici.
Il lavoro, la possibilità di vivere dignitosamente, una casa dignitosa non sono un regalo che qualcuno vi deve fare, sono un vostro diritto che chi è al governo di una città come di una nazione ha il dovere di garantirvi.
Costringiamo i nostri politici a lavorare.
Solo se cambiamo punto di vista avremo una città migliore, una città in cui è bello vivere. Una città in cui essere felici.”
Nella foto: Elisabetta Lo Medico
la passione e l’amore per la propria città, la speranza di vederla rifiorire al di là delle sconfitte civili ovunque presenti, la determinazione a guardarsi intorno responsabilmente…specialmente ora con le votazioni, momento in cui la vita civile si autodetermina (su quali basi?…in meglio?…in peggio?…), la trepidazione per le incertezze per il proprio futuro nella propria città…. questo io leggo. Ed è già una speranza. Gente che seriamente si interroga. Giovani che si guardano intorno con la voglia di sapere e di fare. Questo io spero per la tua città Emanuela
Un’analisi molto acuta, che purtroppo ben calzerebbe a tante realtà italiane. Comunque sia, fintanto che esisteranno persone dotate di spirito critico potremo ancora coltivare la speranza di un miglioramento. Grazie, Elisabetta, per aver condiviso con noi le tue riflessioni