Latina: Esperienza in un seggio elettorale

 

 

 

Per la prima volta, come rappresentante di lista, ho potuto seguire l’intero iter di espletamento del diritto di voto nella mia città, Latina: dagli afflussi delle persone fino allo spoglio finale delle schede.

Sono rimasta, a dir poco, sconcertata. A cominciare dal luogo: l’Istituto Artistico Statale. Il primo assaggio all’ingresso: colpisce l’incuria e l’abbandono di quella che dovrebbe essere un’aiola e che, ahimè, la dice lunga sulla qualità del resto dell’accoglienza all’interno. Dopo l’ingresso, su ambo i lati del corridoio, si allunga una fila di aule e stanze adibite ad altro. Accanto alla prima aula, lo sguardo rimane inchiodato su di un  grigio mobile da ufficio rettangolare a più cassetti bloccati a catena, con sopra,  in bella vista, in quello che appare senza un ordine logico, una congerie di carte strazzonate (sembrano moduli continui per uffici) disposte intorno ad un cestello per  lavatrice contenente, al suo interno, un enorme piede in gesso. Il tutto è decorato da bottigliette di plastica accartocciate e residui che chiameremmo, prosaicamente, immondizia. Se non mi fosse balenato il sospetto che questo angolo potesse godere della impunità di santuario di ricerca artistica, avrei ceduto alla tentazione di buttare tutto nel cestino dei rifiuti, in ascolto ad un istintivo senso di decoro e rispetto per le persone afferenti al seggio, (magari facendolo nella maniera più discreta possibile). Dio quanto sono irrimediabilmente antiquata!

E i bagni? Quinto mondo!  (non vorrei offendere il terzo perché, pur fra lentezze inguaribili, tuttavia azzarda sforzi sostanziali per uscirne) Bagni sporchi, completamente imbrattati dai writers (l’inglesismo val bene a stemperare termini realisticamente più congeniali, come: squallore o vandalismo..) senza carta igienica e senza chiavi alle porte, e ovviamente, senza uno straccio di carta asciugamani … L’impressione è quella di essere catapultati  in un universo imbarbarito e vandalizzato …… come saranno stati gli accampamenti dei poliziotti chi vi hanno anche pernottato?

E le aule adibite al sacrosanto diritto di decidere la maniera più civile di governare il mio paese e la mia città? Un bell’esempio di accampamento per senza fissa dimora. Una sommaria parvenza di luogo finalizzato ad un rito importante di libertà e civiltà: banchi malconci allineati avanti a sedie per gli operatori; altri banchi non utilizzati ammucchiati lungo una  parete con sopra sedie riverse; i pacchi delle schede svuotati e alloggiati qua e là nel tentativo di sottrarli ad un caos a vista ….

Per fortuna la gentilezza ha avuto la meglio stemperando l’impatto veramente ed incredibilmente sgradevole …..

E le operazioni di scrutinio finale? Un’agonia! In generale assenza di un qualsivoglia criterio metodologico che ne snellisse la procedura ….(criterio tentato ed adottato in un  seggio su quattro, in questa scuola) e criticità nella lettura delle schede dubbie. L’operazione globale, lunghissima ed estenuante,  ha seguito in generale questi ritmi: apertura delle schede e posizionamento in pile (con quale criterio?) su un tavolo costituito dai banchi accostati; al termine, riconsiderazione delle singole schede, ossia: lettura della scheda nelle sue componenti; annotazione, da parte degli addetti alle operazioni, di ogni voce identificata; ostensione della scheda da parte della presidente del seggio al gruppo di rappresentanti di lista (seduti  o in piedi o vaganti in cerca di notizie) e, ovviamente, il processo decisionale sull’attribuzione delle schede dubbie (soprattutto per voto disgiunto), in un evidente clima di incertezza e di incompetenza …

E i mezzi a disposizione? Le operazioni  sono scrupolosamente annotate, contate e ricontate con l’ausilio di taccuini e calcolatrice (quest’ultima, per qualcuno, ritenuta inaffidabile)…  Qui la tecnologia non esiste. È buttata fuori.. ..ed io non ho affatto la percezione di essere nell’era informatica del 2011!

Non sono mancati dibattiti interessanti: porta del seggio aperta o chiusa? Il cittadino ha diritto ad entrare ed assistere alle operazioni di spoglio delle schede elettorali? Il regolamento ne vieta l’accesso solo se non votante nello specifico seggio in cui si vorrebbe assistere, ma questo non ci ha evitato spocchiose lungaggini.

E la questione dei cartelli elettorali ancora presenti nel raggio di 200 metri dal seggio? Al fine di evitare liste di attesa per la rimozione da parte dei servizi competenti, un volenteroso li ha tirati giù aiutandosi con una sedia (senza dimenticare, a tale proposito, una sollecita, insinuante presa sotto il braccio, da parte di qualcuno in strada, rafforzata dall’amicale suggerimento a lasciar perdere ….). Ma, soprattutto, un’ amara constatazione:  il voto accordato per interessi  che non sono quelli  del bene della collettività, hanno costituito, quasi interamente, la normale motivazione all’esercizio del diritto. Dovremmo preoccuparcene.

Ad ora tarda me ne sono ritornata a casa, estenuata ed incapace di reggere, di fronte alle prospettive catastrofiche di vedere l’alba dalle finestre del seggio.

   Buona fortuna Latina!

 Emanuela Verderosa

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