Pedofilia e cattolicesimo: Don Riccardo Seppia, infermo o pervertito?

L’Italia, il paese del cattolicesimo, del Papa, del Vaticano, emblema della religione cristiana, in questi giorni si è macchiata dei peccati di Don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di abusi sessuali su un chierichetto sedicenne e cessione di droga. Un caso sconcertante che mette in cattiva luce la cristianità italiana: un uomo con la tonaca che stava a contatto con i ragazzini per insegnargli la dottrina cristiana in realtà li circuiva, si approfittava delle loro debolezze, delle loro fragilità, per estorcergli una prestazione sessuale. Linguaggio scurrile e giochi di parole: questi i primi approcci per “addescare” la “vittima”.

I genitori dei ragazzini che frequentavano la parrocchia di Don Seppia saranno sconcertati al solo pensiero che quell’uomo abbia solo potuto pensare di avere un rapporto sessuale con i loro figli. Mamme e papà che mandano i loro figli all’oratorio, al catechismo invece di fargli frequentare le strade dove ci possono essere pericoli. Invece i loro figli il pericolo lo hanno trovato tra le mura di una chiesa e nelle azioni di un sacerdote.

Purtroppo il caso di Don Seppia non è il primo in Italia e nel resto del mondo.

Si parla di uomini che nascondono la loro perversione sotto la veste talare, e che spesso vengono nascosti dalla loro “madre chiesa”.

Giovani e meno giovani, donne e bambini hanno subito violenze da gente del genere che nella maggior parte dei casi non viene punita.

Stavolta speriamo che la giustizia faccia il suo corso e che Don Seppia paghi per il reato commesso, anche se già il suo avvocato premedita di presentare la perizia di infermità mentale.

Sarà un infermo o un pervertito?

Speriamo che il cattolicesimo italiano e mondiale non nasconda più casi eclatanti come questo, a scapito di giovani innocenti.

Giusy Chiello

Redattore Capo -giusy.chiello@ilmiogiornale.org

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