Palermo, blitz delle forze dell’ordine all’“Anomalia”

La prima volta che ho sentito parlare dell’Anomalia di via Archirafi, a un passo dall’Orto Botanico e dalla Facoltà di Scienze MM. FF. NN., era stato negli scantinati di un call center palermitano, dove alcuni giovani studenti iperqualificati (per mansioni tali) si impegnavano ugualmente a svolgere coscienziosamente il loro lavoro di customer satisfaction, per racimolare con dignità qualche centinaia di euro.

Mi avevano parlato di uno spazio autogestito nel quale era possibile fare palestra, laboratori di teatro, fotografia, cineforum, convegni e seminari. C’era anche un progetto per il futuro, consistente in uno studentato con 30-35 posti letto destinato a studenti svantaggiati e fuori sede, da allestire al terzo e ultimo piano dell’enorme complesso. I fondi per tutto ciò? Donazioni raccolte durante le feste e autotassazione. Tutto questo in poco più di un anno e mezzo di occupazione, dopo decenni di abbandono e degrado dello stabile.

Oggi, in città, si fa un gran parlare dell’irruzione delle forze dell’ordine all’interno dei locali dell’Anomalia, avvenuta all’alba del 3 agosto, con il conseguente sgombero del centro studentesco. Non una nuova Diaz, questo è certo, anche perché il blitz delle quattro camionette della polizia celere e del personale della Digos e della Polizia Scientifica è risultato uno spiegamento di forze sproporzionato per i quattro studenti che avevano trascorso lì la notte precedente, e che sono stati identificati, condotti in questura e  rilasciati.

“La richiesta di sgombero è partita dalla proprietà, ovvero dall’Università degli Studi di Palermo” – spiega Giorgio Martinico, studente dell’Anomalia. “Una richiesta del genere è un atto formale e dovuto, ma è la volontà di dare seguito a tale richiesta che non ci aspettavamo. Da circa due mesi chiedevamo al rettore Roberto La Galla di avere un colloquio ufficiale a nome degli studenti dell’Anomalia, del consigliere regionale Fabrizio Ferrandelli e del capo della commissione all’Urbanistica Nadia Spallita. L’idea era di aprire un dialogo con le istituzioni accademiche per poter presentare dei progetti ufficiali, attenendoci ad eventuali indicazioni dell’amministrazione universitaria. Prima della nostra occupazione, questo spazio era chiuso e abbandonato da quarant’anni. Da vent’anni è assegnato all’Università di Palermo, che ha approvato cinque progetti di recupero. Progetti mai partiti per mancanza di fondi. Con questo sgombero l’Università passa ai fatti senza avere alcun progetto imminente, solo per non avere un confronto democratico con noi”.

Intanto, per tutto ieri, dal rettorato non è arrivata alcuna dichiarazione sulla vicenda: un silenzio che fa presagire manifestazioni studentesche per chiedere conto dell’accaduto.

L’Anomalia, che prende il nome dall’occupazione avvenuta a seguito dell’esperienza delle proteste studentesche portate avanti nel 2009 dall’Onda Anomala, rischia adesso lo smantellamento di cucine, camere da letto e palestra popolare, preparandosi a un nuovo periodo di abbandono, mentre i quattro studenti fermati per averci bivaccato rischiano provvedimenti dall’autorità giudiziaria.

Foto e servizio: Andrea Anastasi

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