Cinema: “Carnage” e “A Dangerous Method”, quadrilateri pericolosi
Roman Polanski e David Cronenberg sono due indiscussi maestri del cinema (il primo è anche legittimato da un Oscar, un Golden Globe, un Orso d’Argento, una Palma d’oro, due Cesàr, un Goya, due Efa e un David di Donatello) che dopo avere gareggiato ad armi pari all’ultimo Festival di Venezia, bruciati entrambi nella corsa al premio di miglior film dal Faust di Sukarov, si ritrovano fianco a fianco ad alzare l’asticella della qualità nelle sale italiane d’autunno.
Apparentemente non potrebbero essere più lontani Carnage e A Dangerous Method. Il primo è brillante e sofisticato, ambientato in un elegante appartamento dell’altolocata New York contemporanea, mentre il secondo è un solido film in costume che oscilla tra gli ariosi laghi svizzeri e le severe architetture viennesi del primo Novecento.
Eppure, entrambi sono film raffinatissimi, pervasi da una cura formale fuori dal comune e prevalentemente verbali. Di più, in entrambe le pellicole spiccano i rapporti di reciprocità e contraddizione di quattro personaggi ben caratterizzati, interpretati da nomi che messi in fila fanno impressione: Jodie Foster, Kate Winslet, Christopher Waltz, John C. Reilly, Viggo Mortensen, Keira Knightley, Michael Fassbender e Vincent Cassel.
In Carnage, due coppie chiuse per tutto il tempo in un appartamento cercano di venire a capo di una lite che ha coinvolto i loro figli adolescenti (mai presenti nel film). Le battute sono ora brillanti, ora sarcastiche, ora sentite, con equilibri che si ridefiniscono continuamente (i mariti primi si sfidano, poi si spalleggiano) e un Polanski che si diverte a scomporre il quadrilatero anche a livello stilistico: porte, finestre, quadri, art book, sedie, poltrone, tavolini e vasi sono rettangoli moltiplicati all’infinito, per una gioiosa frammentazione dell’uomo contemporaneo in cui affiorano anche le utopie, manie, ipocrisie ed esagerazioni che lo contraddistinguono.
In A Dangerous Method il quadrilatero è ben più torbido e perturbante, visivamente ben rappresentato nei disturbi psicofisici di Sabina Spielrein (inquietanti almeno quanto le creature di Cronenberg in La Mosca e Existenz). Freud (Mortensen), che per dare basi scientifiche alla psicoanalisi fa risiedere l’origine di ogni comportamento nelle turbe sessuali, è il contraltare di Jung (Fassbinder), che invece vuole trovare qualcos’altro che motivi e renda più complesso l’agire umano. C’è poi un terzo medico, Otto Gross (Cassel), che professa apertamente la libera fornicazione e la poligamia, e l’imbattersi nella paziente Sabina Spielrein dei tre medici chiude il quartetto e dà vita alla storia.
Quadrilateri pericolosi e necessari, Carnage e A Dangerous Method, che in questi tempi di telepredicatori con tutte le risposte pronte, pongono quesiti complessi e potenti: “è possibile introdurre un ordine nella realtà”? “Perché negarsi ciò che si desidera”?
Andrea Anastasi