Stuprata una minorenne a Nereto, è il secondo caso in pochi giorni in Abruzzo

 

 

 

di Francesca Lippi

Nereto paese con poco più di 5000 abitanti, in provincia di Teramo, ma a due passi dal mare, ha avuto il suo stupro, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì scorsi,  vittima una minorenne. Due giorni dopo quello avvenuto a Pizzoli, dove la vittima era una studentessa di appena 20 anni. Un paese tranquillo, Nereto, se si prescinde da un orrendo fatto di sangue accaduto qualche anno fa che vide la morte di un noto avvocato e di sua moglie. Il resto routine. La piazza del paese, dove il pomeriggio giocano i bambini e la sera si ritrovano gli adolescenti. Il mercato settimanale, a pochi metri dall’anfiteatro, che in estate è luogo d’incontro per gli spettacoli gratuiti offerti dall’amministrazione comunale, proprio quell’anfiteatro dove una ragazzina ha subito violenza sessuale. Non un luogo isolato, quindi, ma nel pieno centro del paese.

Nereto è ancora sotto choc, perché da quanto si apprende dalle prime indagini sembra che la violenza sia stata reiterata e che sia una violenza di gruppo. Lunedì scorso è stato fermato un uomo, originario del Marocco, di 28 anni: è lui il principale indiziato. Il gip Marina Tommolini ne ha convalidato il fermo e la sua posizione si aggrava di ora in ora. Secondo quanto emerso, infatti, al giovane viene contestata anche una seconda violenza sessuale. La vittima sarebbe sempre la stessa: la minorenne di Nereto tornata a casa lunedì notte, in stato di choc.

I genitori preoccupati  le avrebbero chiesto spiegazioni, poi la corsa al pronto soccorso e la conferma dei medici di Sant’Omero di una violenza sessuale. Ma oggi si scopre che quanto accaduto meno di sette giorni fa non sarebbe nemmeno un fatto isolato ma ci sarebbero addirittura dei precedenti che risalgono allo scorso mese di dicembre. Lo avrebbe rivelato proprio la ragazzina ai carabinieri di Alba Adriatica. Per quattro, forse cinque volte, la vittima era già stata preda del branco e probabilmente veniva minacciata dal momento che non avrebbe mai rivelato, prima di lunedì scorso, quanto accaduto.
Anche il quel caso il migrante sarebbe il principale indiziato: era lui il capo del branco, sospettano gli investigatori.

 L’uomo non agiva da solo ma si muoveva insieme ad altri ragazzi, ma ha sempre negato ogni addebitoaffermando di essere estraneo ai fatti contestati sia davanti ai carabinieri, che lo hanno ascoltato più volte, sia davanti al magistrato di turno. Ma ad incastrare l’indagato sarebbe stato il racconto della vittima che ha chiamato in causa anche altri giovani, tutti extracomunitari.

Il sindaco di Nereto, Minora, nel comunicare la sua vicinanza alla famiglia invita alla calma la cittadinanza, affinché il clima preoccupante che si respira a Nereto non degeneri domani, in vista del presidio organizzato da Forza Nuova,  in paese,  proprio a seguito dello stupro della minorenne. Temi della manifestazione saranno immigrazione e violenza sulle donne.

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