28 febbraio: Dieci anni fa ultimo giorno della Lira

La Lira cessò di avere corso legale il 28 febbraio 2002, quando venne sostituita dall’Euro, moneta tutt’ora (agosto 2009) in circolo in sedici paesi dell’Unione Europea e altri nove non compresi nell’UE, come la Repubblica di San Marino, la Città del Vaticano, Monaco, Montenegro, Kosovo, Andorra e altri. La storia della Lira risalirebbe all’impero romano d’Occidente. Durante l’espansione e le conquiste politiche e militari, l’impero subì una brusca frenata nel commercio, con conseguente riduzione della diffusione delle monete. Durante gli scambi più ambiti e delicati fu preferito usare monete auree provenienti dall’area bizantina e araba, mentre per quanto riguardava i commerci minori venivano ripiegate monete argentee. Con Carlo Magno si ebbe la prima riforma monetaria, attuata tra il 781 e il 794 d.C., forgiando da una libbra d’argento ben 240 denari di una lega eccellente. Questa riforma regolò la coniazione nell’Europa fino alla rivoluzione francese. La moneta realizzata circolò nei territori posti sotto il controllo di Carlo Magno; qui nacquero i multipli di conto del denaro, ovvero il soldo, valevole 12 denari, e la lira, valevole 20, rimanendo però solo unità di conto e non avendo corrispettivo metallico. Solo nel 1472, sotto il dogato di Nicolò Tron, a Venezia, venne emesso un corrispettivo di 20 soldi chiamato Lira Tron. Due anni dopo, a Milano, fu fatta coniare, da parte del duca Galeazzo Maria Sforza, una lira argentea; idem a Genova. In Piemonte toccò al savoiardo Emanuele Filiberto creare la sua lira. Solo durante la rivoluzione francese, nel 1793, venne adottato il sistema decimale suddividendo la lira in decimi e centesimi. La Lira italiana venne dunque introdotta durante il periodo napoleonico, adottata durante la seconda campagna d’Italia nella ricostruzione della Repubblica Cispadana come Repubblica italiana, nel gennaio 1802. Le prime emissioni delle nuove monete avvennero cinque anni dopo in Venezia e Bologna con la produzione delle 40, 5 e 2 lire e proseguendo con quelle da 1 e da 20, taglio identico a quello del Ducato di Parma e Piacenza del 1815. Dopo la unificazione dell’Italia, la Lira sostituì tutte le monete il 24 agosto 1862. Conseguentemente all’aumentare del debito pubblico, dovuto all’unificazione italiana, per la Lira venne stabilito il corso forzoso, ovvero la non convertibilità tra la moneta e il metallo prezioso equivalente; la Banca Romana fu liquidata e creata la Banca d’Italia che ebbe il compito di coprire il 40% delle lire in circolazione. Nel 1900, Vittorio Emanuele III, noto per la sua passione per la numismatica, successe a Umberto I. La prima guerra mondiale fece riprendere il corso forzoso, che fu abolito nel 1909; durò fino al 1927 e la Lira equivaleva a 0,07919 grammi di oro. La valutazione venne alzata durante il periodo fascista. Ma la convertibilità divenne stabile con il Fondo Monetario Internazionale del 1960, quando una Lira corrispondeva a 0,00142 grammi d’oro e un dollaro a 625 lire. Il primo gennaio 1999 entrò in vigore l’Euro, il cui tasso di cambio fu irrevocabilmente fissato a 1936,27 lire per un euro. Il primo gennaio di tre anni dopo, l’Euro cominciò a circolare con la Lira, prendendo il suo posto il 28 febbraio. Sulle banconote della Lira erano rappresentati Maria Montessori (1.000 lire), Guglielmo Marconi (2.000 lire), Vincenzo Bellini (5.000 lire), Alessandro Volta (10.000 lire), Tiziano Vecellio (20.000 lire), Gian Lorenzo Bernini (50.000 lire), Caravaggio (100.000 lire), Raffaello (500.000 lire).

Fonte: successeoggi.it

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