Elezioni comunali il 6 e 7 maggio in varie città italiane. I cittadini voteranno per Grillo?
E’ uscito di recente il libro”Scollochiamoci” di Simone Pirotti, edito da Chiarelettere nel quale l’autore propone un’alternativa alla situazione di crisi che oggi ha coinvolto l’intero pianeta, incluso il nostro Paese, come purtroppo, sich, tutti sappiamo, situazione che possiamo riassumere con poche parole: forti sempre più forti e deboli sempre più deboli. Non siamo qui a disquisire sulla validità del libro, poiché non lo abbiamo ancora letto, quello che ci interessa è l’argomento che Pirotti ci presenta in un’ottica diversa da quella che vuole vederci a tutti i costi perdenti, soffocati da una crisi che ci toglie il respiro, la vita. (Nel nostro Paese i suicidi di piccoli imprenditori, artigiani, disoccupati fanno ormai parte di una lista lunga come una litania, riempiendo le cronache con un’assiduità quasi giornaliera, presentando il volto di un’Italia che appare sconfitta, ben più sconfitta di quando vedeva i suoi emigranti, nel periodo della Grande Recessione, partire a bordo di battelli verso destinazioni dove fosse possibile reperire il classico “boccone di pane”).
L’autore, rispondendo ad una giornalista che lo intervistava, presenta l’alternativa possibile, da lui stesso sperimentata, e cioè quella di “scollocarsi” dall’idea del posto fisso, del consumismo sfrenato, dell’avere una casa magari in una grande città dove i costi sono più alti e propone l’alternativa di riparare gli oggetti per non doverli ricomprare, di trovare un’abitazione dove sia possibile farsi l’orto e scambiare i propri prodotti con i vicini, o magari di vivere in una barca accontentandosi di spazi ristretti, di lavorare facendo quello che piace, ma accontentandosi di vivere con poco, per riappropriarsi della propria vita. Insomma scollocarsi dai concetti consumistici e ritornare a vivere con essenzialità. I concetti non sono nuovi. Pirotti forse li estremizza, ma comunque sanno di rinnovamento e di quella voglia di cambiare che ormai la stragrande maggioranza degli italiani auspica.
Parlano di “umanesimo”, di un ritorno ad una vita più sana, lontano dalla frenesia che ci ha portati al collasso. Umanesimo che non significa moralismo, ma consapevolezza, capacità di mettersi in gioco, di riscoprire i rapporti umani più veri, le cose più semplici. Umanesimo che ci porti a riscoprire soprattutto la nostra anima, quella che non appartiene solo ai credenti, ma quella che appartiene ad ognuno di noi. Forse non andremo a vivere in una barca, forse non ci occuperemo di lavori agricoli, ma sicuramente staremo meglio con noi stessi, perché è da lì che bisogna ripartire. E poi vedremo, dopo le prossime elezioni, cosa accadrà alla nostra politica. Riuscirà a vincere le elezioni comunali il Grillo nazionale, che si accanisce a ragione con i “forti” del nostro Paese, incredibile metafora vivente dell’altro noto grillo di Collodi che tanto bacchettava il povero Pinocchio, in qualche città davvero stufa di imbrogli, vigliaccate, festini: Palermo, Genova, Piacenza, tanto per citarne qualcuna, come reagiranno? Lo scopriremo presto. Questione di giorni.
Francesca Lippi