La moralità ai giorni nostri nell’ottica comportamentale
La moralità, quale componente della personalità umana, nel migliore dei casi è motivo di saggezza (oltre che di dovere), ma sovente riscontriamo che tale “dote” è propria di pochi uomini e tale carenza trova ragione in processi di evoluzione delle più svariate civiltà. Le esperienze e le asperità smussano gli angoli della vita, ma quasi sempre producono scetticismo, egoismo e indifferenza tali da incorrere (chi più chi meno) in un comportamento che rasenta l’incoerenza più assurda. L’amara soddisfazione che si prova nel voler dimostrare che i nostri simili hanno sempre torto, è il primo sintomo che dà adito ad un inizio di stato immorale con effetti deleteri che si ripercuotono sul nostro modo d’essere; di conseguenza resta così poco spazio per le buone intenzioni ed i rapporti civili tra gli uomini si incrinano vicendevolmente, e questo, con la prerogativa di dover ammettere che l’umanità è irrimediabilmente “penalizzata” sotto l’aspetto della socializzazione. Le difficoltà aumentano e convivere diventa soltanto un fatto pressoché soggettivo: convivere con sé stessi, è questo l’inevitabile risultato che ne può derivare.
Certamente il carattere ha origini genetiche ed ambientali con mutamenti durante la fase evolutiva, ma esso acquista risalto e condiziona, in modo a volte ragionevole e ponderato, le successive azioni da intraprendere. La forza, l’ambizione e la sete di raggiungere i traguardi che ci prefiggiamo dimostrano indubbiamente un carattere ardente e marcato, ma suscettibile di modificazioni per l’evolversi delle circostanze; nel contempo si delinea un apparente velo di isolamento e di austerità e, sotto questa apparenza, il tutto costituisce il necessario per affrontare, con la dovuta e consapevole serenità d’animo, le innumerevoli battaglie che ci attendono in questa vita terrena.
Se la moralità d’ogni individuo è intesa come rettitudine quotidiana nei nostri propositi e nelle nostre azioni, ma non disgiunte da quella calma glaciale che in simili circostanze ne sottolineano la fermezza e lo spirito di procedere verso quelli che sono gli imprescindibili doveri morali nei confronti della propria famiglia e del prossimo più in generale, è doveroso osservarne la sua importanza come concetto di vita poiché ha funzione di coerenza: onestà, amore per lo sviluppo di una sana personalità e obbedienza alle leggi (rispetto dei valori esistenziali). Dopo tante mete raggiunte e conseguenti appagamenti per ogni azione espletata sulle basi di una sempre più corretta moralità, le doti che si sono potute denotare nell’individuo costituiscono una buona ragione per proseguire allo stesso modo, sia pur con comprensibili inflessioni del comportamento ma senza trascendere nel rischio di recidivare. In tempi più recenti, va osservato, la massa rientra sempre più nella immoralità comportamentale e tende a perdere di vista sia la propria immagine che la propria moralità socio-culturale (vedi il perpetuarsi degli eventi criminosi ed ogni sorta di atteggiamento sempre più distante dalla socialità) sulle quali prevalgono altri “valori” che rientrano nella sfera della frivolezza e della opacità insulse. Tuttavia non si vuole interferire nelle scelte individuali, ma se si deve lasciare dello spazio ad ognuno per tali scelte è bene rammentare a chiunque che la moralità, per quanto soggettiva, costituisce un valore acquisito ma che va esternato e vissuto tenendo conto della contemporanea presenza dei nostri simili; ed è in relazione ad essi che ciascuno deve misurare i propri limiti comportamentali.
È quindi palese che rivendicazioni basate su ben precisi e documentati fatti reali, come pure acquisizioni di vita certe ed indelebili che a priori ne esaltano lo spirito pugnace nella adamantina convinzione di essere nel giusto, impone una riflessione poiché non sarebbe opportuno intervenire prima per rispondere in pressioni non adeguatamente suffragate da dati di fatto. E ciò, potrebbe, in caso contrario, sembrare prematuro e nel complesso poco fattibile.
Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)
Nella foto, il filosofo Immanuel Kant