Come sono nate le carte geografiche e da gioco?

L’origine delle carte geografiche

Curiosità nella storia

L’idea di disegnare una mappa risale ad almeno 15.000 anni fa. La prova di questa curiosa scoperta è stata fornita da alcuni archeologi, durante un’opera di scavo di un insediamento di cacciatori paleolitici a Meziric, In Ucraina (Russia). Sono state portate alla luce alcune abitazioni con ossa di mammut e una scheggia di avorio sulla quale è inciso un disegno che uno dei ricercatori ha interpretato come la rappresentazione topografica dell’habitat paleolitico. Se l’interpretazione corrisponde alla realtà, è questo il più antico documento topografico che si conosca. È probabile che già in quei tempi era insita nell’uomo la necessità di orientarsi e di collocarsi, sia mentalmente che graficamente, in un punto ben preciso. Ma per chi non ha dimestichezza con l’arte della preistoria, non è facile “leggere” e interpretare la mappa di Meziric; tuttavia gli esperti non hanno dubbi di fronte a mappe come quelle incise sulle tavolette di argilla, rinvenute nel corso degli scavi archeologici in Medio Oriente.

Su una di queste trovata a Nuzi (Iraq), la cui epoca risale al 2000 a.C., si notano due fiumi che scorrono lungo le catene montuose, il mare dove sfociano, le strade dove transitavano le carovane, indicate da lunghe e chiare linee. La rivoluzione agricola in epoca Neolitica ha creato la proprietà privata e con essa i confini dei campi, quelli delle città e le mappe riproducono sia la disposizione del territorio che l’organizzazione sociale. Nel frattempo, in Egitto i faraoni fanno disegnare le piante delle loro miniere d’oro nella lontana Nubia (la mappa di Seti I°, del XIV secolo a.C., si trova nel Museo egizio di Torino), dove i colori hanno la funzione di distinguere le diverse aree del territorio, le strade indicano le città raggiungibili, mentre i nomi descrivono la funzione dei vari edifici.

In seguito, carte più semplificate furono adottate dai romani, in cui si distinguono particolari come le distanze tra i centri abitati, stazioni di posta, accampamenti, etc. Nel tardo Medioevo, l’orientamento riguardò antiche mappe finché uno schizzo, disegnato forse da Cristoforo Colombo, ipotizzò la presenza di un’isola: Ispanola, il Nuovo Mondo, ovvero l’era moderna. Comparve così la carta, intesa come elemento su cui scrivere e tracciare disegni, ma in realtà la cartografia era già nota alle più antiche civiltà.

 

L’invenzione delle carte da gioco deriva dalla “moneta” cinese

Nell’VIII secolo con la dinastia Tang si giocava d’azzardo

È quasi certo che l’origine delle carte da gioco derivi dalla carta-moneta della quale i cinesi si sarebbero serviti per giocare d’azzardo. Pare, infatti, che la carta-moneta sia stata inventata in Cina nel secolo VIII, sotto la dinastia di Tang fondata da Li yuan Gaozu (566-635) e recava l’immagine di imperatori, governanti, generali, notabili, guerrieri, e ad ognuna di esse veniva attribuito un determinato valore. A suffragio di questa ipotesi, significativo è il ritrovamento di piastrelle colorate cinesi di diverso segno, ancora oggi conservate nel museo etnologico di Boston, fatte risalire al I secolo d.C. e probabilmente usate come mezzo di gioco.

Tuttavia, cronache più attendibili riferiscono che le carte sono state introdotte in Europa dai saraceni e, in Italia, intorno al X secolo durante una delle loro scorrerie. Quest’ultima tendenza è avvalorata da un cronista italiano del XV secolo, Angelo Covelluzzo, il quale sosteneva che le carte da gioco erano state introdotte in Viterbo nel 1379. In letteratura sono citate per la prima volta da due monaci, un belga e uno svizzero. Mentre il primo riferiva che due confratelli giocavano a carte “all’ombra del Santissimo”, il secondo rendeva noto che il gioco era comparso in Svizzera.

Ma la prima definizione del gioco è quella data dagli arabi, ossia naib che significa profezia; da ciò ne deriva la considerazione che inizialmente le carte servivano soprattutto ad “interrogare la sorte” e, solo in un secondo tempo, a divenire elementi di gioco. A questo proposito, contrariamente all’opinione diffusa, secondo la quale la cartomanzia (ossia l’uso delle carte a scopo divinatorio) sarebbe nata in Oriente e poi diffusa dagli zingari, essa fu creata in Francia da un certo Aliette, un parrucchiere di professione, che nel 1770 pubblicò un trattato sul modo di “fare le carte” per scoprire che cosa riserva il futuro.

Le più antiche carte da gioco europee, con profili e valori ben definiti, furono i tarocchi diffusisi soprattutto in Italia, Francia, Spagna e Ungheria. Ed ancora, il più antico pacchetto di tarocchi, solitamente usati da indovini, maghi e cartomanti, è quello fabbricato in Lombardia nel XV secolo, dapprima costituito da 78 e poi da 97 carte. In Gran Bretagna, dove comparvero solo nel 1452, si usò subito un mazzo di 52 carte che in seguito divennero le più comuni. Ma nella storia inglese le carte da gioco hanno subìto singolari vicende. Nel 1466, ad esempio, Edoardo IV proibì che venissero importate e nel 1526 Enrico VIII, probabilmente esasperato per le sue continue perdite al gioco, ordinò che si bruciassero tutte le carte da gioco, i dadi e le bocce esistenti nel regno.

L’invenzione francese del moderno mezzo di 52 carte, servì ad eliminare la pletora del significato dei tarocchi sino a facilitarne la leggibilità. Si arrivò così alla stilizzazione per cui piques (picche) venne ricavato dalle punte di lancia dei tarocchi; carreaux (quadri) dalle losanghe; trèfles (fiori) dalla stilizzazione del trifoglio; coeurs (cuori) ovviamente dalla forma del cuore. In Germania le denominazioni rispondo a Herzen (cuori), piks (picche), karos (quadri), treffs (fiori); variano così i vocaboli ma i simboli sono comuni a tutto il mondo occidentale. Tuttavia, alcuni simboli dei tarocchi (coppe, spade, moneta, clava) sono riprodotti nelle nostre carte (bergamasche e baresi) adottando i quattro semi noti come coppe, spade, ori e bastoni, e relativi valori facciali quali 2,3,4,5,6,7, Fante, Donna, Re e Asso. Questi mazzi, che ricordano i giochi di briscola, scopa e tresette, sono tuttora in uso in quelle ed altre località. Negli Stati Uniti, dove è stato inventato il poker, le carte francesi non hanno alternative, tanto è vero che non se ne conoscono altre.

 

Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *