L’angolo della poesia: “Guarda, Bagheria” di Marco Maggiore
Marco Maggiore abbiamo già avuto modo di conoscerlo in passato come giornalista ed oggi lo ritroviamo nel nostro Angolo nelle vesti di poeta.
Marco ha ventun anni, studia lettere classiche e vive da sempre a Bagheria. Proprio a quest’ultima è dedicata la poesia che ha voluto condividere con noi: “Stanco e stufo della situazione della mia città, – ci racconta – ho provato a immaginare di immedesimarmi con questa. Ai miei occhi è apparso soltanto il rimpianto di ciò che Bagheria era e che non è più, vessata da decenni di cattiva organizzazione e di vere e proprie tragedie ambientali.”
Ci sono parole che hanno il potere di scuotere gli animi e certamente tra queste possiamo includere i suoi versi:
Guarda, Bagheria
Guarda. Su le strade
Del corso non vedo
Rispetto delle tradizioni
Paesane, ma vedo
Vergogne più nuove
Che mandan il turista
Lontano.
Guarda. Brucia
Il Monte Catalfano
Brucia le mie narici
Straziate ed arse
Brucia i pini
Scagliosi ed irti,
Brucia i prati,
divini,
brucia la verde
distesa.
Guarda.
La villa nasconde
La splendida costa,
Mongerbino offende
Verso Aspra affacciata.
Vedi?
Un tempo la Conca
D’oro.
Oggi, stanca
La campagna non sfama,
arranca.
Le ville lasciate
All’incuria,
La porta del Vento
S’è chiusa.
Brucia i nostri volti
Sfiancati,
brucia le nostre mani
nauseate,
brucia i nostri investimenti
sinceri,
brucia i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
sulla Città bella
che ieri
ci illuse, oggi ci illude,
O Bagheria.