I vincitori del “Premio Nazionale di Teatro Luigi Pirandello”
“Premio Nazionale di Teatro Luigi Pirandello”, ecco i nomi di tutti i vincitori
La cerimonia di premiazione in programma il 14 dicembre a Palermo
TRA I PREMIATI I GIOVANI ALBERTO OLIVA ED EMANUELE ALDROVRANDI
PALERMO – Resi noti i nomi dei vincitori della XIX edizione del Premio Nazionale di Teatro Luigi Pirandello, il prestigioso premio teatrale promosso dalla Fondazione Sicilia. I premi sono stati assegnati dalla Giuria al termine di una lunga selezione, alla quale hanno partecipato 184 opere in concorso, fra cui 167 lavori teatrali di varia natura e 17 saggi sul teatro.
Di grande livello la giuria, presieduta da Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Sicilia, e composta da celebri nomi del teatro e della cultura italiana, quali Giorgio Albertazzi, Paolo Bosisio, Pietro Carriglio, Michele Guardì, Paolo Mauri, Maurizio Scaparro ed Elisabetta Sgarbi.
Il “Premio nazionale per l’opera teatrale” è stato assegnato a Emanuele Aldrovrandi, per Felicità, dramma in due tempi, che tratta di un medico che vede realizzarsi nello stesso giorno tutti i suoi desideri: viene nominato primario e la donna che ama aspetta un bambino. Ma lui, invece di gioirne, congela il proprio sentimento, per evitare di compromettersi emotivamente: vuole essere distaccato, per preservarsi da possibili sofferenze future. Questo genera una scissione nel personaggio, tra la parte razionale e quella emotiva. La lotta fra queste due entità si concretizza in un conflitto tragico che non può ricomporsi in nessun modo.
Emanuele Aldrovandi (Reggio Emilia, 1985), laureato in Lettere e Filosofia e diplomato alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, collabora come drammaturgo con il Centro Teatrale MaMiMò di Reggio Emilia, nel 2012 è stato uno dei tre autori segnalati al Premio Hystrio. Suoi testi sono stati rappresentati a Milano, Roma, Firenze, Udine, Reggio Emilia, Parma. L’ultimo, “Il generale”, debutterà il 28 novembre al Teatro Piccolo Orologio di Reggio Emilia.
MOTIVAZIONE: “Felicità” di Emanuele Aldrovandi è un atto unico costruito con abilità drammaturgica e fondata su un linguaggio sciolto, quotidiano, molto colloquiale. Ingegnoso l’intreccio che si conclude in modo inatteso. Una prova teatrale di grande maturità.
Il “Premio Internazionale” è andato ad Alberto Oliva, ritenuto uno dei più interessanti giovani registi italiani. Nato a Milano nel 1984, Oliva è laureato in Scienze dei Beni Culturali all’Università Statale di Milano e si è diplomato in regia alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi. Ha curato numerose regie teatrali, fra cui Notti bianche da Fedor Dostoevskij, Il mito di Sisifo, da Albert Camus, Garibaldi amore mio di Maurizio Micheli, La lezione di Eugène Ionesco, Il venditore di sigari di Amos Kamil, Cielo in filigrana di Marco Pozzi, La finestra di Claudia Cravero, Perché tutti sono famosi e io no, L’importanza di chiamarsi Erostrato di Tommaso Urselli, Petragedia di Irene Zani, Serata di Gala da Irene Nemirowski, Purgatorio di Ariel Dorfman, e altri ancora.
MOTIVAZIONE: Giovanissimo regista, uscito dalla fucina milanese dell’Università Statale e della Civica Scuola Paolo Grassi, ha già firmato quattordici spettacoli, molti dei quali apprezzati ed elogiati dalla critica. Nel 2012 gli è stato assegnato il Premio Nazionale per il “Ventaglio” che Oliva ha diretto con quattordici giovanissimi attori provenienti dalle principali scuole italiane, fornendo del capolavoro goldoniano una versione originale e graffiante.
Il “Premio per il saggio storico-critico” è andato al libro Pupi e attori ovvero l’Opera dei pupi a Catania (Bulzoni), di Bernadette Majorana. Il volume presenta una dettagliata e ricca ricostruzione dell’opera dei pupi a Catania. Grazie all’utilizzo di materiali inediti, di testimonianze orali raccolte nel corso delle ricerche e di un’ampia bibliografia l’autrice offre un esaustivo e puntuale quadro dell’opera dei pupi a partire dagli anni trenta dell’Ottocento, fino alla fine del Novecento. Accanto alla ricostruzione storica vengono esaminati anche percorsi paralleli (ad esempio questioni commerciali, organizzative, sociali e tecniche) che rendono tale lavoro estremamente degno di nota. L’apparato iconografico è molto curato e si presenta come un importante mezzo per il mantenimento di una tradizione che oggi fatica a sopravvivere.
MOTIVAZIONE: Con il saggio “Pupi e attori ovvero l’opera di pupi a Catania” l’autrice colma un vuoto negli studi su questa fortunata forma di teatro popolare oggi praticamente estinta. L’indagine è condotta a tutto campo con inchieste mirate e molto ben documentate su tutti gli aspetti anche iconografici degli spettacoli che rendono lo studio oltremodo prezioso e originale.
Il “Premio per il saggio filologico” è stato assegnato a Henrik Ibsen. Drammi moderni (Rizzoli)., a cura di Roberto Alonge. Il libro è un ritratto del mondo della famiglia e dei rapporti tra i sessi, frutto di un’analisi degna della perizia di Freud. Un universo popolato da eroici capitani d’industria che sacrificano amore coniugale e paterno al lavoro e al potere, come il console Bernick o il costruttore Solness. Da antieroi o individui inetti sempre in attesa di compiere una trasformazione che non avverrà mai, come il dottor Stockmann o Johannes Rosmer. Da dolenti eroine, donne oppresse o represse, protagoniste di vicende luttuose e violente, come Nora o Hedda. E da strazianti figure di figli suicidi per amore dei padri come Hedvig e il piccolo Eyolf. Questa edizione raccoglie i dodici drammi che l’insuperato inventore del “teatro del salotto borghese” dedica alla società sua contemporanea. L’aridità dei rapporti e la brutalità degli istinti si riflette nella lingua dura, carica di simbolismo, che questa nuova traduzione dall’originale norvegese restituisce in tutta la sua potenza innovativa e destabilizzante.
MOTIVAZIONE: L’edizione dei “Drammi moderni” di Roberto Alonge presenta un’accuratezza teatrale rara, sia per la novità e l’attendibilità, a volte sorprendente, delle traduzioni, sia per la ricchezza e l’originalità dell’apparato di commento. Un punto fermo nella letteratura critico-filologica su Ibsen.
Il “Premio alla carriera” è stato assegnato a Mario Missiroli, ritenuto uno dei più provocatori e innovativi registi italiani. Ha diretto numerosi spettacoli, fra cui si possono ricordare I giganti della montagna e Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello, Eva Peron di Copi, L’ispettore generale di Gogol, La locandiera e Trilogia della villeggiatura di Goldoni, Il Tartufo di Molière, Zio Vanja di Čechov, Verso Damasco di August Strindberg, La Mandragola di Niccolò Machiavelli e molti altri ancora. Ha diretto numerosi attori di primissimo piano della scena teatrale. In teatro dirige attori di alto profilo.
MOTIVAZIONE: Fra i padri fondatori della regia teatrale in Italia, Mario Missiroli vanta una produzione vastissima e di alto profilo sia nel teatro pubblico sia in quello privato. Si è sempre distinto per l’originalità, a volte radicalmente controcorrente, delle scelte drammaturgiche, e per i tratti stupefacenti della sua rigorosa poetica.
La cerimonia di premiazione della XIX edizione si terrà il 14 dicembre nella suggestiva cornice di Palazzo Branciforte, edificio cinquecentesco che si trova nel cuore di Palermo, restaurato proprio grazie alla Fondazione Sicilia e ad un capillare intervento di recupero firmato dall’indimenticabile architetto Gae Aulenti. Il 2012 quale anno per la cerimonia di premiazione non è casuale, perché coincide con il novantesimo anniversario della prima rappresentazione dell’Enrico IV di Luigi Pirandello, avvenuta nel 1922 al Teatro Manzoni di Milano: una decisione, presa per celebrare, proprio in questo modo, la figura del grande drammaturgo siciliano.
Nel corso della serata Claudio Collovà effettuerà un reading tratto da una novella di Luigi Pirandello, con l’accompagnamento al pianoforte di Ornella Cerniglia.
Il Pirandello, che ha cadenza biennale, è posto sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica e quest’anno celebra la sua diciannovesima edizione. Ritornato sulla scena teatrale italiana nel 2009 su impulso della Fondazione, dopo uno stop di oltre dieci anni, fin dalla sua nascita (avvenuta nel 1966) è stato assegnato a personalità del mondo dello spettacolo di altissimo profilo: Da Ingmar Bergman a Giorgio Strehler, da Eduardo de Filippo a Luca Ronconi, da Vittorio Gassman a Tadeusz Kantor e a Dario Fo; e ancora, Harold Pinter, Bernard Minetti, Eugenio Barba, Michele Perriera, Tommaso Landolfi, Giorgio Celli, Tonino Guerra, Paolo Puppa e altri ancora.
Nel corso dell’ultima edizione del Pirandello, il Premio nazionale per l’opera teatrale è stato assegnato alla pièce inedita Wash therapy, scritta a quattro mani da due giovani esordienti, la romana Micaela Seganti e il salentino Cosimo Solazzo.
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