Oggi sabato 2 marzo la presentazione, a San Severo, in Puglia, di “Quando parlerai di me” di Maria Teresa Infante

L’Associazione “Valorizziamo San Severo”, presieduta da Felice Miranda, sabato 2 marzo 2013, con inizio alle ore 19,00, presso l’Auditorium del Teatro Comunale Giuseppe Verdi, ha organizzato la presentazione della silloge poetica “Quando parlerai di me” di Maria Teresa Infante. L’iniziativa si avvale del patrocinio del Comune di San Severo, attraverso gli Assessorati alla Cultura ed alle Attività Teatrali, seguiti dal Sindaco avv. Gianfranco Savino e dall’Assessore Raffaele Bentivoglio. La lettura delle poesie sarà a cura di Tonia d’Angelo, Massimo Sentinella, Massimo Massa e Carmine d’Agostino e sarà accompagnata da brani musicali eseguiti al pianoforte da Luca Massa. Sarà presente l’autrice.
Maria Teresa Infante è… come quando dice che la tal poesia “è una disamina metaforica delle umane incoerenze e mediocrità, ma soprattutto una speranza e un invito alla pace o che la freccia della malvagità e dell’odio è stata intinta dall’angolo nero ribellatosi a Dio nel settimo cerchio, ne settimo girone dell’inferno dantesco, quello dei violenti verso il prossimo”. E ancora: “La speranza è che le lacrime della nostra terra crescano feconde spargendo frutti sani e che le violenze siano estirpate. Ecco, come quando”. I riferimenti in corsivo sono proprio dell’Autrice, la quale tiene a precisare alcuni dettagli inerenti alla stesura di una lirica, dal titolo “Il regno” una narrazione prosastica speciale, ma non unica, non era forse necessario che lei spiegasse (infatti ne ho riportato solo qualche frase), pero probabilmente ne aveva bisogno, era come se volesse proseguire il discorso iniziato scrivendo quelle sofferenze, quei presagi, quelle visioni. Io credo che lei sia una meravigliosa creature capace di vedere veramente quello che sta scrivendo, ecco forse ho trovato una definizione che le calza a pennello. Lei “vede”. Esattamente come l’obiettivo della macchina fotografica, capta e ferma, fissa l’oggetto, il tempo, il momento, l’immagine. Anche quella più sfuggente, più vaga, indefinita. Maria Teresa si cala nella scena e si riempie di pezzi di puzzle che poi, minuziosamente, ricompone.

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