Emergenza sanitaria a Carloforte (CI): lettera aperta del comitato “Solidarietà Tabarkina”

Pubblichiamo la lettera aperta con cui il comitato cittadino “Solidarietà Tabarkina” segnala l’emergenza sanitaria esistente a Carloforte e in tutta l’isola di San Pietro:

 

LETTERA APERTA

 

Comitato Cittadino .SOLITADIETA’ TABARKINA.

e-mail.solidarietatabarkina@libero.it

 

Alla Cortese attenzione di:

– Assessore alla Sanità Simona de Francisci

– Assessorato alla Sanità provincia CI

-Vicesindaco Walter Conte

– Organi di stampa

– Tutta la popolazione di Carloforte

– Prefettura – U.T.G. – di Cagliari

 

Oggetto: Gestione Emergenze Sanitarie a Carloforte.

                                                                                       –
I continui e recenti avvenimenti riguardanti le ambulanze del 118 costrette ad aspettare la  coincidenza del traghetto per potersi imbarcare o l’elisoccorso che impiega quasi un’ora per poter arrivare a Carloforte da Alghero rendono indispensabile ed improrogabile una discussione sulla gestione delle emergenze sanitarie a Carloforte.
Un servizio di cui si sente una vera e propria carenza nell’ambito del pronto soccorso di emergenza è sicuramente l’Elisoccorso. La domanda che si pone il comitato  Solidarietà Tabarkina è: viene garantito nella nostra regione il diritto alla salute? LA RISPOSTA E’ NO!
Una Grave discriminazione esiste nei servizi sanitari di emergenza a tutela della vita umana, in relazione alla distribuzione geografica della loro presenza sul territorio della Sardegna. Tale inaccettabile discriminazione è ancora più avvertibile nell’isola di San Pietro.
Una sola base di “Elisoccorso”, allocata ad Alghero e neppure in posizione baricentrica rispetto alla geografia dell’isola, non è sufficiente per fronteggiare emergenze in cui i tempi di trasferimento in un Ospedale attrezzato incidono direttamente sulla possibilità di salvare una vita oppure di limitare i danni di gravi episodi patologici.
Come possiamo assicurare un trasferimento tempestivo negli Ospedali  di Cagliari di un paziente colpito da episodio di ictus, aneurisma o ischemia coronarica in una qualsiasi zona meridionale della Sardegna con efficienza, avendo come supporto l’unica base sita nella provincia di Sassari? Parliamo di tempi di intervento non inferiori ai 50 minuti.
Basti dare uno sguardo alle statistiche rese note dal Ministero della Salute, per rendersi conto che non stiamo parlando di patologie rare, ma di episodi che sono molto frequenti e comuni a livello della popolazione in ogni fascia di età, ma che abbraccia anche una fetta notevole dei giovani turisti durante la stagione balneare.
Nelle attuali condizioni è ancora più “isolata” la situazione di coloro che risiedono o soggiornano per motivi di vacanza, in questa località ove i tempi di trasferimento via mare in circostanze di emergenza, sono già – senza complicazioni di carattere atmosferico o per motivi connessi ad orari od eventuali vicende attinenti lo spostamento dei traghetti – assolutamente inadeguati. Questa situazione è inaccettabile! Si sottolinea che Carloforte, sul piano sanitario, è presidiata unicamente da “Guardia Medica”, struttura non idonea e peraltro priva di personale sufficientemente rapportato alla richiesta dei degenti . Ci chiediamo quali soluzioni stiano analizzando gli organi competenti che dovrebbero tutelare la nostra salute per risolvere questa annosa problematica. Cosa ne è stato della delibera di giunta regionale del 29 maggio 2012 proposta dall’assessore della Sanità Simona De Francisci in cui veniva deliberato l’affidamento per l’apertura entro l’estate del 2013 di una nuova Elibase  funzionante 365 giorni all’anno? Quando si potrà usufruire di questo servizio situato nelle aree intermedie in grado di coprire entro 20 minuti tutte le località dell’isola???  E dunque, per quanto tempo ancora ci si dovrà considerare fortunati per aver preso la coincidenza con il traghetto in partenza o non essere “tanto gravi” da poter aspettare l’intervento del supporto aereo dall’altro capo della Sardegna?
E’ tempo di rimediare sia per gli abitanti del posto che per i futuri visitatori dell’isola di San Pietro, garantendo una prestazione sanitaria di emergenza funzionale e provvidenziale, poiché non è possibile prorogare la soluzione di una difficoltà così onerosa quando i tempi d’intervento fanno la differenza tra la vita e la morte.
Nel frattempo, si continua a morire in silenzio, declassati a cittadini di serie B, ma a questa rassegnazione il “Comitato  Solidarietà Tabarkina” si oppone.

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