Veronesi: “L’ergastolo va abolito, è anticostituzionale, antiscientifico e antistorico”
Riceviamo e pubblichiamo:
L’ergastolo è “un oltraggio alla scienza”, “come il 41 bis anticostituzionale, antiscientifico e antistorico” e pertanto “va abolito”. Umberto Veronesi continua senza mezzi termini la propria battaglia contro il carcere duro e l’ergastolo ostativo, rei secondo l’oncologo di confliggere senza rimedio con l’obbligo della rieducazione. Nel corso del suo intervento al convegno su detenzione e diritti umani, organizzato dalla Camera penale di Milano, l’oncologo ha ricordato che “il male non esiste nell’uomo, che ha soltanto un’origine ambientale e non genetica e che la scienza ha dimostrato come il cervello si rigeneri continuamente durante la vita”. In base questi due presupposti, secondo Veronesi, “condannare un uomo di 40 anni per un delitto commesso a 20 è come condannare un’altra persona perché, ormai, non è più lui”. Portando ad esempio gli ordinamenti dove “il carcere è una scuola”, che manifestano percentuali di recidiva molto inferiori a quella italiana, Veronesi ha invitato a credere nella certezza del cambiamento, insito negli essere umani, purché stimolato. Per questo, tanto il 41 bis quanto l’egastolo ostativo sarebbero “Anticostituzionali, antiscientifici e antistorici. La Costituzione – ha concluso – implica e obbliga alla rieducazione. È evidente che condanna a vita e rieducazione siano in banale contraddizione”
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Lettera di un Uomo Ombra al Professor UmbertoVeronesi
L’uomo saggio vive finché deve, non finché può.(Seneca)
Caro Professore,
nella Redazione di “Ristretti Orizzonti” del carcere di Padova, ho potuto ascoltare le registrazioni del Convegno di Lucca del 22 marzo e del Convegno di Milano del 17 maggio.
E non le nascondo che ascoltando spesso mi sono commosso, perché sta portando la mia voce e la mia ombra in giro per il mondo.
Professore, lo dica lei, a me non credono, che la “Pena di Morte Viva” non ha nulla di umano.
È un lento muoversi attorno al nulla, aspettando la morte, guardando il mondo che non si sente e non si vede più.
Dopo avere ascoltato i suoi interventi ho pensato che è difficile che io riesca a uscire da questa gabbia, ma in tutti i casi lei mi sta dando la forza, l’energia e la possibilità di rimanere vivo più a lungo possibile.
E a volte non so se questo è un bene o un male, ma lei mi sta dando la forza per continuare a lottare, a vivere e forse a sperare, ma non per me.
Professore, io non lotto per realizzare i miei sogni, l’Assassino dei Sogni (il carcere, come lo chiamo io) e la “Pena di Morte Viva” (l’ergastolo ostativo, come lo chiamo io) mi hanno divorato tutti i miei sogni.
Io lotto soprattutto per realizzare i sogni di quelli che verranno dopo di me, affinché nei carceri italiani un giorno non ci sia più nessun prigioniero considerato cattivo e colpevole per sempre e che non abbia un fine pena.
Non credo in Dio, ma voglio lo stesso dirle: “Che Dio la benedica”.
Invece il mio cuore la abbraccia all’ombra fra le sbarre.
Carmelo Musumeci.
Carcere Padova, Maggio 2013