Quando il virtuale fa male. La scuola contro bullismo e stalking in rete

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Quando il virtuale fa male. La scuola contro bullismo e stalking in rete. L’Auditorium di Celano diventa aula di legalità

 

di Domenico Logozzo *

AVEZZANO (L’Aquila) – La scuola e la società civile. Non solo compiti “secondo i programmi ministeriali”, ma uno sguardo al mondo che cambia rapidamente. E all’uso che si fa dai mezzi messi a disposizione dalla “modernità globale”. Attraverso le autostrade mondiali aperte da internet  può succedere di tutto. E i malintenzionati le sfruttano tutte. Maledetti! Ecco così che saggiamente in Abruzzo si tengono lezioni di legalità e di difesa dalle insidie dei nuovi mezzi di “conoscenza virtuale” che possono trasformarsi in “incontri pericolosi”, a volte con esiti drammatici. Le cronache purtroppo ci consegnano con troppa frequenza episodi sconvolgenti. Il Liceo “Giambattista Vico” di Sulmona e l’Istituto Onnicomprensivo di Celano, guidati da due dinamiche presidi, Caterina Fantauzzi e Loredana Antonelli, hanno affrontato con gli studenti temi di scottante attualità, avvalendosi dell’esperienza e della professionalità dell’ispettrice scolastica Marisa Colletti Bottarel, coordinatrice dell’Osservatorio Regionale Permanente sul Bullismo e della psicologa e criminologa Susanna Loriga.

Una mattinata  densa di contenuti sociali e  rispetto delle regole. La legalità prima di tutto. Immagini, parole e canzoni. Dai “Cento passi” nel ricordo di Peppino Impastato, a “don Raffaè” di Fabrizio De Andrè, dal filmato-denuncia sul bullismo al viaggio degli studenti del Liceo Vico sulla “Nave della legalità”, nel segno di Falcone e Borsellino. Un tema abbastanza impegnativo e attualissimo: ”Quando il virtuale fa male: bullismo e stalking in rete “. Le amicizie che una volta nascevano incontrandosi  in piazza o in un locale pubblico, sull’autobus o in treno, guardandosi in faccia, parlando, dandosi  la mano, oggi invece proliferano sulle piazze virtuali. Con molte, troppe trappole. La preside Fantauzzi, nel riconoscere alcuni aspetti positivi della “riforma sociale dei network“, ha evidenziato anche le insidie che si annidano dietro le “amicizie virtuali”. L’iniziativa delle due scuole nasce perciò dall’esigenza di   “invitare i giovani a prestare  la massima attenzione nel definire contatti che possono essere fonte di pericolo“. E la preside Loredana Antonelli ha sottolineato: ”Bisogna lavorare sulla conoscenza. Parlare con i ragazzi “.

L’Auditorium “E.Fermi” di Celano è diventato per una mattina una grande aula scolastica. Docenti d’eccezione e  studenti che hanno interpretato con grande impegno brani di forte contenuto sociale e culturale. Sono anche intervenuti con riflessioni-denuncia. “Gli adulti sentono ma non ascoltano, li  vorrei invitare di più all’ascolto”, ha detto una studentessa dell’Istituto Onnicomprensivo celanese. La giornata di studio ha avuto in effetti come linea guida l’invito ai giovani a non tacere  e ai genitori a vigilare. ”Il silenzio danneggia sempre la vittima, mentre rafforza l’aggressore”, ha infatti confermato con efficaci esempi la studiosa Susanna Loriga. Ha dato indicazioni precise sul modo di difendersi e sugli accorgimenti pratici da adottare. E rivolta alle ragazze: ”Attenzione a non andare all’ultimo appuntamento “chiarificatore”, perché potrebbe essere veramente l’ultimo della vostra vita”. E poi: ”Se c’è qualcuno che vi perseguita, che si presenta dove siete con gli amici, state attente a non pubblicare subito su facebook le foto che avete scattato nel locale in cui vi trovate, perché quell’individuo vi rintraccerà immediatamente e non vi darà pace”.

La psicologa ha parlato del  “coraggio di vivere” ed a questo proposito è stata categorica: ”Dovete tutelarvi, prendete le distanze”. Ha messo in evidenza la vigliaccheria dei bulli. Sono codardi, deboli che si servono del branco per isolare e colpire i buoni o le persone che attraversano un momento psicologicamente difficile. Ritiene quindi che “il bullo finirà di essere bullo quando capirà quanto soffre la vittima”.  E poi la subdola condotta dello stalker che, per intimorire le “prede”, quando avviene un grave fatto di sangue, dice minaccioso al telefono alla persona perseguitata: ”Hai visto la tv? Farai quella fine”. E sul ruolo dei mezzi di comunicazione la dott.ssa Loriga è stata molto chiara e non ha risparmiato le critiche alla ”tv che spettacolarizza il  dolore”, sostenendo che “occorre una informazione corretta, senza speculazioni, senza quei pericolosi  eccessi che purtroppo possono  anche determinare tragici gesti emulativi “.

L’ispettrice Marisa Colletti Bottarel ha ricordato alcuni casi che, come coordinatrice dell’osservatorio regionale sul bullismo, ha dovuto affrontare. L’ascolto delle vittime. Derise e umiliate dalle stesse compagne. Il tentativo di trovare soluzioni. Alcune situazioni risolte, altre finite tragicamente. Il dolore. Le statistiche. ”Un solo caso mi provoca un dolore immenso”, dice con le lacrime agli occhi. La commozione di una educatrice e l’appello a reagire  nel nome di Peppino Impastato: ”Non cento, ma mille passi”!  A Celano si è fatto un altro tratto importante di strada. L’unità  d’intenti delle presidi Fantauzzi e Antonelli  hanno creato le premesse per irrobustire la barriera contro ogni violenza. Bisogna continuare a camminare su questa via. Non fermarsi mai. Non dare tregua ai maledetti e abietti individui che rendono un inferno la vita a brave persone che, troppo buone, troppo deboli e troppo ingenue, si fanno ingannare da malvagi senza cuore.

 

 

*Domenico Logozzo è nato a Gioiosa Jonica, in provincia di Reggio Calabria. Giornalista professionista dal 12 gennaio 1977, Mimmo Logozzo è stato Capo Redattore della Sede Regionale Rai dell’Abruzzo e Capo Redattore Centrale della Tgr di Roma. Ha iniziato l’attività professionale in Calabria e con i colleghi Enzo Costabile, Giovanni Indrieri e Antonio Scura, ha fatto parte del gruppo dei primi nuovi iscritti all’Ordine dei Giornalisti della Calabria, costituito nel 1975. E’ stato Capo Redattore de “Il Giornale di Calabria”, diretto da Piero Ardenti, fino alla cessazione delle pubblicazioni avvenuta nel 1980. Ha lavorato alla Gazzetta del Popolo di Torino, ha collaborato alla Stampa, a Repubblica, al Corriere della Sera e a numerosi quotidiani regionali. E’ entrato in Rai, a Pescara nel 1984, dove è stato Capo Servizio, Segretario di Redazione, Vice Capo Redattore e, infine, Capo Redattore. Quindi l’incarico romano di Capo Redattore Centrale nella Direzione della Testata Giornalistica Regionale.

 

(annotazione biografica a cura di G.Palmerini)

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