Bagheria (Pa): lezioni di educazione ambientale sul Monte Catalfano

In una fresca e soleggiata mattinata di giugno, la classe II E, accompagnate da me e dalla prof. Greco, si reca a Monte Catalfano – parco accessibile di cultura ambientale – per una visita ludico-didattica.

Siamo alla fine dell’anno scolastico e, dopo avere studiato fasce climatiche e biomi sui libri, è proprio necessaria una verifica sul campo. La meta è vicina, vicinissima. Si parte, infatti, dall’I.C. T. Aiello di via Consolare e in pochi minuti si raggiunge il parco. Lì ci aspettano due vecchi amici della nostra scuola: Angelo Puleo e Giuseppe  Manzella. Entrambi laureati nel settore agrario-forestale, nonostante gli impegni di lavoro – il primo è anche consigliere comunale, il secondo insegna – trovano tempo da dedicare all’ecologismo attivo, introducendo i ragazzi alla conoscenza del sito con la leggerezza tipica dei veri competenti.

I cartelloni che illustrano la flora e la fauna locale – uno è stato curato proprio da Angelo Puleo e Giuseppe  Manzella – sono il punto di partenza della nostra lezione sul campo.

I ragazzi seguono con interesse le spiegazioni e, mano a mano che la visita prosegue, si fanno sempre più sicuri, mentre snocciolano i nomi delle piante che avevamo studiato in classe e che ora riconoscono (con mia grande soddisfazione).

Scegliere i punti panoramici per una sosta è molto difficile perché siamo letteralmente immersi nella bellezza di un paesaggio perfetto da ogni angolatura. Raggiungiamo la foresteria e il rifugio della Forestale, dove è in allestimento un piccolo museo naturalistico, e facciamo merenda sotto gli alberi. Si ride, si scherza, si gioca a palla in armonia con la natura: niente schiamazzi, niente rifiuti. Non è necessario richiamare gli alunni, sanno perfettamente come comportarsi, conoscono il decalogo del buon fruitore di boschi ed aree verdi. Abbiamo dedicato tempo e attenzione allo studio dei biomi e ora vivono perfino le ore di svago consapevoli di trovarsi all’interno di un ecosistema. Non c’è scampo: è l’istruzione l’unica via percorribile per salvarci dal degrado! Non si ama ciò che non si conosce.

Una vera educazione ambientale deve mirare a uno studio identitario del territorio in cui si vive e non ridursi a un insieme di momenti occasionali per affrontale singole tematiche quali l’emergenza rifiuti, la qualità dell’aria e dell’acqua, ecc.   

Imbocchiamo la discesa verso l’area attrezzata sotto un cielo blu che si specchia in un mare cristallino, le bianche e scabre falesie fanno da sfondo alla vegetazione rigogliosa non ancora riarsa dal sole, intorno riecheggiano i versi degli uccelli, ma … appena giunti a destinazione, vediamo brillare qua e là macchie di colore: sacchetti colmi di spazzatura giacciono abbandonati, parzialmente celati dagli ulivi e contornati dai bianchi dischi degli immancabili piatti di plastica.

Bene ho raggiunto un altro obiettivo educativo: “Ragazzi, ecco come non ci si comporta, né qui né in nessun’altro posto!”

Katia Mineo, docente di Lettere dell’I.C. T. Aiello di Bagheria

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