Arriva a Firenze il ciclone Lorenzo
Il 23 giugno si esibirà allo stadio Artemio Franchi di Firenze Lorenzo Cherubini, meglio noto come Jovanotti.
L’artista di Cortona, si sta già pregustando un sold out della data fiorentina ed in questi giorni, ha riunito la stampa, per poter parlare di quello che sarà l’evento musicale dell’estate.
Gli occhi di Lorenzo, sono occhi buoni, gentili e ci se ne accorge subito, disponibile, si mette a disposizione delle domande che gli vengono fatte, non prima di aver controllato da vicino il manto erboso dello stadio di Firenze.
D- Lorenzo finalmente un tour negli stadi, come mai questa scelta?
R- E’ arrivata al momento giusto. Il tour è iniziato il 7 giugno da Ancona ed è stata una serata strepitosa. Un emozione fortissima, ho sentito la sensazione di essere all’inizio di un qualcosa di grande, paragonabile forse a quando le prime volte di tanti anni fa, salivamo sul palco all’inizio della carriera, dove magari la gente non era tanta come adesso, ma sempre molta. Sono molto felice per come è andato l’esordio, anche perchè siamo arrivati alla data di Ancona, dopo una preparazione lunga un anno, pianificata nei minimi dettagli, con riunioni su riunioni, dove tutto doveva essere perfetto. Una squadra che ha lavorato insieme, su ogni minimo particolare, con scambi di opinioni ed emozioni. La parte delle prove, è stata eseguito in fortezza a Cortona, nel periodo di Pasqua. Insomma, sarà un grande spettacolo e dal pubblico, ci torna indietro un affetto gigantesco e noi, abbiamo cercato di portare al nostro pubblico, uno spettacolo degno della loro aspettativa. Se devo essere sincero, ad esibirmi negli stadi ci avevo pensato da tanto, ma il momento adatto è adesso, quindi bello così.
D– Che differenza c’è tra questo tour negli stadi e quelli che lo hanno preceduto?
R- La differenza sta tutta nell’accuratezza. I tour precedenti, erano curati, ma questo lo sarà ancora di più, un po’ come fare dei films con sceneggiature diverse, nello stadio tutto è più grande e bisogna pensare che dobbiamo coinvolgere tutti in ogni angolo, praticamente bisogna riuscire a conquistare trentamila persone in un luogo per niente intimo come lo stadio e trasformarlo in un luogo più raccolto, dove ci possiamo sentire tutti più vicini. E come si costruisce questo? Col linguaggio, quindi con idee, tecnologia, creatività, ad esempio in questo tour, ci sarà una nuovissima innovazione tecnologica mai messa in scena. Nonostante tutto sarà uno show molto semplice ma sarà una cavalcata di goduria.
D- Il tuo viaggio in America?
R- In America si imparano un sacco di cose. Nello show biz, noi abbiamo insegnato agli americani, loro hanno imparato bene e sviluppato bene la lezione. Ad esempio, dagli americani dovremmo imparare ad usare di più la loro auto celebrazione, per loro, ogni giorno è la festa di qualcosa, un po’ il contrario di noi italiani, che invece non perdiamo mai l’occasione di sminuirci o dividerci.
D- La scelta di avere come supporter nei tuoi concerti i Tre Allegri Ragazzi Morti?
R- Sono un fan, mi piacciono. Avevo già provato a coinvolgerli, durante lo scorso tour, ma non siamo riusciti ad organizzare, in quanto loro, avevano già un impegno. Sono felice di averli con me, in questo tour i ragazzi del pubblico, arriveranno anche tre ore prima dell’inizio e se posso così far sentire loro, qualcosa che mi piace e che son sicuro piacerà anche a loro, ne sarò veramente lieto. In ogni data ci sarà anche un dj, a Firenze ci sarà Ralf, un veterano della scena fiorentina.
D- Come sarà disposto il palco all’interno dello stadio?
R- Occuperà tutta la curva Ferrovia ed arriverà fino a centrocampo. Sarà enorme con un’idea innovativa di illuminazione
D- C‘è un consiglio che daresti ai giovani per affrontare la situazione sociale attuale?
R- Più che un consiglio è un abbraccio ed una spinta, a fare qualcosa e di non aspettarsi niente dagli altri. Gli direi sei tu quello dai quali gli altri devono aspettarsi qualcosa. Questo è ciò che ha portato a realizzarmi nei miei sogni e nelle mie passioni.
D- Nei cinque minuti precedenti all’inizio dei tuoi show, ti viene mai di pensare ai tuoi inizi e immaginare dove sei arrivato adesso?
R- Non mi sarei mai immaginato… ma perché di mio non immagino mai. Non ho mai programmato progetti a lungo termine, diciamo che vivo all’istinto, un po’ come Pinocchio, che andava avanti seguendo il suo istinto. Poi magari nei testi delle mie canzoni trovi delle “profezie”, ad esempio nel 1989, in “Ciao Mamma”, cantavo:”Che bello è quando lo stadio è pieno”, ma in quel momento pensavo e scrivevo quello, anche se lo pensavo mentre ero tra il pubblico, tra l’altro sarà “Ciao Mamma” la canzone con cui aprirò i concerti.
Il 23 giugno arriva presto e si prevede un sold out, si spera nella clemenza del sole per favorire una giornata di festa per quello che sarà il Back Up Tour- Lorenzo negli stadi.
Roberto Bruno
Foto di Annamaria “Dulcinea” Pecoraro