Ricordo del dottor Carlo Urbani a dieci anni dalla scomparsa

Medico impegnato sul fronte delle malattie infettive tropicali, esempio di grande apporto umanitario, etica e umiltà

 

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

Forse non tutti sanno che non sono pochi i medici che, continuando a cercare spiegazioni e verità nel corso della vita professionale, si sono ammalati o hanno perso la vita dopo aver sperimentato (e magari anche realizzato) su se stessi terapie innovative, o non del tutto sicure… Fra questi, a dieci anni dalla sua morte, è doveroso ricordare la figura di Carlo Urbani (Castelplanio – An 1956 – Bangkok 2003), infettivologo, virologo e parassitologo; consulente per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). È stato un uomo dotato di grande carisma ed apporto umanitario: medico in prima linea per combattere le malattie virali nei Paesi in via di sviluppo. A lui spetta il merito di aver individuato e descritto (isolandone il virus) la Sars, ovvero la Sindrome Respiratoria Acuta Severa, la terribile “strana” influenza asiatica. Dopo alcune missioni in Asia e in Africa è diventato presidente nazionale di Médicins Sans Frontières (MSF), e nel 1999 ha fatto parte delle Delegazione designata a ritirare il premio Nobel per la Pace assegnato a MSF. L’anno successivo ha ricevuto l’incarico dall’OMS di recarsi ad Hanoi (per tre anni) come responsabile per la lotta alle malattie  parassitarie soprattutto in Vietnam, Laos e Cambogia.

All’inizio del 2003, mentre si trovava a Bangkok per un convegno, accusava tutti i sintomi della malattia. Ricoverato in ospedale ha avvertito la moglie di far tornare in Italia i figli (Tommaso, Luca, Maddalena): l’amore per il prossimo che lo ha accompagnato per tutta la vita, lo ha fatto rinunciare anche all’ultimo abbraccio per evitare ogni possibilità di contagio. La moglie (Giuliana Chiorrini) gli è rimasta vicina, ma nessun altro incontro è stato possibile. Il dottor Urbani si è spento alle 11,40 del 29 marzo. Tre giorni prima ad Hanoi in una conferenza stampa venivano citati 59 casi di Sars, quattro dei quali deceduti: due medici e due infermieri. Avevano lavorato a stretto contatto con i pazienti, proprio come il dottor Urbani; un medico non stoico, non un eroe ma solo un Uomo con tanti ferventi ideali umanitari e la capacità di portarli fino in fondo, con determinazione, a qualunque costo e con senso di responsabilità e professionalità, ben oltre il concetto dell’etica e del sacrificio.

Ma il mio ricordo del medico marchigiano si estende alle diverse opere letterarie a lui dedicate come “Carlo Urbani. Il primo medico contro la Sars”, di Lucia Bellaspiga (Ed. Áncora, 2004); “Il medico del mondo. Vita e morte di Carlo Urbani”, di Jenner Meletti (Ed. Il Saggiatore, 2004); e “Le malattie dimenticate. Poesia e lavoro di un medico in prima linea” (Ed. Feltrinelli, 2004). Quest’ultima è una ricca documentazione del suo operato, che comprende, tra l’altro, il suo intervento nell’ambito della celebrazione italiana del Premio per la Pace tenuto ad Oslo nel novembre 1999, di cui riporto un passo toccante, incisivo e per certi versi accusatorio: «…abbiamo assistito a fin troppi drammi cui la cosiddetta “politica internazionale” o guardava impotente, o taceva, o interveniva alimentandoli, per non sentire il dovere di continuare a richiamare i governi ai veri obiettivi di tutela della dignità umana. Ma il silenzio su questi problemi ci sembra troppo spesso imperare nelle pagine dei giornali e nelle televisioni qui in Italia. Non nascondiamocelo: la nostra attenzione alla politica internazionale è spesso strozzata fra interminabili dispute politiche interne o sport ed enalotto. Era triste, a Oslo, non poter incontrare neanche un giornalista italiano, ed è triste pensare che, finita la novità del Nobel, non appariranno più nemmeno citate quelle catastrofi “dimenticate” in cui operiamo. Ma siamo ambiziosi… e ci sentiamo, con l’autorità che il Nobel ci affida, di poter costituire una sorta di piccola spina, un sassolino nella scarpa, che continuerà a ricordare e a diffondere in questo paese le implorazioni di aiuto delle milioni di “vittime” dalle nostre “sale di attesa”…».

L’ultima pubblicazione porta il titolo “Il medico della Sars. Carlo Urbani raccontato da quanti lo hanno conosciuto”, di Vincenzo Varagona (Ed. Paoline, 2013). Una ricca e variegata raccolta di testimonianze di amici, colleghi, pazienti, dirigenti di Organizzazioni internazionali pubbliche e private, rappresentanti di Fondazioni umanitarie, giornalisti e tanti altri che hanno voluto “immortalare” la sua figura di medico ma anche di marito e padre, ma soprattutto di Uomo che nella sua seppur breve esistenza ha dimostrato l’importanza e l’utilità senza confini di servire il prossimo sofferente, con tenerezza e umiltà. A memoria e a perpetua continuità umanitaria nel 2003 è stata fondata l’Associazione Italiana Carlo Urbani (AICU), che ha sede a Castelplanio (Ancona) in piazza Mazzini 1, telef. 0731/813.048 – E-mail: info@aicu.it. Un doveroso impegno di tante persone che hanno creduto e credono che sia indispensabile lasciare una impronta indelebile nella storia del popolo italiano e di tutta l’umanità, nel rispetto degli ideali del dottor Urbani, della sua famiglia e di tutte le Istituzioni umanitarie operanti nel mondo.

1 thought on “Ricordo del dottor Carlo Urbani a dieci anni dalla scomparsa

  1. Direi che il tuo, Ernesto, è proprio un bel modo di ricordare il dott. Urbani e onorarne la memoria

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