La questione delle invalidità
Tra diritti negati o “condizionati” dalla burocrazia e dal malcostume della politica sempre meno garantista
di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)
Passano gli anni, l’età media aumenta e con essa le patologie croniche invalidanti e le relative richieste di riconoscimento di invalidità, magari con i benefici previsti. Una evoluzione alla quale non è facile stare al passo, e forse per queste ragioni si sovrappongono ostacoli, ritardi e carenze nonostante non manchino precise norme di tutela e rispetto dei diritti. Sono quasi 4.000, secondo le cronache, le nuove segnalazioni di malati che richiedono il riconoscimento della loro invalidità, e tutto pare essere sospeso o resa più difficile e burocratica la procedura per definire i nuovi casi, nonostante le procedure di semplificazione introdotte nel gennaio 2010. Da questa data la domanda di invalidità civile va inoltrata per via telematica all’Inps, corredata di certificazione del proprio medico di base; procedura che avrebbe dovuto semplificare l’iter, ma pare non essere così in quanto la maggior parte degli interessati hanno dovuto richiedere il sostegno di un patronato o di un legale.
Altra lungaggine riguarda i tempi di attesa per essere convocati alla prima visita di accertamento, mentre secondo le norme attuali la stessa dovrebbe avvenire entro 15 giorni dalla presentazione della domanda per i pazienti oncologici, per gli altri malati entro 90 giorni, se non addirittura entro 30 giorni secondo la circolare dell’Inps n. 131 del 2009. Dopo la visita la comunicazione del Verbale di invalidità mediamente avviene dopo 11 mesi, e l’erogazione dei benefici dopo circa un anno. Tempi davvero “biblici” e penalizzanti soprattutto per i pazienti particolarmente gravi e non abbienti, in quanto nel frattempo sono costretti al pagamento dei ticket sanitari o a non fruire delle agevolazioni della legge 104 del 1992, che prevede, ad esempio, di usufruire dei permessi lavorativi per potersi curare. I più penalizzati sono i malati oncologici, nonostante il legislatore abbia previsto per questi un percorso semplificato e maggiori garanzie; ma anche i pazienti affetti da una patologia neurologica degenerativa (e quindi invalidante) come la malattia di Alzheimer, la malattia di Parkinson e le malattie rare di diversa causa e gravità. Il capitolo delle malattie rare continua ad essere un “tarlo” per chi ne è affetto e per la propria famiglia, pazienti spesso in età minore che necessitano di particolare riguardo, giacché i colossi delle Case farmaceutiche (almeno in parte) continuano a tutelare i propri interessi, “trascurando” quelli di chi non ha voce per reclamare il proprio diritto di salute e di… sopravvivenza.
Chi scrive è poliomielitico dalla tenera età, che ha sempre dovuto (ancora oggi) combattere (a volte uscendone vittorioso) contro la demagogia e la burocrazia, i due grandi sostenitori della falsa democrazia all’interno di una politica sempre più illusoria e meno garantista… come si può dedurre dai fatti più recenti. Ma ciò che più mi rammarica è il fatto che molti disabili non possiedono (non per colpa loro) quel carisma e quella volontà ferrea di combattere contro le avversità e le ingiustizie; altri ancora sono totalmente impossibilitati ad agire data la gravità della loro condizione invalidante, ai quali va tutta la mia comprensione e la mia vicinanza… anche attraverso queste pagine di giornale. Un’ultima osservazione: non sono poi così insoliti i casi di invalidi che si lamentano di alcune Commissioni di Medicina Legale (solitamente tre membri), il cui “approccio” al colloquio per l’accertamento di invalidità si rivela essere talvolta sbrigativo, informale e poco cordiale… Per non parlare poi delle inutili e penosissime visite di revisione e ri-accertamento dello stato invalidante di pazienti, dalla cui cartella clinica risultano essere cronici irreversibili: un mutilato non ha mai visto reintegrarsi l’arto amputato, come il poliomielitico non ha mai visto normalizzarsi l’arto atrofico; e gli oltre 4.000 falsi invalidi individuati in questi ultimi tempi, i quali sono tornati a vedere, camminare e “vivere” gioiosamente sono la dimostrazione di palesi connivenze di varia natura. Scrivetemi e vi risponderò.