Attenti ai Fratelli Musulmani
Riceviamo e pubblichiamo:
TUNISI – C’è da stupirsi se il Presidente Morsi è stato destituito senza preavviso dalle Forze armate Egiziane? Direi di no, visto che la tanto reclamizzata maggioranza di Governo dei Fratelli Musulmani (Partito politico nato nel 1928) del 51%, di fatto è una minoranza come tante altre esistenti nel paese. Inoltre, il comportamento istituzionale di Morsi è stato messo in dubbio, a suon di assemblee oceaniche, dalla maggioranza silenziosa del paese. Diamo uno sguardo ai numeri. Su una popolazione di poco più di ottantanove milioni, i cittadini chiamati alle urne sono stati 51.031.000. Di questi, alle elezioni parlamentari 2011 sono andati a votare poco più di 18.000.000 di persone. I Fratelli Musulmani (unico partito veramente attivo durante la campagna elettorale) ne sono usciti come partito di maggioranza relativa con poco più di 7.000.000 di voti! Certo hanno ottenuto il 51% grazie anche alle schede nulle e bianche, ma il dato che fa riflettere è che se riferito al totale degli elettori i Fratelli Musulmani rappresentano circa il 14% della popolazione chiamata alle urne. La stessa cosa, più o meno, si è verificata per l’intera area del nord Africa. Nella sostanza, il fronte “rivoluzionario” di matrice Araba ha portato al Governo delle varie nazioni partiti politici di estrazione Salafita, che, in effetti, poco rappresentavano le aspirazioni politiche del popolo.
Da tener conto inoltre che, a meno della Siria, dove come noto la guerra civile li vede in prima fila nelle forze di opposizione al Presidente Assad, in Tunisia – Al Nhadha, in Egitto – Fratelli Musulmani, in Libia – tendenza a estremismo di Al Qaeda etc., sono divenuti partiti di maggioranza grazie anche ai copiosi finanziamenti giunti, attraverso il Qatar, dall’Arabia Saudita. In Tunisia, per esempio, in attesa delle elezioni di novembre 2011, per l’intero periodo di transizione Al Nahdha ha pagato le spese dei matrimoni (7 giorni di festeggiamenti) di quasi “tutte” le coppie che si sono sposate in quel periodo (circa 300.000 matrimoni). In Egitto sempre grazie ai soldi qatariani, dai Fratelli Musulmani sono stati costruiti “Ospedali” anche nei più sperduti villaggi dell’entroterra, fornendo assistenza gratuita, etc. Una volta giunti al Governo, però, si sono manifestati nel loro vero volto Salafita. Morsi, il giorno del suo insediamento, ha firmato 5 Fatwa (obbligo di morte) per gli americani produttori e attori del film su Maometto, tanto contestato. In Tunisia, per il mese di Ramadan sono stati chiusi per l’intero periodo tutti i ristoranti e i posti di ritrovo e vietato la vendita di alcolici, etc.
Ma, che natura hanno questi Salafiti? Chi sono? Nell’Islam, nel corso dei tempi (dal 654 – prima forma scritta di Corano, sino alla metà del 1800), si sono affermate quattro scuole “giuridiche” (sharia!) – hanafita, hanbalita, malikita, shafiita – che si differenziavano per la priorità che ognuna di loro dà al Corano, o ai detti e alla vita di Maometto, o alle tradizioni e alle decisioni degli “anziani”. I Salafiti, rifiutando l’adesione a queste scuole, sono stati influenzati dal pensiero Wahabita (Muhammad Ibn Abd al-Wahhab), che dette origine al Regno della famiglia Al Saud dell’Arabia Saudita, a metà del XVIII secolo. Il Wahabismo, nato in contrapposizione al “decadente” impero Ottomano, si è ispirato a un ritorno alle origini dell’Islam. Ancora oggi, per i Salafiti è prioritario l’applicazione della sharia e la trasformazione in uno Stato Islamico. Servendosi inoltre di una visione unidirezionale, i Salafiti dividono il mondo dei musulmani da quello dei non musulmani, rifiutando questi ultimi e ritenendoli nemici, miscredenti e sostenitori dell’”ateismo”, che nel mondo Musulmano è condannato con la morte! In Tunisia nel febbraio scorso, il Capo delle opposizioni dichiaratosi più volte “ateo”, Chokri Belaid, è stato brutalmente ucciso con tre colpi di pistola alla testa. Una Fatwa di cui ancora non si conoscono gli esecutori!
Generalmente sospettosi verso qualsiasi concetto importato dall’Occidente, i Salafiti parlano sovente di “complotti” intesi a distruggere l’Islam. A loro, in questa visione si aggiungono gli Sciiti iraniani che guardano agli USA (perché amici dell’Arabia Saudita!), un po’ meno all’Occidente, la personificazione del Demonio. In quest’ottica ogni menzione ai Diritti Umani è considerata anti-islamica e le libertà individuali inconcepibili con il credo islamico. La Guerra Civile in corso in Siria è un esempio di estremizzazione violenta del pensiero Salafita (Jihad) atto ad imporre ai laici (non credenti) di Sadat il volere coranico e l’Islam come Stato. In Egitto, fino alla deposizione di Hosni Mubarak, i Salafiti erano esclusi dalla vita politica. Forse anche per questo erano soliti condannare la democrazia e chi si opponesse alla Sharia.
Infine, a titolo di cronaca, cito solo che esistono interpretazioni del Salafismo molto più pericolose e violente. In Pakistan una ventina di anni orsono, è stata varata una legge sulla Blasfemia che, nella sostanza, condanna a morte tutti i Cristiani (perché noi concepiamo Dio “uno e trino”, mentre Allah per loro è uno e basta!). Ancor di più, il Salafismo è la base del “jihadismo”, come ha dimostrato la nascita di Al-Qaeda nel Maghreb, tuttora fortemente operativa in queste aree e con una presenza in Siria di 15.000 terroristi pagati (anche) con finanziamenti Statunitensi.
Nella sostanza, o voi che vivete con i cerotti sugli occhi, incominciate a guardare con più attenzione quanto accade nella sponda sud del Mediterraneo, perché è in queste aree che si sta giocando la partita di un ritorno a un Medio Evo o il debutto del Rinascimento Islamico. I risvolti di questa partita arriveranno a breve anche in Europa. Se, infatti, a tutt’oggi di musulmani (per ora modernisti) in Europa ce ne sono il 6%, con l’alta percentuale di prolificazione che hanno e l’alto tasso d’immigrazione cui ci hanno abituato in questi ultimi anni, ci sono eccellenti possibilità che i nostri nipoti diventino Musulmani. Sebbene io preferisca centomila volte le mie radici Giudaico – Cristiane e cercherò di preservare il mio retaggio ad oltranza, l’ineluttabilità della crescita islamica ci travolgerà (è scritto nel Corano!). L’importante è dunque, cercare di contenere le spinte Islamiste eccessivamente Salafiti. Il “dialogo interculturale” da me proposto in Tunisia volge proprio a limitare i danni di un eccesso di Salafismo.
Fabio Ghia
Presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati (ANFE) – Tunisia