Raccontonweb: “La multa”di Lucia Bonanni
La multa
Aveva dovuto aspettare più di un’ora prima di poter recuperare i bagagli in quel maledetto aeroporto… oltretutto quel braccio indolenzito non la metteva certo di buonumore. Si era pure pentita di aver scelto quel tipo di abbigliamento e adesso la giacca la ingombrava più del borsone che aveva riempito di inutili cianfrusaglie. Distrattamente aveva fatto il biglietto e si era seduta al primo posto libero che aveva trovato…
Il giovane le si fece incontro deciso e la guardò con grande intensità… i suoi occhi brillavano di una luce diversa e le sue labbra si incresparono in suoni indecifrabili che lei non udì nemmeno. “Non le do niente… se ne può anche andare…”, lo apostrofò, tenendo l’indice puntato a minacciare l’intruso. “Signora… mi scusi… il biglietto!”
“Il biglietto? Quale biglietto…!”, “… quale biglietto, signora, quello dell’autobus!”
Le labbra del giovane si atteggiarono in un sorriso di malcelata ironia mentre dalla tasca della sua giacca spuntava un blocchetto e dal taschino si affacciava una penna già pronta a scrivere ciò che lei non avrebbe mai voluto che scrivesse. “Sono cinquanta Euro… mi spiace, signora!”. “Aspetti… aspetti un momento. Io l’ho fatto il biglietto, mi sono pure un po’ arrabbiata per l’aumento di prezzo”. Stavolta aveva ben udito i suoni articolati in parole e convulsamente si era messa a rovistare nella borsa, nella tasca della valigia, in quella del borsone, aveva guardato persino nel portamonete degli spiccioli… niente… niente di niente. “Oh…brava signora, eccolo lì”. Un lampo di genio aveva indirizzato la mano di Ada verso la tasca della giacca appoggiata sulla valigia e il biglietto era saltato fuori come un coniglio dal cilindro di un abile prestigiatore. “Lo sapevo che lei aveva fatto il biglietto, ma, capisce, io devo fare il mio mestiere”.” Non volevo essere scortese, mi creda”. “Lasci perdere… fa bene a non fidarsi…”, “La ringrazio… sa… di questi tempi… cinquanta Euro…”,”Non si preoccupi…sapevo che una signora così distinta non poteva barare”.
Di nuovo la guardò molto intensamente e con quel suo sorriso appena accennato le chiese dove fosse diretta. “Se vuole, posso accompagnarla… Comunque stia tranquilla, all’attraversamento pedonale c’è sempre una ronda di militari a garantire la sicurezza dei viaggiatori…”. “La quiete dopo la tempesta” si disse tra sé e sé mentre sorseggiava la poca acqua rimasta nella bottiglietta … Intanto l’autobus proseguiva la corsa per le vie affollate da insegne fluorescenti e lei si lasciava catturare dalla bellezza dei monumenti che sfilavano in teoria artistica. Senza pensarci, si ritrovò con le spalle rivolte ad un cristallo sagomato a parete e inevitabilmente lo sguardo cercò la targa di bronzo… per un attimo fu quasi costretta a ricordare e quasi le mancò il respiro… soltanto pochi giorni ed anche lei si sarebbe ritrovata in tutto quel putiferio che era successo anni addietro. Sui vari display gli orari dei treni si susseguivano in frenetica corsa… puntuali quelli in arrivo… ritardo per quelli in partenza. “Per fortuna che verrà a prendermi Giulia” pensò mentre dava un’ultima occhiata al monitor e si metteva in fila presso il box informazioni. A un tratto lo vide che si dirigeva verso di lei…e ne fu contenta…il pensiero che ci fosse ancora qualcuno degno di fiducia, le fece allentare la tensione ed un lampo bizzarro attraversò i suoi pensieri. Con la sua solita aria sorniona Ugo la prese sottobraccio e si avviarono verso il bar … “Signora, prego, il biglietto” le disse a bruciapelo davanti ad una birra ghiacciata ed una coca light… “Ma … quale biglietto! Ma se l’ha già vidimato, anzi, obliterato sull’autobus…il biglietto”. “Signora, mi spiace, sono cinquanta Euro di multa” Questa volta il blocchetto saltò fuori come un coccodrillo dalle acque limacciose di un fiume in piena ed una penna indocile prese a scrivere ciò che lei non avrebbe mai voluto che scrivesse. “Se vuole, posso accompagnarla… ci sono anche le scale…”
Il tepore all’interno della vettura le portò buoni pensieri… si rannicchiò sul sedile… aprì il libro e attese. Le luci della sua città non le erano mai sembrate così belle, i bagagli non erano poi così pesanti e tutto quel traffico non le dava neppure fastidio…
Lucia Bonanni
Insegnante in pensione, vive a San Piero a Sieve (FI). Autrice di prosa e di versi, esprime la propria creatività anche con la fotografia perché – dice – “poesia e immagine sono complementari come la poesia lo è con la musica”.
un racconto simpatico tratto da un avvenimento di vita quotidiana in cui si denotano un pizzico di fantasia e romanticismo tipico della sig.ra Lucia 🙂