“Sardegna chi_ama” e i suoi soliti patrigni

locandina della manifestazione Sardegna chi_ama

locandina della manifestazione Sardegna chi_amaRiceviamo e pubblichiamo:

 

Sardegna chi_ama, la musica risponde… con i suoi soliti patrigni e patriarchi.

E così i “Volti noti della musica, del teatro e della televisione chiamati a raccolta per la Sardegna colpita dall’alluvione dello scorso novembre. Sabato 31 maggio, a Cagliari, nello spazio dell’Arena Grandi Eventi di Sant’Elia, tiene banco “Sardegna chi_ama”, iniziativa ideata e diretta dal jazzista Paolo Fresu, fatta propria come progetto speciale dalla Fondazione Banco di Sardegna, e organizzata dall’associazione culturale Dromos di Oristano” renderanno omaggio a quel che di terribile vi fu mesi orsono.

Beh, Sarà pure bella, e non lo discuto, anzi, tanto di cappello ai nomi convenuti… ma mi permetto di non condividere questo stile d’amore. Chiamiamola subito tristezza, delusione di chi si sente escluso (chi non lo fosse sarebbe un bugiardo, dato lo specifico del nostro mestiere) e che potrebbe anche sentirsi in merito di far qualcosa, al di là dei convenevoli abbracci…  ma, aimè, non v’è stato alcun invito.

Ho notato il calendario, dove sono gli attori sardi? eppure si parla di teatro, anche, forse che non ne saremmo stati capaci? forse che qui s’abbisogni di un nome giusto? come se di già il cartellone non ne fosse più che colmo, sarebbe bastato anche un terzo dei grandi nomi raccolti per raggiungere l’ambito sol out.

La solita storia, la solita casta, i soliti abbracci e i soliti sorrisi compiaciuti dei soliti patrigni e patriarchi della cultura isolana, che decidono per il meglio loro e per quanto sia meglio da tutti, da quasi sempre, senza nessun diritto alcuno, senza rispetto, soprattutto.

Perché se fosse una festa privata per soli amici potrei anche rispettare le scelte, ma qui… no, mi dispiace, non riesco a star diplomaticamente nei giusti e felici amori, soprattutto per una terra alla quale da più di 35 anni ho regalato la mia passione e la mia scelta di teatrante, rinunciando ad abbandonarla per una chissà forse produttiva carriera (?). Ma perché soprattutto quando si tratta di un motivo così “nobile”, quale il direttore artistico ha esposto in gran giusto richiamo, mosso a a favore di una terra devastata, che è la mia terra pure, mi sarei sentito orgoglioso di contribuire alla “raccolta di beneficenza”. Ma così non è stato. Così è, se ci pare. Da troppo tempo, da quasi sempre.

Gaetano Marino

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