Grygory Sokolov, artista della tastiera, e il suo pubblico
Riceviamo e pubblichiamo:
Grygory Sokolov è l’artista della tastiera che ha inaugurato la sessantanovesima stagione concertistica della Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”. Il libretto del programma di sala annunciava brani di Johann Sebastian Bach, Ludwig van Beethoven e Frydryk Chopin. Descriveva poi il pianista, nato e formato a San Pietroburgo, come “uno che conquista ad ogni ascolto, con mezzi squisitamente musicali. Antidivo per eccellenza, schivo e colto, intimista, Sokolov ha un repertorio tra i più vasti immaginabili…La critica esalta la profondità del suo pensiero musicale, l’originalità interpretativa e l’infinito dominio tecnico.”
Riporto quanto sopra per raccontare in particolare come si è svolta la serata aquilana, nell’auditorium della Guardia di Finanza. La sala di oltre mille posti era piena, tranne che nelle ali più laterali. Puntualissimo, il pianista è entrato in scena, piccolino e pieno, con una lunga giacca a coda di rondine, si è messo al pianoforte ed ha incominciato a suonare Bach. Le note scorrono con la naturalezza dell’acqua di un ruscello, chiarissime e limpide, sempre. Poi la sonata di Beethoven, il pubblico sente ancora di più che si tratta di un artista non comune, i forti puliti e chiari, i piani ed i lenti delicatissimi, le ali di un angelo sfioravano la tastiera. Capiamo subito di stare a sentire molto di più di un prodigioso atleta della tastiera, un grande artista. E così si giunge al secondo sentito e partecipato applauso, prima dell’intervallo. Alla ripresa Chopin, intrecci e ricami delicatissimi di note scorrevoli, squillanti, chiarissime, coinvolgenti.
Fino all’applauso finale, intensissimo, che scarica la forte tensione emotiva creata nel pubblico dal linguaggio musicale decisamente comunicativo dell’artista al pianoforte. E così parte il primo bis. E poi il secondo, ed anche il terzo. Tre bis si sono sentiti parecchie volte, ai concerti della Barattelli. Ma questa serata ci ha riservato una sorpresa. Molti dopo il terzo bis si sono alzati in piedi per uscire della sala, ma le luci rimanevano spente, ho saputo poi che non sono state riaccese per volere del pianista. Gli applausi continuavano. Mi sono mossa lentamente per andarmene, prima di lasciare la sala, mi volto a guardare verso il palcoscenico, verso la porta del camerino a destra del palcoscenico. E vedo l’ombra del pianista ferma dietro la porta. L’applauso seguita, e la porta si riapre, la gente in piedi si mette a sedere di nuovo e lui suona, suona, suona ancora, interrotto solo dagli applausi. Ha suonato per più di due ore e mezza, quasi tre ore, lasciando al pubblico la sensazione che potesse andare avanti all’infinito, e la voglia di ascoltarlo ancora. Non ho contato i bis, sei di sicuro, forse sette.
Grygory Sokolov è non solo un artista, delicatissimo e raffinato, padrone di un repertorio vastissimo e di una tecnica infinita, è anche un uomo generoso della sua arte, gratificato dall’offrire la magia del suo suono al pubblico che lo segue attento e affascinato.
Emanuela Medoro
L’Aquila, 21 ottobre 2014