“A modo mio” di Francesco Coccia recensito da un ergastolano
Riceviamo e pubblichiamo:
Ho pensato alla visita che ci ha fatto ieri l’onorevole Laura Coccia del partito democratico. Sono rimasto colpito dalla sua giovane età e dai suoi problemi di disabilità. E soprattutto della sua sensibilità. Mi ha ascoltato con grande attenzione e a tratti il suo silenzio mi ha trasmesso tanto amore sociale. Ed era da tanto tempo che non sentivo più questa energia affettiva che mi ha riscaldato il cuore e la cella per tutto il giorno. (Diario di un ergastolano www.carmelomusumeci.com)
Vivere in pochi metri quadri con delle sbarre dietro e un cancello davanti non è facile. Per fortuna leggo molto. E leggere per me è come vivere perché dentro i libri trovo ancora tutto quello che mi serve per continuare a esistere. Alcuni miei compagni mi prendono anche in giro perché ho sempre un libro in mano anche durante l’ora d’aria.
In questi giorni ho appena finito di leggere un bellissimo libro dal titolo: “A modo mio”. Sottotitolo: “Laura non cammina, corre” (Editore Sempre). L’autore è Francesco Coccia e scrive di sua figlia affetta da tetraparesi spastica per una infezione contratta dopo la nascita. È un libro da divorare con gli occhi e mangiare con il cuore. Nella copertina c’è una bellissima foto di Laura con un’espressione determinata sul viso che emana un’energia che ti penetra dentro. Dietro la copertina del libro ci sono scritte queste parole:
Te lo aveva detto una volta mamma Luci, mentre aspettavamo che cominciasse lo spettacolo del circo. Vedendo gli altri bambini che correvano lungo le corsie tra le panche, avevi chiesto: “Mamma, correrò pure io come loro?” Recuperando il cuore dall’abisso in cui era sprofondato, mamma Luci ti aveva risposto: “Certo! A modo tuo”.
E Laura ha corso. Ha corso così veloce e tanto che è arrivata più lontano di quello che in pochi avrebbero immaginato “Alle elementari le mie maestre erano spaventate dal mio essere così diversa dagli altri. Il mio equilibrio precario era un pericolo: avrei potuto farmi male quindi dovevo stare ferma, immobile, ad osservare la vita dei miei compagni di classe che correva via su un binario parallelo alla mia. Sognavo di correre, di volare per guardare il mondo dall’alto, per cambiare prospettiva e uscire dalla prigione. Non avevo amici perché ero quella diversa e quindi da evitare”.
Laura, alle elezioni politiche del 2013, viene eletta deputata della Camera dei Deputati. L’ho conosciuta, durante una sua visita da parlamentare, dentro l’Assassino dei Sogni (il carcere come lo chiamo io) di Padova. Consiglio a tutti di leggere questo bellissimo libro (soprattutto gli avanzi di galera e della società come me) perché è pieno di sentimenti e ti lascia un’impronta nel cuore che ti farà amare di più l’umanità.
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova, Dicembre 2015