“Il dittatore del bunga bunga” al Paladozza di Bologna. E Di Pietro lancia un appello: “Liberiamoci di Berlusconi”

 

“Liberiamoci di Berlusconi, poi pensiamo al resto“, con questo appello e una battuta sui girotondi l’on. Di Pietro ha concluso la serata al Paladozza di Bologna, un Paladozza gremito,   7000 persone, di cui molte in piedi o sedute per terra che hanno partecipato alla serata di informazione e spettacolo, organizzata dall’ Italia dei Valori con il patrocinio della Regione Emilia Romagna. L’evento, dal titolo “Il dittatore del bunga bunga“, è stato condotto da David Parenzo e ha visto la partecipazione di: Marco Travaglio, Sergio Rizzo, Gioacchino Genchi, Bruno Tinti, Antonio Ingroia,(in collegamento) Andrea Mingardi, Antonio Cornacchione, Dario Fo, (in collegamento) Vauro. E’ intervenuta anche la cantante Teresa De Sio che ha presentato alcuni brani, tra questi il famoso “Il caffè di Don Raffaé” di Fabrizio De André. Tra i vari argomenti trattati nella serata, quelli sul precariato hanno catalizzato l’attenzione di giovani e non, grazie anche all’intervento di una ragazza aspirante giornalista, Aurora Scuderi, che salita sul palco ha lanciato un appello” il giornalismo è il settore pilota della precarizzazione globale, poi arriverà per il tutti i settori del lavoro. Non possiamo tacere per quei pochi spiccioli che ci servono per mangiare, non perdiamo la passione per il nostro lavoro anche se è duro e pretendiamo il rispetto. Passione e rispetto per noi stessi, ce li dobbiamo, perché siamo giovani, per il nostro futuro.”
“Siamo stati i primi di tutti da diversi anni ad aver capito le ragioni per cui la cricca della P2stava conquistando il potere” ha detto Di Pietro, ” e prima di tutti abbiamo segnalato la malattia, oggi anche gli altri stanno segnalando la stessa malattia che abbiamo scoperto noi con la differenza che fino ad oggi  ci hanno sguazzato dentro. Ed oggi noi ci vogliamo far carico anche del ricambio, anche della ricostruzione delle macerie nostre. Come? Direbbe qualcuno. Siamo all’alba direbbe Vauro. L’alba di un giorno piovoso, governo ladro, o di una primavera? Questo dipende dal 14, innanzitutto. Perché una cosa è certa, bisogna fare uno scalino alla volta per arrivare in cima. Il primo scalino è sfiduciare Berlusconi. Non c’è niente da fare, se non si sfiducia Berlusconi non si va da nessuna parte, la seconda cosa che bisogna fare è andare al voto, la terza cosa che bisogna fare è stare attenti a fare le liste, la quarta è quella di capire che bisogna stare insieme per arrivare a 51, perché sennò a 51 non ci si arriva e quello vince ancora. Lo dico a quelle persone che anche qui a Bologna dicono che bisogna mettersi contro tutti. E’ meglio la legge degli Orazi e Curiazi della legge sfasciamo tutto. Uno alla volta cerchiamo di liberarci dei nemici ma se pensiamo di fare di tutta un’erba un fascio facciamo come quelli del girotondo, giri giri e poi caschi per terra….”

Francesca Lippi

1 thought on ““Il dittatore del bunga bunga” al Paladozza di Bologna. E Di Pietro lancia un appello: “Liberiamoci di Berlusconi”

  1. Sarebbe stato bello essere all’evento in mezzo alla folla!
    Ottimo servizio Francy!

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