Un gesto d’amore e di bontà per “alleviare” chi soffre

opera di Line Danielsen

di Ernesto Bodini
(Giornalista scientifico e critico d’arte)

opera di Line DanielsenEsiste ancora oggi “l’arte” del donare? E c’è ancora un momento e un posto per donare? E a chi? Sembrano domande retoriche, ma non lo sono a fronte dell’attuale società segnata dall’individualismo, con evidenti tratti di narcisismo, egoismo, egolatria che la caratterizzano sempre di più… Esistono tuttavia quelle “eccezioni” che non fanno novità ma inducono a riconsiderare il valore del saper donare e quanto beneficio questa azione possa dare a chi riceve. Un esempio lo ha dimostrato la pittrice e scrittrice norvegese Line Danielsen che, martedì 12 luglio, è stata ospite nel reparto degenza di oncologia medica e del Gruppo Italiano Tumori Rari – Gruppo Piemontese Sarcomi (diretto l’uno e presieduto l’altro dal dott. Alessandro Comandone) dell’ospedale Gradenigo/Humanitas, dove ha potuto manifestare i suoi sentimenti di spontaneo altruismo offrendo in dono una sua opera pittorica, e che fa ora bella mostra di sé sulla parete del reparto. Presenti alla semplice ma commovente manifestazione il personale medico e infermieristico di turno e alcuni pazienti con i propri familiari, tutti uniti in un “composto” raccoglimento per osservare l’opera e cercare di comprenderne il significato sia artistico… che umanitario, come a voler entrare in sintonia con il pensiero e i sentimenti dell’artista, da oltre un ventennio in Italia e da quasi un anno a Torino. Nel motivare questo gesto così sentito e per certi versi partecipativo, la Danielsen si è così espressa: «Il voler donare una mia opera pittorica, e soprattutto dedicarla a chi vive in un ambiente dove la sofferenza a volte si “impone” interrompendo la serenità, è per me un momento di immedesimazione del dolore con il proposito umile e modesto di apportare conforto e sostegno, sia pur attraverso quei tratti artistici che hanno generato l’opera stessa e che ognuno può cogliere anche solo per qualche attimo… Sono ben conscia che a volte l’immedesimazione è di breve durata e non sempre appaga disperdendosi tra le mura bianche e silenziose di un reparto ospedaliero, a volte prive di senso; tuttavia resta in me la convinzione che i buoni propositi di un artista, affermato o meno, possano suscitare una sorta di effetto “antibatterico”, stringendo la mano a ciascun sofferente e nel contempo leggere insieme le poetiche note di un quadro che parla e vuol parlare ad ognuno…».

Line Danielsen con personale ospedale Gradenigo di TorinoLa giovane ma già affermata pittrice, la cui produzione comprende, ad esempio, la rappresentazione della Norvegia al Festival della creatività promosso dalla Regione Toscana con il progetto “North in Progress”, oltre la vetrata in mosaico presso la Chiesa di San Ferdinando a Montedomini in Firenze, collezioni private sono presenti sia in Italia che in Europa; un corpus che  denota il suo amore per l’arte e la cultura fiorentina lasciando il segno con la sua personale dal titolo “Riflessioni sull’eterno ritorno”, dedicata a Michelangelo e ai mitici greci. Da qui in poi l’approfondimento della Lingua italiana tale da raggiungere quella padronanza dei concetti artistici che, a mio avviso, lasciano un’impronta per i posteri perché questa è la sua filosofia di vita, ossia, valorizzare al meglio ogni realizzazione sia essa pittorica o letteraria che tutti possono leggere e far propria grazie alla sua trasposizione espositiva. Ma Line Danielsen non è solo una artista di talento. Ha innato un animo buono, semplice, umile e ogni sua gestualità è spontanea e di getto, accompagnata da quel sorriso che non solo “ricalca” le sue radici nordiche, ma la annovera tra gli artisti che sanno dare senza indurre il fruitore ad alcun “perché”. Un modo d’essere, il suo, che se non imitato è quanto meno di incoraggiamento per chi “vive” d’arte e per chi è in “attesa” di guarire tra le bianche pareti di un piccolo o grande ospedale.

 

Foto di Faliero Bossolesi (in alto l’opera di Line Danielsen, in basso l’artista a sinistra con una parte del personale di reparto).

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