RaccontOnWeb: “Questione di POV – 4”
Oggi vi proponiamo un altro POV frutto del gioco letterario nato su aNobii, nel gruppo Il salotto di Madame Charpentier.
Trama e personaggi questa volta sono stati proposti da Ariano Geta. La location è lo scaffale di una biblioteca, mentre i personaggi (con relativi autori) sono “I Promessi Sposi” (Ariano Geta), “Horcynus Orca” (Luccio) e “Tre metri sopra il cielo” (Tulip67).
I Promessi Sposi
Quantunque non mi possa dolere del continuo passaggio di prestiti cui sono sottoposto, sorge in me talvolta una malinconica invidia per l’enciclopedico tomo titolato col nome linneiano d’una bestia marina giacché le sue fugaci esperienze fra mani di rari lettori certamente nascono dal profondo e vivo desiderio ch’essi hanno di abbeverarsi alle sue pagine, differentemente dalle moltitudini che mi richiedono, ahimè, soltanto poiché coattivo obbligo scolastico di cui volentieri si sbarazzerebbero.
Provo invece pena per il pur ora da tanti bramato romanzucolo che misura la felicità come fosse una lunghezza: trascorsi decenni cadrà nell’oblio e sarà ciò fonte per lui di infinita delusione.
Tre metri sopra il cielo
Echepp..’sto vecchio mattonazzo de Manzoni ancora gira…e quest’artro…come se intitola? Ma che e’ ‘no scioglilingua? Orca….miseria!
Ma dico io…cioè…er mio de titolo mette allegria…fa sogna’…e poi parla dei ggiovani d’oggi…mica de ‘na coppia de sfigati der ‘600 …tra l’altro poco credibbili..vojo dì..rapimenti…peste…conventi…monache vietate ai minori…pare Biutifùl…ma ‘ndo vanno?
Ma voi mette la poesia d’attacca’ un lucchetto a ponte Mirvio?
Nun capischeno gnente…Moccia mio te rivaluteranno vedrai…artrochè!
E quell’artro …boh…parlerà de cetacei…forse l’ha scritto Folco Quilici…vabbè che…ahò! Anvedi…ecco ‘sta regazzina che me viè a pijà…lo sapevo..avrà visto er filme e mo’ vò legge er libbro…e poi dicheno che a la ggioventù la curtura nu je ‘nteressa…
Horcynus Orca
Ragazzi, che noia mortale! Prima vent’anni per trovare la forma definitiva, adesso la polvere che mi si accumula addosso. Da quando sono su questo scaffale mi avranno preso sì e no in tre: due non sono andati oltre pagina 80, e solo uno, che doveva fare una ricerca per un esame all’Università, mi ha sfogliato un po’ più attentamente: ma non mi ha mica letto integralmente nemmeno lui. I miei vicini sono più fortunati, anche se non mi stanno simpatici: passi per il romanzone ottocentesco, anche quello costato ore e ore al suo autore (tre stesure, due edizioni in vita – ma modestamente anch’io ho il fratellino della versione prima che è stato pubblicato, anche se vallo a trovare in biblioteca!); ma questo cafone che è già passato di moda e anche lui comincia a smascellarsi dagli sbadigli, questo cafone proprio non lo sopporto. Oltretutto gli sono rimasti appiccicati sentori di profumi dozzinali che mi fanno venire il voltastomaco. Meglio approfittare della pace dei sensi e farsi un’altra bella dormita…