L’angolo della poesia: “S’avvizzivano le dalie” di Antonino Giuffrida
Torna oggi a occupare il nostro Angolo con la sua elegante poesia Antonino Giuffrida, che più volte abbiamo potuto apprezzare in queste pagine come narratore e che con “Debussy nel cuore” si è presentato a noi anche in veste di poeta.
Prima di lasciarvi in sua compagnia, vi ricordiamo che potete inviarci anche voi i vostri versi a info@ilmiogiornale.org
S’avvizzivano le dalie
S’avvizzivano le dalie
mentre aspettavamo un’estate
ancora. S’era già a fine agosto,
allora: gli ombrelloni semichiusi,
le battigie calpestate silenziosamente
nel sentore della prima pioggia.
Oggi abbiamo capelli canuti
e occhi depressi, io e te.
Perdiamo notti piangendo,
come se piangere
servisse ad aggraziarci il futuro.
E invece a nulla serve:
nemmeno a farci sentire
felici nella memoria,
perché una felicità
passata è sempre fioca, incerta,
come la luce d’una candela.
La verità è che noi due, amore,
siamo supernove esplose
da secoli, dimenticate.
Non abbiamo che quest’infinito buio
che ci accoglie come esuli; e un dio
muto, che dall’alto
ci guarda e ci deride.