Nasce a Torino il gruppo d’arte “Fen ludens”
di Ernesto Bodini
(giornalista e critico d’arte)
Sembra proprio che bontà e intraprendenza vadano di pari passo, come dimostrano i volontari dell’associazione di ascolto La Brezza – onlus e alcuni “ospiti” della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Una “simbiosi” che si perpetua nel tempo e che nel gennaio scorso al suo interno ha preso vita il Gruppo d’Arte “Fen Ludens”, costituito da Samir, Antonio, Mario, Davide, Antonio C., Ivo e Dragos, presso la VI° Sezione del Padiglione A. Tutti accomunati dall’intento di imparare l’arte della pittura e proseguire nel tempo, grazie alla appassionata dedizione della pittrice Line Danielsen che in realtà li segue già da qualche tempo collettivamente, con quell’apporto sia tecnico che umano seguito da uno spontaneo sorriso che rende ancor più espressiva e solidale la sua capacità di insegnamento. L’attività è iniziata venerdì 10 marzo, tutti con il pennello in mano e alle prese con tubetti di vari colori depositati in piccoli contenitori di plastica, e il compito consisteva nel realizzare (con la propria fantasia) “Le quattro stagioni” di Vivaldi su una facciata di un CD come base; un tema favorito dal sottofondo musicale del grande compositore veneziano. Ogni realizzazione (vedi foto), seguita passo passo dalla pittrice, presente i volontari Antonella, Anna e Lucia, veniva depositata su quella minuscola base non solo con capacità interpretativa, ma anche con l’immedesimazione delle stagioni rese ancor più reali dalle note della musica barocca. Di tanto in tanto ciascuno di questi “allievi” in erba si esprimeva con qualche considerazione sul proprio modo di eseguire, o curiosando quello del vicino; una sorta di confronto con la comunione di intenti e ideali propositivi volti ad esternare la propria vita interiore, e il deposito di minuscole porzioni di colore poteva voler significare l’apprezzamento della vita, vista oggi in modo diverso… e di facile comprensione.
Dipingere facendo parte di un gruppo che ha dell’ambizioso, ma non privo di umiltà, è un ulteriore stimolo ad essere sempre più sé stessi e al tempo stesso a voler costruire con l’Arte (e la musica classica) un proprio futuro, poiché la loro esistenza lascia ancora degli spazi di libertà non privi di quella filosofia di vita che di tanto in tanto ciascuno esprimeva, per confluire inevitabilmente sul cos’è la felicità. Timidamente si percepiva qualche pensiero, magari non ben definito o da completare che, personalmente, invitato ad esprimermi in quel contesto, ho creduto opportuno affermare che la felicità è forse uno stato di benessere rifuggendo ogni possibile negatività, e poter quindi godere di quella pace interiore che si conquista giorno dopo giorno, accettando i propri limiti senza rincorrere l’impossibile! Ed è così che due ore sono trascorse, noi dentro con loro e, viceversa, loro “fuori” con noi. Una ennesima esperienza anche per i volontari de’ La Brezza che, facendo parte del neonato Gruppo, avranno il compito di farlo conoscere all’esterno attivando collaborazioni con professionisti, associazioni ed enti per un scambio tra interno ed esterno. Le opere realizzate potranno diventare soggetti di scenografie, e in seguito far parte di mostre ed esposizioni all’interno e all’esterno dell’Istituto Circondariale.