Lo spagnolo di Madrid e lo spagnolo di Cuba: quali le differenze principali?

Si fa presto a dire spagnolo. Solo in Spagna, ad esempio, ci sono ben quattro lingue ufficiali.

Lo spagnolo appunto, anche chiamato castellano (castigliano), il catalano, parlato nella Catalogna (la regione di Barcellona), il basco dei Paesi Baschi e il gallego, che si parla in Galizia.

Lo spagnolo che si parla in Spagna si definisce anche spagnolo peninsulare, per distinguerlo dalle varietà di spagnolo parlate nel resto del mondo.

Quando parliamo di spagnolo, in generale si intende il castigliano, che è la varietà di lingua che, con le dovute differenze, oggi si parla anche nella gran parte dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, compresa l’isola di Cuba.

Lo spagnolo di Cuba ha una base simile al castigliano, ma presenta tante diversità di vocabolario, di grammatica, di pronuncia.

La lingua che si parla a Cuba è il risultato della colonizzazione spagnola, ma ha risentito fortemente dell’influenza delle popolazioni locali, quindi contiene elementi indigeni.

 

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Perché lo spagnolo di Cuba è diverso?

Anche se, a Cuba come a Madrid, lo spagnolo è la lingua ufficiale, si tratta di una versione che presenta diverse varianti rispetto alla lingua della Spagna.

Il motivo risiede nel fatto che Cuba è un’isola dalla popolazione molto varia, che comprende radici nigeriane, del Congo e della Nuova Guinea, popolazioni originarie delle Canarie e popolazioni che risiedevano a Cuba prima dell’arrivo degli spagnoli, come gli indiani Taino.

Lo spagnolo di Cuba quindi risente di tutte queste influenze linguistiche, soprattutto nel vocabolario.

 

Le differenze tra Cuba e Madrid: la pronuncia della “lisca”, le consonanti perse e il Yeismo

In spagnolo, la “lisca” è il suono della “s” pronunciata tra i denti.

La differenza più evidente, quella cha salta agli occhi del turista a Cuba che magari ha imparato lo spagnolo a scuola, è la pronuncia della “c” e della “z”.

Queste due consonanti, quando sono seguite da una “i”, in Spagna prendono un suono simile al “th” inglese, che si ottiene mettendo la lingua tra i denti.

A Cuba invece, e in generale in tutta l’America Latina, questi suoni si pronunciano semplicemente come la “s” italiana.

Ma non solo: quando la “s” si trova alla fine di una parola, a Madrid si pronuncia e a Cuba invece può perdersi, assomigliando ad una acca aspirata. Ad esempio: “Adios”, si pronuncerà “Adioh”.

Yeísmo, invece, è il fenomeno con cui la doppia l di molte parole spagnole, a Cuba si pronuncia come la nostra “i”.

Quindi, termini come “llamar”, chiamare in italiano, a Cuba si pronunciano “iamar”, mentre a Madrid c’è un leggera aspirazione come un’acca inglese ad inizio della parola.

 

Vai a Cuba? Attenzione alle parole!

Il vocabolario dello spagnolo di Cuba ha tante differenze con quello di Madrid.

Se ad esempio vuoi comprare una papaya, ricordati di chiamarla “fruta bomba”, perché a Cuba la papaya indica l’apparato femminile.

E quando alloggi in una casa particular, rivolgiti alla padrona di casa con señorita e mai señora, anche se è una donna anziana.

Gli uomini andranno invece salutati con “caballero” e mai con “compañero”.

E ancora, il “carro” è l’auto a Cuba, mentre in Spagna significa carro proprio come da noi.

Se vuoi prendere l’autobus, ricordati che a Cuba, come a Tenerife, si chiama guagua, pronuncia ua-ua.

Attenzione anche alla parola “vale”: a Madrid significa, “Ok, va bene”, mentre a Cuba può essere interpretato come “Smettila”.

 

Vosotros o ustedes?

Nello spagnolo di Madrid esiste la forma di cortesia della seconda persona plurale, per indicare rispetto e deferenza verso l’interlocutore. In particolare, la forma di cortesia è “ustedes” e quella informale è “vosotros”. Nei Paesi latinoamericani, invece, quindi anche a Cuba, esiste soltanto “ustedes”.

 

 

 

noamericani, invece, quindi anche a Cuba, esiste soltanto “ustedes”.

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