L’INTRAPRENDENZA DEL VOLONTARIATO AL CENTRO DELLA SOFFERENZA
di Ernesto Bodini
(giornalista e critico d’arte)
Cosa non si fa per l’infanzia sofferente! Le attenzioni e le proposte sono infinite, come la manifestazione ludica che si è tenuta nei giorni scorsi all’ospedale infantile Regina Margherita. Un mini spettacolo di animazione con pupazzi di peluche dal fantasioso titolo “Storia di Mandarino” (nella foto una sequenza), che ha visto come protagonista l’animatrice psicologa e psicoterapeuta Josephine Ciufalo, in una sequenza di gestualità con piedi e mani facendo parlare i suoi attori, dando loro voce e vivacità… L’iniziativa, che rientra nell’ottimistico progetto “Gioco della vita” a cura dell’associazione di ascolto La Brezza onlus, ha trovato il suo spazio inserendo intrattenimenti ludico-creativi in quell’area di sofferenza, ma pur sempre accogliente come la Biblioteca ricca di ogni supporto visivo, dove i pochi metri quadrati sembrano moltiplicarsi per accogliere i bimbi allettati ma in grado di presenziare, strappando loro sorrisi ed applausi ad ogni performance di volontari come Josephine, i volontari de’ La Brezza e della Fondazione Forma (onlus). Quest’ultima da anni opera all’interno del nosocomio pediatrico con l’imput di aiutare l’ospedale a crescere, avendo come guida la parola d’ordine “Bambinizzare” perché così facendo la sofferenza dei ricoverati possa essere soffocata dalla serenità… Per un ospedale a misura di bambino è ulteriormente terapeutico l’abbinamento medicina-svago: nel primo caso medici e infermieri con la loro esperienza clinica e chirurgica, nell’altro animatori-volontari dotati di buona volontà ma anche della capacità di approccio (spesso accompagnato dal sorriso) come manifestazione di affetto e massimo coinvolgimento. L’artista Josephine, che esercita spesso anche in altre realtà di sofferenza, è una professionista di mestiere, ma che in queste occasioni non si risparmia offrendo altrettanta professionalità con spontanea elargizione del suo tempo, “adottando” piccoli sofferenti e coinvolgendoli in un turbinio di monologhi e risatine con i suoi attori di pezza… tenendo banco per un’ora o due. Tutto questo fa parte di quel volontariato che non è scuola ma vita, sia esso all’interno di un ospedale, di una casa di riposo o di un carcere, come da anni porta l’Associazione La Brezza che vede “in primis” la Persona e con essa la sua dignità. Una forma di garantismo, mi sia concessa questa espressione, senza condizioni poiché sofferenza fisica e psicologica possano essere superate sia pur con brevi momenti di spensierato intrattenimento e, a volte, soltanto con un semplice sorriso e una stretta di mano. La solidarietà umana è sempre una lunga strada che non bisogna temere di percorrere, se si è diretti verso coloro che hanno qualcosa da insegnare. E chi soffre, insegna sempre qualcosa!