UN’ATTENZIONE ANCHE ALLO STRESS E AI PROBLEMI UROLOGICI

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

Sempre più affollata l’aula magna del Centro di Ricerca per le Biotecnologie Molecolari dove ogni lunedì si tengono le conferenze dell’associazione “Più Vita in Salute”, con finalità di informazione educativa e culturale. Lunedì 16 maggio scorso sono intervenuti l’osteopata ed esperto in Scienze Motorie Paolo Piazza (nella foto), che ha trattato il tema “Allenarsi e stare bene: imparare a cavalcare lo stress”; e l’urologo Paolo Piana che ha trattato il tema “L’incontinenza urinaria nel maschio e nella femmina”. Sul primo argomento il relatore Piana ha evidenziato che lo stress è una condizione emotiva e sociale sempre più coinvolgente tra persone comuni e a tutti i livelli, e non priva di complessità… precisando: «Siamo portatori di una struttura fisica cerebrale e comportamentale ereditata dai nostri antenati quadrumani, ed è una situazione di squilibrio tale da condizionare la nostra vita quotidiana comportando una serie di attivazioni a livello organico e di riflesso anche psicologico, come ad esempio la respirazione sulla quale possiamo intervenire; inoltre, la relazione tra stress e malattia è significativa dal punto di vista organico in quanto favorisce l’aumento del tasso glicemico». Lo stress può essere moderato o intenso ma non è sempre negativo, anzi, spesso è vitale in quanto alla base della crescita, dello sviluppo e dell’apprendimento come nel caso dell’atleta o dello studioso e, può migliorare le proprie performance in quanto si “dissolve” lasciando all’organismo i tempi necesasri per riprendersi dall’impegno psico-fisico; ma in caso contrario, però, tale stress si accumula sino al manifestarsi di una forma di esaurimento. «Altra cosa – ha precisato il relatore – è lo stress cronico che è originato da più fattori come gli ambiti biologico, emotivo e i comportamenti che nel tempo si trasformano in malattia (sino alla cronicità); quindi, tale condizione è data da stimoli esterni ma anche da modificazioni posturali e del respiro che possono poi procurare ansia. Tutto ciò si può contrastare con il movimento, l’attività fisica in genere, ma avere nel contempo la consapevolezza di quello che si sta facendo per gestire al meglio le proprie energie poiché le emozioni si manifestano attraverso il corpo, come il modo di respirare sul quale si piò incidere volontariamente, magari attraverso la tecnica del rilassamento».
Ma in sostanza, oggi la parola stress fa ancora paura? O comunque preoccupa le persone presumibilmente più soggette? Alla luce di quanto illustrato dal relatore e se si analizzano certi comportamenti sociali (sia a livello individuale che collettivo) è facile incontrare persone che, a vario titolo, conducono un’esistenza… stressata soprattutto in ambito lavorativo. Un esempio “ante litteram” è la pellicola “Tempi moderni” del 1936, il cui interprete Charlie Chaplin impersonava l’operaio in una fabbrica la cui mansione era quella di stringere i bulloni alla catena di montaggio, con gesti ripetitivi, ritmi disumani spersonalizzanti. Anche se la trama va ben oltre, basterebbe questa prima parte iniziale per immaginare lo stress come conseguenza dei tanti Charlot, oggi tramutati in altrettanti soggetti estremamente stressati in quanto condizionati dai tempi informatici finalizzati al risparmio di tempo e di denaro. Per non parlare, infine, dello stress che coinvolge i manager e i politici la cui ambizione, spesso spasmodica, può procurare loro atteggiamenti irrazionali e, nei casi più gravi, lo sdoppiamento della personalità. Condizioni di stress che, nemmeno il consigliato slogan di un tempo: “Bevi un amaro contro il logorio della vita moderna”, può forse lenire tale condizione… esistenziale.

Non meno attuale il tema urologico, in particolare per quanto riguarda il disturbo dell’incontinenza urinaria soprattutto nella donna, che è tipico dell’età matura. «L’incontinenza – ha spiegato il dott. Piana (nella foto) – è dovuta alla tenuta del perineo (parte esterna del pavimento pelvico, una fascia di muscoli situata nella zona genitale che grazie alla sua tonicità mantengono chiusi i vari orifizi evitando perdite di feci ed urina. In pratica è quella zona muscolare che “mantiene” la vescica e il canale anale, ndr). e quando il tono muscolare decade l’incontinenza si manifesta inevitabilmente, anche a causa di eventi traumatici come il parto sia esso spontaneo o meno, specie se ripetuto. La terapia consigliata prevede la riabilitazione fisioterapica, specie se l’incontinenza è causata da sforzo; in caso negativo il trattamento è chirurgico per riportare l’anatomia alle condizioni originali del collo vescicale». Altro aspetto patologico di interesse urologico, prevalentemente femminile, sono le cistiti (acute o croniche) solitamente di origine batterica proveniente dall’intestino, il cui trattamento richiede una più corretta alimentazione ed una sufficiente idratazione (bere molto), e quando il trattamento prevede la somministrazione di antibiotici, suggeriscono unanimamente gli urologi, la stessa va assunta su indicazioni del medico, e comunque con parsimonia, e mai autogestita; e se le cistiti sono ripetute è sempre bene consultare l’urologo.

Altro aspetto patologico, non meno importante che riguarda ovviamente solo l’uomo, sono i disturbi della prostata (piccola ghiandola molto importante per la salute di ogni uomo; la sua è una posizione “centrale” e fa parte del sistema urinario e riproduttivo, che si trova al di sotto della vescica e circonda l’uretra; Tra le sue funzioni principali c’è la produzione di liquido seminale) che non possono essere ignorati e possono presentarsi ad ogni età. Molto comune è l’infiammazione della ghiandola (prostatite) che può essere acuta o sub-acuta, la cui causa inizialmente è di origine batterica cui può seguire la congestione tanto da richiedere un trattamento farmacologico volto a rimuovere l’infezione ma non i disturbi. «Altrettanto significativo – ha spiegato lo specialista – è il problema dell’ingrossamento della ghiandola (iperplasia prostatica), il cui esordio solitamente avviene dopo i 40-45 anni, e i tumori della stessa dopo i 50 anni di età. Ma al di là delle dimensioni della ghiandola prostatica ciò che più impegnano l’urologo sono i disturbi che il paziente manifesta, come la compressione del canale uretrale e l’irritazione del collo vescicale; mentre ben più importanti sono i tumori della prostata per il cui trattamento sono disponibili la chirurgia e la terapia farmacologica, solitamente chemio e radioterapia». Dunque, anche per questi aspetti, qualche accorgimento a scopo di prevenzione può essere utile a cominciare da una visita urologica periodica, e sottoposrsi ai periodici esami di screening predisposti dalle Asl di riferimento.
Foto a cura di Giovanni Bresciani

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