Lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella garante del rispetto della Costituzione

 

 

Egregio Presidente, oggi, 14 giugno 2018, sono due anni esatti dalla mia missiva (Raccomandata a/r) a Lei indirizzata, che riportava il seguente oggetto: «Riflessioni e considerazioni in merito al 70° anniversario della Repubblica Italiana, e richiesta di “giustificazione” per mancato riscontro di corrispondenza epistolare», (quest’ultimo aspetto è riferito alla mie mie corrispondenze indirizzate all’allora premier Matteo Renzi ed inviate in più date tra il 2015 e il 2016, ma senza aver mai ricevuto alcun riscontro). Nella mia missiva a Lei indirizzata, ponevo in evidenza alcuni problemi come, ad esempio, il fatto che nonostante tutti gli sforzi della Repubblica (attraverso le forze politiche e i suoi apparati) non si riesce a risolvere i gravissimi problemi della corruzione, della criminalità quotidiana, dell’evasione, della povertà, dell’immigrazione ed altro ancora. Ponevo anche in evidenza le mie perplessità sulla utilità dei festeggiamenti per il 70° anniversario della Costituzione, precisando che nonostante il lustro dato alla ricorrenza i problemi sarebbero rimasti tali… e i fatti quotidiani ce lo dimostrano incessantemente. Esprimevo ancora il mio rammarico per l’abolizione dell’Educazione Civica quale materia di insegnamento, in seguito rinominata con la Riforma del 2008/2009 Cittadinanza e Costituzione, un vero e proprio passo indietro che, a mio avviso, non trova adeguata giustificazione. Aggiungevo ulteriore rammarico per il fatto che nel 1988, in occasione del 40° anniversario della Repubblica, l’allora premier fece distribuire a tutta la popolazione il volumetto della Costituzione stessa, informandoLa che nelle settimane successive molte copie furono rinvenute per strada e nei cassonetti della spazzatura…
Proseguendo nella mia missiva dell’epoca esprimevo alcune mie perplessità inerenti la interpretazione ed applicazione di tutti gli artt. della Costituzione; in particolare richiedendo chiarimenti sull’esistenza del numero (necessario?) di 945 Parlamentari, citati spesso ingiustificatamente con il titolo di “Onorevole” in quanto tale termine è ormai desueto…; inoltre per avere giustificazioni dei notevoli emolumenti riconosciuti ai suddetti che, come è noto, sono superiori a quelli dei loro Colleghi europei. Ed ancora. In particolare richiedevo delucidazioni in merito alla sovente “non applicazione” dell’art. 3 della Costituzione, e per tale inosservanza come debba procedere il cittadino. I miei quesiti nella missiva andavano ancora oltre in quanto le mie perenni perplessità riguardavano (e riguardano) il fatto che il cittadino quando interpella per iscritto le Istituzioni ministeriali, ad esempio, non ottiene quasi mai riscontro, e raramente solo dopo ripetuti solleciti… A tal riguardo precisavo che questa “non trasparenza” ossia della non comunicabilità tra Istituzioni e Cittadini, non costituisce un buon esempio di democraticità e coerenza peraltro in “controtendenza” con le nozioni di educazione civica che si vogliono impartire alla popolazione, i cui principi non a caso si ispirano alla conoscenza ed al rispetto della Costituzione.
Nelle mie conclusioni ponevo i seguenti quesiti: «Quanto si è liberi nel nostro Paese alla luce dei fatti quotidiani? E soprattutto quali sono i reali limiti dei diritti pur osservando i propri doveri?». Non pretendevo una risposta tout court da parte di chicchessia, ma piuttosto dai destinatari che ci rappresentano… E in merito alla mia corrispondenza dell’epoca nei primi giorni di luglio 2016, da parte del Suo Segretariato Generale (Servizio Rapporti con la Società Civile e per la Coesione Sociale) ricevetti una missiva di riscontro, della quale cito per intero il lapidario testo: «Gentile Signor Bodini, mi riferisco alla lettera da lei indirizzata al Presidente della Repubblica. Desidero assicurarle che questa Sede ha preso atto di quanto lei ha voluto esporre. Colgo l’occasione per inviarle cordiali saluti. Il Capo Servizio» (seguiva firma… non leggibile, sic!). Premesso che la mia missiva a Lei indirizzata non aveva valenza di una esposizione, i quesiti posti nella medesima sono stati elusi, e di questo non me ne faccio una ragione poiché chi Le scrive è stato sempre trasparente con le Istituzioni, nel rispetto delle Leggi… ed anche oltre!
Egregio Presidente, indipendentemente da come si evolverà il Suo ruolo istituzionale, rimane in me lo sconcerto per non aver avuto quei chiarimenti, nonostante da anni cerchi di interpretare al meglio la Costituzione, purtroppo continuo a constatare che molti articoli non sono rispettati… e nessuno mi sa spiegare il perché. Osservazione banale, retorica, puerile? Forse, ma la sostanza alla luce di fatti non cambia, a cominciare dallo sconforto più o meno generale ma che ben pochi (anzi pochissimi) hanno il “coraggio” di esporre per iscritto. Ricordando la saggia osservazione dell’avvocato e saggista statunitense Ralph Nader: «Non può esserci democrazia quotidiana senza quotidiano civismo», mi pare di poterla assumere a mia “difesa” finché le Istituzioni non si renderanno più “disponibili” ad un maggior dialogo… costituzionale.
AugurandoLe ogni bene, voglia gradire i sensi di viva cordialità.
Ernesto Bodini (Torino)

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