VALORI SOCIO-CULTURALI AL DI SOTTO DI UNA ACCETTABILE RAZIONALITÀ
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
Mentre parte dell’Italia boccheggia con i suoi circa 3,5 milioni di (non falsi) disabili, 5 milioni di reali poveri, 3 milioni di disoccupati e oltre 11 milioni di cittadini che non sono più in grado di curarsi per mancanza di mezzi; un’altra fetta di italiani si spende (in ogni senso) per osannare il divo del calcio o dello spettacolo del momento. Ma non solo. Quasi tutti, ormai (fatta eccezione per gli appartenenti alle caste), sono disorientati dal sistema poltico-socio-culturale considerato innovativo e promettente con la salita al potere di nuove figure, in parte fino ad oggi sconosciute ai più e altre note ma discutibili; condottieri di un naviglio che, come i precedenti, non sanno tenere a bada i marosi che sono gli infiniti problemi di una Nazione, popolata da infinite schiere di inseguitori d’immagine, di analfabeti di ritorno e di perditempo ad oltranza… Nel frattempo la nostra incolumità individuale e collettiva è sempre più minata da eventi criminosi, il benessere produttivo ed economico è un lontano miraggio, le arene sono sempre più gremite di malati di affezioni ludico-endemiche, istruzione e cultura sempre più penalizzate e, per assurdo, il ricorso al volontariato è in ogni dove… ma spesso senza una reale convinzione e tanto meno competenza pur di appartenervi perché, a loro dire, le Istituzioni sono assenti, quindi con l’illusione di compensare… È evidente che in tutti questi casi si confonde l’ideale con i bisogni, la realtà con i sogni pindarici; come pure non si fa distinzione tra doveri istituzionali e doveri dei cittadini, e men che meno tra i diritti degli uni e degli altri. Ma ciò che più indispone, a mio avviso, è la spasmodica rincorsa all’apparire imponendosi con ogni mezzo nei confronti dei propri simili e, se non si fa parte di questo scorcio di fascia sociale, si è esclusi dalla cosiddetta società moderna, evoluta…, che evoluta e moderna non è. Questi atteggiamenti al negativo sono contagiosi, tendenti all’epidemia, sino a dimostrare che le ultime generazioni sono cresciute (e stanno crescendo) prive di personalità e di amor proprio, il cui valore principe di ogni Essere che è la dignità, è defunto ancor prima di nascere! Un tempo si dava colpa alla non conoscenza, ossia all’ignoranza passiva; ma oggi quella che imperversa é l’ignoranza attiva e, a quanto sembra, non c’é alcun sintomo di inversione di marcia. Inoltre, oggi è sempre più difficile comunicare: i rapporti umani si sono ridotti a frettolosi, laconici ed inutili messaggi informatici: il bon ton del bel dialogare e del bel scrivere d’altri tempi è una prerogativa sempre più di pochi.
Affermare e fare di tutto per diventare “un qualcuno”, con il miraggio della notorietà e della ricchezza (“Amici”, “Tu si que vales” e “Grande Fratello”, docet!) è oggi l’aspirazione di molti giovani (spesso senza alcun talento, né culturale né di intraprendenza), e i potenti mezzi televisivi sono alla loro ricerca, o a loro volta ricercati, venendosi così a creare un mondo sempre più povero di sapienza e di saggezza. Quest’ultima rappresenta la capacità di scegliere e volere in maniera razionale, riconoscendo la differenza tra bene e male: ecco perché poterla dispensare può essere un valido aiuto per le nostre decisioni future, uno spunto per agire e pensare correttamente. E se è vero che secondo l’opinione popolare si diventa più saggi con il passare degli anni, leggere frasi sulla saggezza di filosofi, pensatori e scrittori dotti ci permetterà di accelerare il processo, acquisendo esperienza di vita e prudenza. E non è certo farsi immortalare con una star dello sport o dello spettacolo che si diventa colti e saggi!